Scavalcatori e scavalcati BPVi: ignominia per i primi, danni ai secondi. Ecco la risposta a tre quesiti inviati a [email protected]
Lunedi 6 Marzo 2017 alle 19:04 | 0 commenti
Dopo la pubblicazione dell'elenco di quei 630 gentiluomini e gentildonne che, aiutati dalla ancora più nobile cricca della vecchia Banca Popolare di Vicenza per meriti di censo o per coperture reciproche, hanno incassato in totale circa 63 milioni di euro vendendo al prezzo massimo di 62,50 euro le azioni che tutti gli altri 117.000 e passa soci non avrebbero poturo realizzare neanche al prezzo di recesso, abbiamo già pubblicato alcuni identikit di lorsignori e lormadame, a differenza della stampa locale, che ha tirato indietro la mano dopo aver gettato il sasso nello stagno grazie alle solite veline, anche se stavolta difficilmente provenienti dall'Istituto prima grande sponsor dei media stessi e ora "solo" generoso suo inserzionista.
Si sono, quindi, rivolti a [email protected], il nostro indirizzo mail a disposizione dei soci della banca, molti nostri lettori, alcuni con apprezzamenti sul passato che condividiamo ma che... non possiamo pubblicare, altri con quesiti e giudizi sul presente e sugli scavalcatori. Ne estraiamo tre, tutti firmati, e proponiamo una risposta chiesta a Franco Conte di Codacons Veneto.
1 - Io ho fatto richiesta di vendita il 7 maggio 2014 (data timbro BPVi ) e non ho ricevuto niente. Mi piacerebbe sapere in che data questi signori hanno fatto la richiesta. È possibile secondo voi? Grazie
2 - Buongiorno, sono terribilmente schifato da quanto sta avvenendo. Io sono uno dei 117 mila poveretti che hanno perso quasi tutto e sono stremato da questa lotta che non porta da nessuna parte. Ora leggo l'articolo dei sorpassato e vorrei capire cosa si intende effettivamente per "sorpassato" perché la banca mi ha dato una definizione poco chiara. Spero che voi possiate aiutarmi a capire. Grazie e buona giornata.
3 - Salve. Io ho richiesto il rimborso delle mie azioni a gennaio 2015 ma mi è stato negato
Detto che per "scavalcati" si intendono i soci che hanno chiesto di vendere le azioni senza successo (a loro Francesco Iorio, ex ad della BPVi "mezzanina", promise il rimborso totale...) mentre altri, gli scavalcatori, le hanno potute cedere pur avendo fatto richieste successive ai "poveri" sorpassati, ecco la risposta dell'avv. Conte.
Il problema degli "scavalcati" è complesso.
La Banca ha ricostruito secondo la data di presentazione l'elenco delle domande di cessione dei titoli e ha stanziato un importo pari a quanto era previsto nel Bilancio per l'acquisto di azioni proprie (e utilizzato in gran parte per i raccomandati).
La nuova disponibilità è servita per recuperare fino ad esaurimento le domande scavalcate.
Per aumentare il numero dei ripescati l'importo del valore dell'azione riconosciuto è di € 30,00.
Non abbiamo una indicazione da parte della Banca, ma stimiamo che le lettere di proposta siano arrivate sino a quelli che hanno fatto domanda a marzo - aprile del 2014.
Quindi i due lettori non rientrerebbero tra i ripescati.
Segnalo che alcuni scavalcati hanno respinto la proposta, mentre in molti l'aspettavano ansiosi per chiudere la vicenda.
L'iniziativa della Banca è certo apprezzabile, ma ricordo sempre che la correttezza e discontinuità del nuovo azionista non lo trasforma in "donatore di sangue".
Restiamo convinti delle buone ragioni dei lettori. Nelle cause pilota sosteniamo che il risparmiatore chiede di vendere sulla garanzia ricevuta all'atto dell'acquisto. Se questa condizione non si realizza il contratto è nullo. La malafede e la violazione della par condicio è dimostrata dal fatto che è stato possibile vendere per 630 azionisti nonostante le "regole" invocate a danno dei non raccomandati.
Tocca a voi decidere cari lettore. A noi fornire gli elementi.
Restiamo a disposizione
Un cordiale saluto.
Franco Conte
Codacons Veneto Â
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