San Pio X: urbanistica partecipata o propaganda elettorale?
Martedi 15 Maggio 2012 alle 17:30 | 0 commenti
Comitato Più Democrazia e Partecipazione - Riguardo al percorso di urbanistica partecipata a San Pio X, in un nostro precedente articolo del febbraio scorso, avevamo accolto con un certo benevolo interesse questa esperienza, nuova per la città , consigliando però di vigilare perché, al di là delle aspettative di concreta democrazia, alla fine avrebbe potuto rivelarsi solo un'illusione di partecipazione con la messa in campo di uno strumento spuntato e non efficace, un vuoto trofeo da mettere in bella vista per l'amministrazione.
C'è stata infatti fin dall'inizio anche una certa diffidenza da parte di molti che hanno partecipato, forse perché da tanto tempo, troppo, siamo stati abituati a scoprire la fregatura dietro l'angolo (come qualcuno ha ricordato). Ora questo percorso si sta avviando verso la conclusione. Molto interessante è stato il momento in cui residenti, progettisti, facilitatori si sono trovati attorno ad un plastico: con sagome apposite sono stati presentati scenari diversi, influenti sulla viabilità e sui servizi, a seconda di come venivano poste queste sagome. Un metodo molto coinvolgente, al punto da liberare il campo da eventuali ipotesi di fregature, e proficuo, tanto che si può azzardare a dire che se si fosse utilizzato 30-40 anni fa, quando la città era in piena espansione, probabilmente oggi avremmo dei quartieri più vivibili, più belli. Oggi però la città non è in piena espansione, neppure in minima espansione, è ferma! Sono i numeri a dircelo: l'ultimo censimento appena concluso ci dice che abbiamo qualcosa come quasi 5000 appartamenti vuoti e la popolazione è in calo; ci sono dei piani edilizi: Lodi, Marotti, Barcaro, Laghetto, Mercato Nuovo, dove si potrebbe costruire da subito qualcosa come altri 4000 appartamenti; altri piani comprendenti grandi aree degradate della città di proprietà comunale (Via Cattaneo, Via Btg. Framarin, ex Domenichelli, ex Zambon) hanno accordi già pronti per altre nuove costruzioni; a Borgo Berga, vicino al nuovo tribunale, si costruiranno (forse) altri 180 appartamenti. Invece è tutto fermo perché non c'è domanda e il mercato è in stagnazione. Cosa fa pensare allora che se venissero costruiti altri 300 appartamenti a San Pio X, questi verrebbero venduti e gli altri no? Perché sarebbero appartamenti di qualità , ad alta efficienza energetica, è stata la risposta, che però non tiene conto del fatto che questo vale per qualsiasi altro piano edilizio nuovo, che deve corrispondere a determinati requisiti, ormai considerati standard (quando non obbligatori). Anche se per qualche caso stranamente fortuito questi alloggi venissero occupati, lo sarebbero da cittadini che si sposterebbero da altre parti della città lasciandole così vuote, perché la popolazione è in calo, e allora non facciamo finta di non sapere che ogni nuova urbanizzazione porta infrastrutture che un domani dovremo mantenere (c'è da chiedersi con quali soldi). Si è visto in soli dieci anni di amministrazione Hullweck come si sono ridotte le strade e i marciapiedi della città ; toccherebbe quindi come sempre ai cittadini aprire il portafogli e a fior di tasse mantenere urbanizzazioni con abitazioni vuote, anche se a consumo zero. I cittadini non sono più disposti a pagare per scelte nelle quali non hanno una avuto parte attiva in fase decisionale.
Ed eccola qui allora la fregatura: l'incapacità o mancanza di volontà da parte dell'amministrazione a guardare al quadro generale più ampio dell'intero territorio comunale e rendersi conto che, visto l'enorme offerta di alloggi e potenzialità edificatoria attuale, il bene primario da difendere è diventato il suolo non ancora urbanizzato; l'incapacità o mancanza di volontà di prendere in considerazione quindi alternative che lo difendano da quelle che altro non sono che mere speculazioni edilizie perché non corrispondenti a reali ragioni edificatorie. Non sarebbe quindi più di buon senso, per esempio, permettere di costruire, per chi volesse tentare la fortuna, vista la crisi che c'è, nelle zone già degradate della città piuttosto che assegnare una nuova destinazione d'uso residenziale e rovinare per sempre qual poco di terreno vergine che ancora ci rimane? Cosa vale di più oggi un nuovo palazzo per gli uffici comunali o lasciare in eredità ai nostri figli una territorio sostenibile? Il suolo agricolo, boschivo, non ancora urbanizzato, è il nostro ambiente vitale, dei nostri figli e dei nostri nipoti, senza il quale vivremmo male o non potremmo nemmeno vivere. Man mano che l'urbanizzazione aumenta questo aumenta di valore perché ce n'è sempre di meno e a Vicenza più della metà del nostro territorio è urbanizzato. Esso rappresenta una ricchezza e un valore ambientale ben preciso per tutte le comunità , non qualcosa di indefinito da plasmare e valorizzare ogni qualvolta si presenta l'occasione di poterci costruire qualcosa sopra. In parecchi paesi europei esistono dei limiti precisi, assunti per legge, alle trasformazioni di suolo agricolo e ora, anche in qualche comune italiano, si comincia ad assumere lo "stop al consumo di suolo" come scelta ferma attorno alla quale riorganizzare la pianificazione, i trasporti, l'attività edilizia, la gestione degli alloggi in affitto, gli spazi verdi e l'immagine stessa della città . Un percorso di urbanistica partecipata per esser tale dovrebbe illustrare tutti gli aspetti dei terreni oggetto dell'intervento e concludersi con un voto dei cittadini; invece a San Pio X i temi trattati sono stati illustrati e affrontati solo in funzione delle nuove costruzioni, dandole per scontate, come qualcosa di ormai assodato, per poter avere in cambio metà dell'area a verde pubblico: un sorta di baratto non equilibrato, in cui a perdere sono sempre i cittadini. Si ricorda allora che questi terreni non sono oggi residenziali ma a servizio delle attività sportive ed è facoltà e responsabilità degli amministratori trasformarli in ulteriore vuoto e costoso terreno urbanizzato oppure lasciarli così come sono in eredità sostenibile per le generazioni future. Fino a prova contraria però, siamo in una democrazia e la democrazia si esercita con i numeri della grande partecipazione, con la più completa informazione e con il voto, aspetti che sono stati appositamente evitati in questo percorso mentre sarebbe interessante assistere a un esperimento contrario: prima del Piano degli Interventi, sentire come la pensano davvero gli abitanti di San Pio X, tutti però, e, perché no, anche la città intera.
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