Romano, Franco: lungimiranza Carlo Cattaneo
Lunedi 27 Settembre 2010 alle 22:24 | 0 commenti
Riceviamo dal Senatore Paolo Franco alcune considerazioni sull'editoriale "Più in basso è difficile" pubblicato ieri 26 settembre 2010 sul Corriere della Sera a cura di Sergio Romano.
Nell'articolo di fondo del Corriere della Sera di domenica 26 settembre Sergio Romano offriva, come di consueto, una fine analisi dei fatti italiani. Il tema trattato, dal titolo "Più in basso è difficile", riguardava il pessimo livello d'immagine raggiunto negli ultimi mesi dal Paese a causa della rissosità politica.
Con il dito inizialmente puntato sulle questioni Tulliani/Fini, l'editorialista giungeva alla seguente conclusione: l'ineludibile incapacità della classe politica italiana nel rappresentare la società civile ed economica, la quale da parte sua dimostra, al contrario, un'abilità organizzativa e produttiva di notevole spessore. In estrema sintesi, Romano mette in luce l'esistenza di una vera e propria frizione tra il cittadino/imprenditore preso singolarmente, e il politico, e quindi la Politica quale strumento per coordinare gli interessi della collettività . Una schizofrenia che arriva a trasformare il comune cittadino, lavoratore e padre/madre di famiglia, da un Dott. Jeckill, professionalmente capace e pubblicamente riconosciuto per le sue capacità , in un Mr. Hide pronto a qualsiasi aberrazione una volta sceso nell'arena politica.
Interessanti le osservazioni offerte da Sergio Romano, che si concludono così: "questa crisi è il peggiore servizio che la classe politica possa rendere all'Italia nel centocinquantesimo anniversario della sua esistenza". Un'affermazione che induce ad alcune riflessioni, in quanto l'articolo mette sul piatto il problema, ne paventa i pericoli, ma non tenta di comprenderne le cause.
Proprio il riferimento finale all'unità d'Italia ci può aiutare a riflettere sulle ragioni cui va ricondotto il complesso fenomeno della limitata aderenza di certa politica al Paese reale. Credo che anche una sola frase possa essere sufficiente per abbozzare una risposta alla questione sollevata da Sergio Romano. Nell'attenta ricostruzione storica del periodo preunitario, Arrigo Petacco, ne "Il regno del nord", illustra per esteso e con fine analisi le aspettative, i pensieri e le azioni dei principali attori dell'epoca, da Cavour a Mazzini, da Re Vittorio Emanuele a Garibaldi, da Gioberti a Cattaneo.
Carlo Cattaneo, pensatore pragmatico, è stato probabilmente l'unico studioso del tempo ad aver analizzato gli eventi in corso e le probabili conseguenze future senza indulgere nell'ideologia e nella demagogia risorgimentale. Cattaneo sosteneva che "gli italiani fuori dal diritto federale saranno sempre discordi, invidiosi ed infelici". L'importanza e la profondità del pensiero di Carlo Cattaneo non può naturalmente essere ricondotta esclusivamente a queste poche parole. I suoi studi sul federalismo americano e svizzero e le sue proposte sulla costituzione di un'Italia federata, quale unione delle otto grandi regioni storiche che dovevano mantenere la loro completa autonomia, meritano oggi quello spazio che nel passato, purtroppo, i contemporanei non hanno voluto concedere.
L'articolo di Sergio Romano ci offre lo spunto per meglio comprendere il significato della frase di Cattaneo sopra ricordata. Infatti, Roma e lo stato centralista sono il crogiolo della discordia, dell'invidia e dell'infelicità , che le parole profetiche dell'Autore avevano previsto nell'eventualità in cui la forma statuale della penisola italiana fosse stata, come poi è successo, differente rispetto a quella autenticamente federale. L'intersezione delle aree di pensiero politico comunemente identificate nella destra, nel centro e nella sinistra, con le diverse ragioni storico/culturali delle aree geografiche del Nord, del Centro e del Sud, costrette all'abbraccio centralista, ha concretizzato una miscela esplosiva, irresponsabile, assistenzialista e litigiosa, che palesa il peggio di sé negli eventi comunemente noti.
Occorrerebbe affrontare il tema della forze politiche che tentano di conciliare l'inconciliabile, ovvero rappresentare nel proprio alveo l'intero Paese, da nord a sud, ed immediatamente si otterrebbero ulteriori conferme del pensiero lungimirante di Carlo Cattaneo. Per il momento, la risposta ai quesiti posti da Sergio Romano, anticipata già centocinquant'anni fa, può senza dubbio servire per comprendere meglio la realtà politica attuale.
Sen. Paolo Franco
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