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Rodeghiero su San Camillo: "Personale sottodimensionato e struttura indecente"

Di Nicola Tonello Martedi 13 Ottobre 2015 alle 13:00 | 0 commenti

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Abbiamo incontrato Maria Chiara Rodeghiero che da moltissimi anni si occupa di questioni legate a malasanità essendo presidente della sezione vicentina di Medicina Democratica Onlus e Associazione Italiana Esposti Amianto. E con lei non potevamo che parlare dell'affaire San Camillo che tiene banco tra le scrivanie delle redazioni e quelle della giunta comunale.

-Presidente Rodeghiero, inanzitutto come si è arrivati a questa dolorosa vicenda di inefficenza assistenziale? "Dal mio punto di vista questa situazione porta molte concause. Il Fatto che si sia dovuto commissariare due volte l'ente è indice che le cose non funzionavano già da tempo. Il secondo commissariamento è passato come una causa politica enciò significa che le ragioni per commissariare avevano una loro giustificazione. Il grosso problema di fondo è che tutte queste disamine di malasanità nascono dalla priorità dei requisitidati a chi ha scelto la cooperativa Bramasole come la più qualificata, giocando chiaramente al ribasso". - Un ribasso che si tramutava in primis nella scarsità di personale."Con l'avanzare dei tempi la situazione ha portato ad avere un solo infermiere notturno impegnato in tre piani con una forcella per piano tra i 45 e i 50 pazienti, un operatore Oss per piano notturno sempre con le stesse proporzioni. Di giorno un infermiere per ogni piano e due operatrici Oss che dispensavano le terapie in tutti e tre i piani"- Personale evidentemente spremuto all'osso."Credo ci sia ben poco da commentare per operatori che percepiscono dai 700 ai 900 euro mensili (straordinari compresi)". - Un conto però è la scarsità del personale, un altro è l'effettiva inefficienza riguardo la manutenzione e alle pulizie. "Prima che facessi già le mie segnalazioni le tazze del bagno erano lerce e rigate. Per giunta mi è stato detto che su alcune tavolette abbassate era stato messo un cartello con scritto -vietato aprire per scarafaggi- ma naturalmente, al momento di effettuare un personale controllo le suddette erano già state pulite. Storia simile riguardo le ragnatele sui letti segnalate dai famigliari dei pazienti. Al seguito della ribalta giornalistica queste erano state fatte sparire come d'incanto". - Una noncuranza dell'igiene che avrebbe alzato il rischio di ulteriori malattie in soggetti già debilitati. "L'anno passato è stata la volta del novovirus, un epidmia durata circa due mesi. Questa infezione si è verificata pure all'Istituto Salvi e al Trento e non ha permesso, eccetto i parenti più stretti con adeguate attrezzature di protezione, per diverso tempo di entrare nella struttura. Senza contare altri numerosi episodi di trascuratezza riferiti dai famigliari di i pazienti lasciati bagnati se non avevano in programma delle visite". Lei si occupa anche delle frequenti denunce sull'amianto. Anche questa rimane una reale criticità strutturale. "Assolutamente. Il San Camillo presenta un degrado vistoso, oltre all'impianto elettrico con diversi fili volanti da mettere a norma, appare visibilissimo il tetto in amianto che copre tutta la struttura. Ho ricevuto pure una serie di fotografie che documentano le reali condizioni strutturali di questo centro". Sembra dunque che il gioco dello scaricabarile continui, nell'attesa ci si chiede se al commissario che ha esternalizzato sia stata data esclusivamente la consegna di rientrare dal bilancio in rosso. Anche se resta sempre inspiegabile come la cooperativa Bramasole sia riuscita a vincere un appalto che ha passato i due controlli del Tar e del Consiglio di Stato. - Presidente Rodeghiero, chiudiamo questo scambio di battute sul caso più eclatante di malasanità vicentina degli ultimi anni con un augurio."In questo momento lasciamo che la procura faccia il suo percorso nelle indagini con la speranza che lo faccia non solo per  il San Camillo e tutto l'ente Ipab, ma per il bene dei ricoverati e dei loro famigliari. Questi sono coloro che pagano oltre 2000 euro al mese senza sapere come vengano poi distribuiti. Loro sono i primi interessati e gli unici a dire le cose come realmente stanno".


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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