Sapere per non ... sapare
Sabato 17 Settembre 2011 alle 16:19 | 0 commenti
Riceviamo da Italo Francesco Baldo, Presidente Associazione Impegno per Vicenza, e pubblichiamo.
A Vicenza imperversa un dibattito intorno agli studenti. Finalmente si è posta la questione più importante. A che serve la scuola? Quali preparazioni fornisce in vista del'attività lavorativa o del proseguimento degli studi? La Costituzione della repubblica Italiana all'art.33 è chiarissima nella definizione della scuola, essa è luogo di istruzione, solo Enti e privati possono proporre istituti di educazione.
Se comprendiamo il significato del termine istruire, questo significa dare strumenti nelle varie discipline oggetto dello studio. Non sono prescritti corsi di partecipazione politica, o di militanza. Questi devono restare fuori e chi invece, come da troppi anni crede che la scuola sia una scuola di formazione partitica, dovrebbe forse rimeditare un po' quello che anche i vecchi compagni comunisti credevano fondamentale: istruire non ideologizzare. Purtroppo non è così. Allora che cosa ripensare per la scuola. Nulla di nuovo, è meglio, troppe riforme, troppe indicazioni, troppi Piani dell'Offerta Formativa (POF) che altro non sono che i desiderata dei docenti al di fuori della stessa logica formativa. Provate a verificare se i POF indicano con chiarezza lo scopo formativo per gli studenti di quel determinato Liceo o Istituto. Niente, solo si farà questo o quello, che poi formi, dubitiamo. Si tratta di riprendere in mano quella saggezza costituzionale dell'articolo 33 e 34, applicarlo nei modi semplici e ricordarsi che per la scuola lo Stato spende tantissimo e questo tantissimo che è do tutti deve essere assolutamente speso bene, non con "giornate del vieni avanti creativo" dove con sacchi della monnezza, utilizzati come oggetti creativi, imbrattano storici licei. Per parafrasare Leon Battista Alberti: i lodati studi e le buone assuetudini rendono le scuole degne. Siano in questa condizione? NO! Ma si leverà un grido di cori non angelici a sottolineare che invece, che altrimenti, che i sacrifici dei docenti ecc. ecc. con la solita retorica che nessuno ha mai colpa ed infatti nessuno può giudicare, come se si trattasse di affari di coscienza personali e non del bene civile che nella scuola deve essere la prima preoccupazione, al di là di partigianerie inutili e un po' vecchiotte, data l'età dei sessantottini odierni. La scuola deve essere dei capaci e dei meritevoli e se privi di mezzi aiutati. Istituiamo controlli di qualità e nessuno deve protestare, come si fece quando un ministro, peraltro di sinistra comunista lo propose. Non si tratta di altro che di dare con serietà istruzione delle migliore qualità , come fanno moltissimi docenti impediti dal farlo dalle proposte formative che spesso inficiano il normale corso degli studi, per non parlare di tutte le attività che anche all'ultimo momento vengono proposte da enti, ecc. alla scuola. Da qui, controllare che gli studenti siano istruiti e che non basta fare "politica" perché "tutto è politica, diretta dai soli vecchietti, quelli nostalgici di rivoluzioni che loro stessi sono stati incapaci a realizzare e ricordare che bisogna sapere per non sapare.
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