Sandrigo e la crisi
Martedi 20 Dicembre 2011 alle 21:54 | 0 commenti
 
				
		Pur essendo un paese ricco, come dimostrano le dieci banche presenti e l'imprenditorialità diffusa, anche Sandrigo comincia a sentire la crisi. L'ufficio dei servizi sociali ha avuto un notevole incremento nelle domande di contributo, in particolare nell'ultimo anno. Ce ne parla l'assistente sociale Elena Lionzo, che lavora nel comune di Sandrigo da circa quindici anni. Il problema lo sentono soprattutto gli stranieri, ma stanno aumentando le richieste anche dei cittadini italiani.
Gli stranieri sono privi di una rete parentale di protezione e, spesso,  anche di risparmi, dato che il guadagno serve a sostenere il resto  della famiglia rimasta al Paese. I problemi si notano soprattutto in  ambito sanitario; in molti casi è sufficiente che una persona debba  pagare il ticket per una visita medica imprevista o comprare al bambino  lo sciroppo contro la tosse, per vedersi costretta a chiedere aiuto ai  servizi sociali.
Ci sono famiglie con due, tre bambini dove, fino a  un paio d'anni fa, lavoravano entrambi i coniugi. Avevano deciso di  acquistare la casa e vivevano bene. Poi il licenziamento e la difficoltà  a trovare un nuovo lavoro, soprattutto per chi non ha qualifiche  (oppure ha qualifiche che in questo momento non servono). A questo  punto, fra bollette, mutuo da pagare e spese per vivere, la situazione  si fa drammatica. 
Sandrigo non ha mai elargito tanti contributi, ma  quest'anno ha raggiunto gli stessi livelli degli altri comuni. Se cinque  anni fa la somma totale erogata dai servizi sociali era di 6/8000 euro,  quest'anno è arrivata a 27.500 euro ed è già stata tutta utilizzata.  Per la selezione delle persone (perché le richieste sono maggiori delle  disponibilità) si segue il regolamento comunale, che privilegia in  particolare le famiglie con minori.
Da circa un anno, l'associazione  San Vincenzo consegna due volte la settimana vestiario usato e borse di  viveri. I supermercati locali forniscono i prodotti vicini alla scadenza  (ottenendo in questo modo uno sgravio fiscale) e le volontarie, grazie  ai contributi che ricevono, acquistano il resto.
Sul versante  abitativo, le case popolari sono tutte occupate. Generalmente se ne  libera una ogni anno e mezzo; quindi l'elenco dei richiedenti si allunga  sempre più. Ci sono stati due casi di sfratto, le persone sono riuscite  a trovare casa in un altro comune e l'amministrazione li ha aiutati  pagando parte della cauzione.
L'amministrazione ha aderito al patto  sociale per il lavoro attivato dalla provincia, che prevede  l'inserimento lavorativo di disoccupati, pagati tramite voucher. Il  comune ha assunto quattro persone per cinque mesi; ma gli addetti hanno  dovuto gestire una burocrazia farraginosa e complessa, con ore e ore di  corsi di formazione e una montagna di carte da compilare.
Infine, hanno chiesto di accedere ai contributi regionali per famiglie numerose e con parti trigemellari, 12 famiglie.
Vedremo  come incideranno nella vita dei sandricensi i tagli previsti dalla  manovra "Salva Italia", che si aggiungeranno ai problemi descritti più  sopra.
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