Salute, Sbrollini: quali misure per le cure ai meno abbienti?
Giovedi 14 Giugno 2012 alle 10:36 | 0 commenti
Daniela Sbrollini, PD Vicenza  - "Nove milioni di italiani sono senza cure. Rinunciano a qualunque forma di assistenza sanitaria per difficoltà economiche. Bisogna porre fine a questa terribile ingiustizia". Lo dichiara Daniela Sbrollini, deputata Pd, componente della commissione Affari sociali, che sul tema ha depositato una interrogazione a risposta immediata in Commissione al Ministro della Salute. " I dati - continua l'on. Sbrollini - arrivano da una ricerca scientifica e ci dicono che oltre nove milioni di italiani affermano di non aver potuto accedere ad alcune prestazioni sanitarie di cui avevano bisogno per ragioni economiche."
"Piani di rientro e spending review hanno determinato un crollo verticale del ritmo di crescita della spesa pubblica per la sanità . I servizi vengono chiusi, le attese aumentano, il grado di soddisfazione crolla. Contemporaneamente, chi può, ricorre a cure private, determinando una crisi della sanità pubblica e un'odiosa discriminazione tra i benestanti, che si curano, e il ceto medio-basso, che rinuncia. Chiedo al Governo di attivare politiche per garantire a tutti il diritto alla cura e alla salute".
Ecco il testo integrale dell'interrogazione: Interrogazione a risposta immediata in Commissione Affari al Ministro della Salute, dall'on. Daniela Sbrollini. Per sapere, premesso che: secondo una ricerca di Rbm Salute-Censis, presentata nei giorni scorsi al "Welfare Day" a Roma, nel nostro Paese, la sanità viene negata ad oltre nove milioni di italiani che affermano di non aver potuto accedere ad alcune prestazioni sanitarie di cui avevano bisogno per ragioni economiche; secondo la ricerca il 61 % degli italiani a cui sono negate le cure, sono donne; ben 2,4 milioni di questi nostri concittadini senza cure per cause economiche sono anziani, 5 milioni vivono in coppia con figli, 4 milioni risiedono nel Mezzogiorno; cresce anche il numero degli italiani che ricorre alla sanità privata; la spesa sanitaria privata è lievitata più che nel periodo pre crisi: + 2,2% medio annuo dal 2000 al 2007 e + 2,3% negli anni 2008-2010; il 77% degli italiani che pagano di tasca propria e i ricorrono al privato, lo fa a causa della lunghezza delle liste d'attesa; la ricerca ha anche intervistato gli utenti sul loro grado di soddisfazione per la sanità pubblica; parla di una sanità in peggioramento nella propria regione il 31,7% degli italiani, con un balzo di 10 punti percentuali in più nel 2012 rispetto al 2009, quando erano il 21,7%; le persone che avvertono invece un miglioramento sono diminuite di oltre il 7%; piani di rientro e spending review hanno determinato - secondo l'analisi - un crollo verticale del ritmo di crescita della spesa pubblica per la sanità . Si è passati da un incremento medio annuo del 6% nel periodo 2000-2007 al +2,3% degli anni 2008-2010; la flessione si registra soprattutto nelle regioni alle prese con i piani di rientro, dove si è passati dal + 6,2% all'anno nel periodo 2000-2007 a meno dell'1% di crescita media annua dal 2008 al 2010; nel 2015 è previsto un gap di circa 17 miliardi di euro tra le esigenze di finanziamento della sanità e le risorse disponibili nelle regioni; i tagli, sembra ormai chiaro, abbassano la qualità delle prestazioni e generano iniquità , lasciando milioni di italiani senza cure.
Dal Ministro se è a conoscenza di quanto sopra esposto, se non consideri grave che nove milioni di italiani rinuncino a curarsi per cause economiche, e cosa il Governo intenda fare per garantire a tutti i cittadini, a prescindere dalle loro condizioni economiche, il diritto alla salute.
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