Rischi per l'acquedotto di Vicenza? I dubbi sulla Spv
Mercoledi 14 Novembre 2012 alle 18:34 | 0 commenti
C'è un'ombra che dalla Pedemontana Veneta si allunga verso il capoluogo di Vicenza. Ed è l'ombra di un ipotetico, forse remoto ma possibile, evento calamitoso che in concomitanza di piogge come quelle dell'ultimo week-end, metta a repentaglio la salubrità dell'acqua che si beve a nel capoluogo. Gli esperti lo chiamano il caso della tempesta perfetta.
Si immagini che un camion che trasporta sostanze inquinanti e pericolose abbia un incidente lungo il percorso della Pedemontana veneta durante un fortunale o un piovasco di forte intensità . La cisterna si rompe e il liquido pericoloso si sversa per strada e finisce sul manto assieme all'acqua che viene dilavata velocemente verso i tombini, i quali per progetto la convogliano direttamente in falda affinché lo stesso tracciato rimanga asciutto in caso di piogge cospicue. A causa di un blackout o a causa di altre anomalie i sistemi attivi e passivi che dovrebbero evitare lo sversamento in falda non sono in opera. La sostanza inquinante, grazie alla rapidità con cui i fluidi si muovono in falda a causa della porosità delle ghiaie, finiscono nel sistema di ricarica della del comprensorio di Villaverla-Dueville. Il quale alimenta l'acquedotto vicentino e parte di quello padovano.
Il rischio è stato descritto, anche se in altre forme, nel libro Strada Chiusa. Ma non si tratta di una ipotesi peregrina poiché l'eventualità è stata fortemente sentita dagli uffici regionali. E soprattutto da due enti che sovraintendono il ciclo idrico nella parte centrale del Veneto: l'Ato Bacchiglione e l'Ato Brenta. Tanto che i due soggetti hanno persino chiesto modifiche progettuali al commissario Spv Silvano Vernizzi, il quale ha dovuto ammettere l'esistenza del problema. Della cosa se n'è occupata anche la stampa locale, mentre per aspetti diversi ma complementari, la polemica si è rinfocolata nell'alto Vicentino rimbalzando da un blog ad un forum, da un portale ad un quotidiano on line. Rimane tuttavia da capire quali siano le conclusioni della conferenza tra enti interessati, la cosiddetta conferenza dei servizi che il 2 aprile era stata chiamata ad interessarsi al problema.
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