Baldo: scherza con i fanti ma lascia stare i santi, insegnava la mamma...
Giovedi 8 Gennaio 2015 alle 12:11 | 0 commenti
Nel ridere, come in tutte le altre azioni dell’uomo, ci vuole misura, perché l’equilibrio che porta alla virtù, sta nel mezzo, nell’evitare gli eccessi. Infatti, quando si agisce è sempre opportuno valutare e deliberare, dare ragione, a quanto ci si appresta a compiere. Un’errata concezione della libertà , intesa come “faccio quello che voglio†non porta sempre al bene, ma oggi prevale questa visione del libero arbitrio che non dipende dalla ragione, ma solo dalla dimensione psicologica della volontà .Â
Il grande Erasmo da Rotterdam rifletteva sul riso megarico, riso rozzo e grossolano, su quello sardonico che designa un riso inquietante dovuto proprio alla sua indeterminatezza e pure su quello jonico lascivo ed effeminato e certo l’umanista non li apprezzava. Il riso, come sosteneva il filosofo francese H.Bergson è un moto di spirito che sorge per situazioni, come la caduta, non nella norma degli avvenimenti. Suscitare forzatamente il riso, provocarlo in modo artefatto non è un movimento sereno della mente e dello spirito, pertanto, sempre ricorrendo alla saggezza delle mamme, ridere non troppo e soprattutto non per le cose importanti, quelle che son dette “sacre†che vuol dire appunto intangibili. Se riteniamo che tutto possa essere violato, allora si apre una via dove nulla ha più importanza, è quell’amaro frutto del relativismo che si giustifica sempre e comunque con il buonismo, anticamera di ogni totalitarismo.
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