Rotazione territoriale di preposti a vigilanze e prevenzioni: lotta a evasione da responsabilità
Mercoledi 28 Settembre 2011 alle 08:28 | 0 commenti
Riceviamo da Giuliano Raimondo, coordinatore servizi pubblici Cgil Vicenza, e pubblichiamo.
Egregio Direttore, leggiamo ricorrentemente di inquinamenti ai fossi e alle falde idriche, di infortuni gravi, di morti sul lavoro, di infedeltà di persone preposte alla tutela delle persone e delle comunità , di carenze di personale e di strumenti e risorse negli enti e istituzioni preposti alle varie prevenzioni. È di qualche giorno addietro la notizia dell'importante accordo tra Comune di Arzignano e l'Agenzia delle Entrate, per ricavare, dalla lotta all'evasione fiscale, anche risorse per le aride casse del Comune. "E va bene così, ma questo non basta!"
Aggiungo che, oltre alla lotta all'evasione fiscale, è urgente anche la lotta all'evasione dalle responsabilità , molto spesso "giustificata" da mancanza di risorse. "Troppo comodo!" Ci sono anche personaggi "pubblici" che sembrano giustificare situazioni a rischio per non creare problemi all'occupazione. Tipico ragionamento dei mercanti nel tempio della vita.
Ci sono altre tante emergenze da affrontare con più puntualità . Mi riferisco, per esempio, ai controlli preventivi sui rischi da inquinamento e sui luoghi di lavoro. E a proposito credo sia necessaria un'altra scelta: quella della rotazione territoriale delle persone di istituzioni e enti preposti ai vari controlli perché oltre alle casse dei municipi da rimpinguare, vi è, prima di tutto, il diritto delle persone alla vita e alla tutela delle risorse ambientali. Inizierei proprio dall'area che forma l'"atollo" della concia perché, per quello che è venuto a galla anche negli ultimi tempi, credo che (anche per convinzione personale maturata nell'ambito dell'impegno sindacale che svolgo nel settore del servizio idrico integrato) la rotazione territoriale delle persone preposte alle varie vigilanze e prevenzioni sia una scelta importante da fare, a 360°. Detta rotazione non costa granché rispetto ai maggiori risultati che si possono complessivamente ottenere a partire dalla salvaguardia della vita delle persone e delle risorse ambientali tra le quali l'acqua che sgorga costantemente dai rubinetti, spesso proveniente da fonti diverse.
Aggiungerei che urge anche un'analisi sui decessi per malattie degenerative a partire dai luoghi e aree con attività conciarie (depurazione, trattamento e smaltimento fanghi) nonché nelle aree ove insistono discariche in prossimità di residenze abitative come ad esempio quella in Zermeghedo. Area dalla quale, da pochi mesi - e dopo immani sofferenze - una persona se n'è andata al Creatore. "Anche per quella situazione, come sindacato ci siamo attivati, ma ..., tuttora speriamo che chi di dovere, trovi il tempo per ascoltare!"
Credo inoltre, che la persona pubblica impegnata per il "bene comune", ma indagata per comportamenti dubbi, se lavora sinceramente per quel "bene" debba farsi da parte. È un "sacrificio" dovuto da chi sa di essere dalla parte giusta e di lavorare per "spirito di servizio". Questo, non solo per non pregiudicare la fiducia nelle istituzioni o nelle società pubbliche che rappresenta, ma soprattutto per dare l'esempio concreto ai giovani, figli, nipoti che siano e a tutti gli altri, impazienti rispetto ad una società , in parte affetta anche dalla sindrome delle tre scimmiette.
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