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Scontro all'interno della Camera di Commercio Vicenza? Ipotesi accorpamento con Padova

Di Rassegna Stampa Venerdi 23 Ottobre 2015 alle 22:33 | 0 commenti

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«Nessuna divergenza, ho illustrato ai consiglieri della Camera i numeri finali dovuti ai tagli imposti dal governo e abbiamo aperto la discussione». Getta acqua sul fuoco Paolo Mariani, presidente dell’ente camerale di Vicenza, sulla ventilata contrapposizione all’interno della giunta berica per i tagli necessari a far quadrare il bilancio.

I rumors raccontano di una discussione talmente accesa, durante l’ultima seduta di giunta, che i rappresentanti delle categorie economiche avrebbero minacciato le dimissioni in blocco. «Sono chiacchiere da bar, taglia corto Mariani -, in caso le dimissioni avrebbero riguardato tutta la giunta camerale, in polemica con il governo per i pesantissimi tagli a cui siamo sottoposti». Il 35% in meno di diritti camerali (quanto è stato imposto quest’anno) produce 4 milioni di entrate evaporate, costringendo a chiudere il bilancio 2015 a 17 milioni. «A manovra conclusa i milioni in meno saranno 7 – prosegue il presidente di Vicenza -, a qual punto le dimissioni si spiegano perché non ci sarà più nulla da gestire».

Sta di fatto che una divergenza di vedute si è registrata, anche se si tenterà di ritrovare l’unità la prossima settimana nel nuovo incontro. In particolare, il presidente proporrebbe di tagliare i fondi alle categorie per garantirli alle partecipazioni camerali già sottoscritte, come l’Università, il Centro produttività veneto, il consorzio Vicenza è e Made in Vicenza. Le categorie, ça va sans dire, farebbero esattamente il contrario. Sullo sfondo c’è la difficoltà di gestire una situazione economica con perdite accumulate negli anni e svalutazioni relative a Cis, all’aeroporto Catullo e  ai Magazzini Generali. Com’è noto, per legge le Camere devono liberarsi delle partecipazioni che non sono ritenute strategiche, ma dal dire al dismettere ce ne passa perché non si trovano compratori.
A questo punto s’inserisce l’ipotesi di fusione con la Camera di Padova. L’ente patavino gode di ottima salute avendo iniziato una riorganizzazione interna già due anni fa. Inoltre è di questi giorni la notizia della cessione delle quote di Tecnoholding, la ‘cassaforte’ delle Camere di Commercio italiane, che vale 60 milioni; tutte condizioni che renderebbero allettante l’unione tra i due enti pubblici. Per legge Vicenza non è tenuta a farlo, perché supera di gran lunga la soglia delle 75mila aziende sotto la quale è necessario l’unione tra Camere, ma lo stessoMariani sarebbe favorevole. «Io sarei per una camera unica regionale - spiega - si figuri se non appoggio le sinergie. Ma non è cosa da farsi in poco tempo perché gli asset sono molto diversi». Tuttavia i numeri del bilancio potrebbero convincere più di quelli imposti per legge.
«Si sta ragionando su cosa vale la pena fare – conferma Martino Cerantola, consigliere espressione del comparto agricolo -, non abbiamo parlato di accorpamenti con Padova, ma è certo che una fusione è auspicabile. C’è stata una discussione e non si è deciso niente, così come non ci sarà una spaccatura. Siamo lì per trovare soluzioni e far capire alle imprese che la Camera di Commercio serve. Noi forniamo servizi e se non potremo più erogarli dovrà farlo qualcun altro» conclude.
Il precedente di Venezia e Rovigo, comunque, potrebbe fare scuola. L’accorpamento tra le due camere potrebbe essere imitato anche dalle due confinanti Padova e Vicenza, nel qual caso quest’ultima accoglierebbe a braccia aperte la vicina, «Io sono uomo per la sinergia – spiega  Ferdinando Zilio, presindete di Padova e di Unioncamere del Veneto -, non chiudo la porta a nessuno. Noi siamo una Camera sana, con un bilancio in ordine che dà risposte alle esigenze, e diventa centrica per lo sviluppo di territorio che potrebbe essere ancora più ampio di quello attuale se si ragionasse in termini di area metropolitana».

di Fiorella Girardo da Venezie Post

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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