Sabato dalle 16,30 assemblea aperta sul lavoro di FIOM CGIL al Bocciodromo di Vicenza
Venerdi 18 Maggio 2012 alle 20:45 | 0 commenti
Cgil Vicenza - In occasione del 42° anniversario dall'entrata in vigore della Legge 300, ovvero lo Statuto dei lavoratori, il 20 maggio 1970, la FIOM CGIL di Vicenza ha indetto un'assemblea al Bocciodromo di Vicenza, in via Rossi 198, per sabato 19 maggio 2012 a partire dalle ore 16.30. Sono invitati i delegati sindacali, lavoratori e lavoratrici, metalmeccanici, ma anche studenti, precari, disoccupati, movimenti, associazioni e comitati della provincia, reti e singoli che non hanno creduto alle politiche di austerity, e non credono alla contrapposizione tra giovani e anziani, tra garantiti e precari, tra lavoro e difesa dell'ambiente.
Un'assemblea, dunque, contro vecchie e nuove precarietà , contro la riforma del lavoro e la manomissione dell'articolo 18, per un futuro, invece, che garantisca diritti, lavoro e democrazia.
Seguirà , alle ore 20, un momento conviviale con cena e musica. Quanti intendono parteciparvi, possono lasciare il proprio nominativo agli RSU o contattare il centralino della CGIL allo 0444 564844.
Di seguito riportiamo il documento sottoscritto da FIOM CGIL del capoluogo berico, Bocciodromo di Vicenza, Montecchio Slegata, C.S.A. Arcadia, Comitato No Dal Molin Beni Comuni Valle dell'Agno e Comitato Difesa Salute Territorio No Pedemontana sui temi al centro dell'incontro:
"In nome delle politiche di austerity si sta procedendo in tutta Europa con la destrutturazione dei diritti, dei salari, del welfare, offrendo al mercato la possibilità di speculare sull'istruzione, sulla sanità , sui beni comuni.
Anche nella nostra provincia gli effetti della crisi economica sono devastanti e vengono scaricati sui soggetti più deboli ovvero, lavoratori, pensionati, precari, giovani. Basta pensare ai 6500 licenziamenti ogni anno o alla precarizzazione dei contratti e delle vite stesse.
Mentre cresce la disoccupazione, si abbassano i salari, si allarga la precarietà , è sempre più evidente come si utilizza la crisi per portare a compimento un doppio attacco, contro il lavoro e contro la democrazia. Un attacco portato avanti dalla contrapposizione tra giovani e vecchi, tra garantiti e non garantiti anche per giustificare la dura applicazione della lettera della BCE e delle politiche neo liberiste.
C'è un offensiva contro il lavoro e contro i diritti.
Contro il Contratto Nazionale e il suo ruolo di tutela, di solidarietà e di unificazione delle regole e dei diritti.
Con una riforma del mercato del lavoro che rende ancora più precario il lavoro, riduce gli ammortizzatori sociali e soprattutto smantella l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori trasformando il reintegro, in caso di licenziamento illegittimo, in un miraggio.
Una riforma delle pensioni e interventi sulla fiscalità che hanno ridotto drasticamente il reddito delle persone.
C'è poi un offensiva contro la democrazia nei luoghi di lavoro, mettendo in discussione le libertà sindacali, negando ai lavoratori la possibilità di eleggere i propri rappresentanti o di votare i contratti che li riguardano. Ma c'è un attacco alla democrazia anche sul terreno sociale trasformando ampie parti di welfare da diritti universali a servizi offerti dal mercato in base al reddito.
Infine l'attacco alla democrazia avviene sui diritti dei cittadini di poter decidere rispetto alle scelte che riguardano la gestione del territorio e dei beni comuni come dimostrano i casi del Dal Molin o dell'Autostrada Pedemontana.
Noi siamo per il cambiamento, per un'alternativa a questo modello di sviluppo che porta con sé povertà , riduzione dei diritti e della democrazia, imbarbarimento della società fino al moltiplicarsi di suicidi dettati dalla disperazione.
Le iniziative di lotta, così come le occasioni di discussione e confronto, devono essere un'occasione di costruire un diverso modo di attraversare la crisi partendo dall'estensione dei diritti e dell'art. 18 anche, l'introduzione di un reddito minimo di cittadinanza che impedisca il ricatto del lavoro legale e illegale e che garantisca il diritto alla formazione, per promuovere solidarietà tra le persone, per ricercare un modo di produzione che parta dalla valorizzazione del lavoro e dei beni comuni".
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