Sacconi teme Zaia, cioè il Pdl la Lega
Domenica 21 Febbraio 2010 alle 17:40 | 0 commenti
Roberto Ciambetti Â
Ciambetti (Lega): "Sacconi ha paura: ma chi è causa del suo mal, pianga sé stesso"
"Più che la politica mi sembra che certe dichiarazioni in questa fase pre-elettorale, dovrebbero interessare la psicanalisi. Guardate Sacconi: più che la logica sembra l'irrazionalità ad emergere manifestando una paura inconscia che è interessantissima non solo, ovviamente, per lo psicanalista".
Roberto Ciambetti, presidente del gruppo consigliare regionale della Lega Nord -Liga Veneta ad un incontro con il mondo del volontariato nel Bassanese replica alle "ennesime e reiterate dichiarazioni del ministro Sacconi che continua da giorni con un ritornello ormai noioso - ha detto Ciambetti - quello per cui, secondo lui, Zaia dovrà essere una sorta di primus inter pares: ma Zaia mette per prima il Veneto, prima gli interessi del nostro popolo e poi, molto poi, gli interessi dei partiti. In realtà Sacconi ha paura: è la paura di chi, da uomo intelligente, sa di trovarsi davanti a situazioni e scenari nuovi, perché Luca Zaia, se verrà eletto, uscirà dalla banalità , dallo scontato, segnerà un cambiamento epocale. Sacconi sa che il cambiamento è necessario e cerca di mettere la mani avanti così le sue dichiarazioni sembrano voler essere una sorta di profezia che si auto-adempie. Insomma potremmo essere davanti ad una applicazione del Teorema di Thomas, ma la società veneta, e il mondo della solidarietà e del volontariato oggi qui presente lo dimostrano, vuole da noi un segnale di forte discontinuità ".
L'esponente leghista poi avanza un'altra chiave di lettura delle tensioni in casa Pdl: "Sacconi vuole poi mascherare le lacerazioni, violente, che si registrano in casa sua, dove sta scoppiando una guerra interna senza precedenti: non sono affari nostri, ma è evidente che il Pdl è più che diviso. Poi, è interessante vedere l'insistenza con cui Sacconi parla della leadership di Galan presentandola come ben diversa da quella che dovrà caratterizzare Zaia - ha proseguito Ciambetti - Sacconi dipinge un Galan decisionista, accentratore, padre-padrone, mentre Zaia dovrebbe essere molto più rispettoso degli alleati: Galan ha fatto quello che voleva, Zaia, secondo il ministro del lavoro, deve essere un pari tra pari. In verità , la Lega è sempre stata leale ha sempre rispettato non solo gli alleati ma anche le altrui opinioni; altri non possono dire altrettanto ed ecco, allora, che qualcuno teme di essere ripagato con la stessa moneta con cui, in un passato non lontano, aveva trattato i suoi, leali, compagni di viaggio. Ed anche questa è una paura che emerge in maniera esemplare in Sacconi. Che dire? Chi è causa del suo mal, piange sé stesso"
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