Ruby,Berlusconi: hanno cercato d'infangarci. Noi? Mai invitati a suoi party o dopo cene
Domenica 16 Gennaio 2011 alle 20:24 | 0 commenti
Persecuzione? Giudici al servizio dei comunisti? Macchè... Vi siete chiesti cosa sarebbe accaduto se vi avessero accusato di concorso in concussione e di sfruttamento alla prostituzione di una minore?
Ve lo dico io: sareste già finiti da tempo in galera! Anzi per finirci vi sarebbe bastato molto meno, come risulta dalle quotidiane cronache giudiziarie, o come è capitato la settimana scorsa a quel barbone trovato a rubare per fame in un supermercato.
Ma questa è un'altra storia, anche se è la storia di sempre, quella dei tanti con tanti obblighi, divieti, restrizioni e qualche residuo, ordinario diritto.
Giustizia esclusa, chiaramente. La giustizia, infatti, è ormai divenuta appannaggio del potere, mentre per noi, comuni mortali, è poco meno di un fortuito optional . Ciò che ci rende ancora uguali di fronte la Legge è il principio della presunzione che, tuttavia, mentre per noi è quello di colpevolezza, per gli uomini del potere è solo quello di innocenza. Un principio che Berlusconi ha istituzionalizzato attraverso la propria incondizionata immunità , come lo dimostrano gli innumerevoli procedimenti da anni pendenti a suo carico, privi, a tutt'oggi, del benché minimo, concreto riscontro sanzionatorio. Ma torniamo a Ruby. Berlusconi afferma che gli è stato notificato l'avviso di richiesta di giudizio immediato dopo la pronunzia della Consulta sul legittimo impedimento. Ma ciò non prova certo che prima di tale decisione egli fosse estraneo alla vicenda, o che la stessa abbia compromesso o ridotto in qualche misura le sue facoltà di difesa. Può, infatti, continuare ad avvalersi del diritto di non rispondere, di rifiutarsi a comparire o inventarsi last-minute qualche altra legge ad hoc. Riguardo alle accuse mossegli, poi, sostiene che si trattano di fantasie dei giudici comunisti, anche se telefonate, testimonianze rese da poliziotti, suoi collaboratori, tra cui Fede e Mora, nonché numerose giovani escort confermerebbero tempi, luoghi e condotte. Circostanze queste che tuttavia risultano, anche grazie ad una costante manipolazione mediatica dei suoi giornali e televisioni, del tutto prive di valore.
Così alla fine sembra che sia lui ad essere perseguitato ingiustamente dai giudici, i quali, per perversa mistificazione, sono ora loro ad essere additati come fautori di un bunga-bunga giudiziario nei suoi confronti. Una condizione che gli consente di continuare a pontificare, facendo grande uso del suo storico plurale majestatis postumo, tipo "hanno cercato d'infangarci", senza aver mai noi (quelli del plurale, n.d.r.) ricevuto inviti a qualcuno dei suoi party o "dopo cena".
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