Roberto Ciambetti e un richiamo a Togliatti: vinca il migliore
Domenica 2 Dicembre 2012 alle 11:32 | 0 commenti
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"Chi voteresti alle primarie del Pd"? A questa domanda rispondo, con onestà , che non sono interessato a questo o quel nome, quanto a capire il dibattito interno ad una vasta area socio-culturale ed economica. Capire e seguire il dibattito, ma non certo prendere posizione per questo o quello, capire e seguire il dibattito ma non certo intromettermi negli affari altrui.
È fondamentale seguire con attenzione, e rispetto, quanto sta accadendo nel Pd, senza lasciarsi abbagliare dalla superficialità , senza incespicare in una analisi frettolosa: la prima cosa da dire, è che il confronto vuole essere anche una risposta all'antipolitica, una replica al qualunquismo, un tentativo di arginare la deriva democratica verso le piazze virtuali di una democrazia telematica che non può non spaventare. Non so se in questo le primarie del Pd riusciranno a smuovere le coscienze, a riportare tra i propri militanti e simpatizzanti, una nuova linfa vitale, nuove motivazioni e, soprattutto, nuove idee e strategie.
Voglio dire, che ciò che vive il Pd è una fase molto complessa, che non può essere esemplificata nell'esigenza di un passaggio generazionale e di una discontinuità di figure di riferimento rispetto al passato. Purtroppo nei mass media emerge il lato spettacolare, il più superficiale, di un confronto che invece non è, o non dovrebbe essere, tra persone, quanto tra diverse concezioni della politica, della forma partito, del ruolo e della futura linea politica di un movimento democratico che mi auguro possa dar voce e speranze alle esigenze di una vasta fascia di cittadini.
L'ostacolo più grande che vedo è esterno al Pd e so quanto questa mia considerazione potrà risultare spiazzante in chi invece teme le troppe e diverse anime che si agitano all'interno di questo partito: c'è tutta una vasta area di interessi diffusi e di corporazioni o lobby esterne alla politica per le quali tutto deve rimanere com'è, per cui, nella migliore tradizione del gattopardismo italiano, si cambia tutto per non mutare nulla. Il rischio c'è, ed è un rischio reale mentre il mondo attorno a noi muta troppo velocemente e una crisi economica epocale sta chiudendo un ciclo storico. Ancora una volta, mi trovo a riflettere su quanto scrisse Antonio Gramsci, per il quale "La crisi consiste appunto nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere; e in questo interregno si verificano i fenomeni morbosi più svariati". Ecco, spero solo che il confronto delle primarie nel Pd sia il segno dei nuovi tempi. A tutti i partecipanti, allora, un sincero in bocca al lupo, con la speranza che a vincere sia veramente il migliore, che non è (solo o tanto) un richiamo a Togliatti, ma un augurio per il bene di tutti.
Di Roberto Ciambetti, assessore regionale della Lega Nord
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