Sanità, oggi al voto la riduzione delle Usl venete da 21 a 9
Giovedi 6 Ottobre 2016 alle 10:10 | 0 commenti
 
				
		Non diciamo gatto, perché trattandosi del progetto di legge sulla riforma del sistema sanitario Veneto, se ne sono già viste a sufficienza per giustificare una certa prudenza, tuttavia il punto di passaggio, questa volta, sembra essere davvero arrivato. Oggi, infatti, potrebbe essere il giorno in cui il consiglio regionale approverà – con i soli voti della maggioranza, sia chiaro – l’articolo 12 del progetto di legge, quello più complicato e contestato, nonché il più importante, che prevede la riduzione delle Usl da 21 a 9 (una per ogni capoluogo di provincia, più le due straordinarie, che tanto hanno fatto inalberare i tosiani e i dem, cioè quella della Pedemontana, nel Vicentino e quella del Veneto Orientale, nel Veneziano).
Anche il presidente della commissione Sanità, Fabrizio Boron, che era  stato uno dei leghisti più favorevoli al progetto di riduzione a 7 (che  sarebbe stato votato anche dall’opposizione), ormai dà la questione per  scontata: «Rimangono pochi emendamenti – afferma – e si va verso le  nove usl. È questa la soluzione migliore? Io dico che è la scelta della  maggioranza, chiara sino dal deposito del maxiemendamento in  Commissione. Tempo per un accordo con le opposizioni c’era, ma loro sono  insorte dopo le vacanze, con il solo compito di far saltare la riforma.  Per l’approvazione della legge mancano pochi articoli: se vorranno fare  ostruzionismo anche su quelli vorrà dire che si prenderanno la  responsabilità di non dare al Veneto un governo della sanità». Tra i più  scontenti della soluzione trovata ci sono proprio i tosiani, che  puntavano ad avere una Usl «gardesana», fieramente negata dai leghisti. 
Il veronese Stefano Casali, capogruppo a Palazzo Ferro Fini della  Lista Tosi è chiaro: «La riduzione a nove Usl è un grave errore – spiega  – perché non si basa su criteri accettabili. Il governo impugnerà  sicuramente la legge, per cui rischiamo di avere lavorato a vuoto. È  falso – prosegue poi – che noi non avevamo offerto soluzioni alternative  alla Regione: avevamo prospettato, per esempio, l’ipotesi di una  riduzione a dieci, undici o dodici Usl, che tenesse in conto alcune  prerogative territoriali. Ma non ci è stato mai dato ascolto. A questo  punto eravamo pronti anche a votare la riduzione drastica a sette, che  almeno risponde a un criterio chiaro che è quello dei capoluoghi. Ma  anche in questo caso ci è stato detto no: evidentemente solo per ragioni  politiche e non di merito». E Casali è ovviamente critico nello  specifico anche sull’assenza di un Usl «gardesana». «Si tratta di  un’incongruenza normativa – sottolinea -. Il raddoppio delle Usl a  Vicenza e Venezia è uno scandalo che grida vendetta morale e giuridica. È  anti-costituzionale. Verona ha un territorio che necessitava  sicuramente di una seconda Usl». Ormai praticamente rassegnato sulle nove Usl è anche Claudio  Sinigaglia, del Partito Democratico: «Abbiamo presentato diversi  subemendamenti per fare nascere altre usl, come chiedono i sindaci. Si  voterà a nove, ma senza accordo. Noi eravamo disponibili alla firma  sulle sette, così come proposto dallo stesso Boron. Ma nel momento in  cui stavamo per accettare, gli hanno fatto ritirare la proposta». Oggi quindi l’ok all’articolo 12. All’interno verrà inserita anche la  soluzione relativa alla collocazione dei Comuni di Cavallino e Boara  Pisani.
Di G.V., da Il Corriere del Veneto
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