Risanare il Paese con maggiore libertà di licenziare, Raimondo: è pura illusione
Lunedi 12 Marzo 2012 alle 11:45 | 0 commenti
Riceviamo da Giuliano Raimondo, Filctem Cgil, e pubblichiamo.
Egregio direttore, sono d'accordo con la segretaria generale della CGIL Susanna Camusso quando dice che si è "impegnati nel confronto ma c'è il rischio di tensioni sociali". D'altronde quando l' "animale", o meglio gli "animali"sono via via costretti alla fame, questi cercano di ribellarsi. È la storia degli uomini, e, purtroppo, di tanti gravi conflitti! Hanno un bel dire tanti politici e tecnici di governo, che dir si voglia, tutti ben al coperto di casa/e e introiti costanti, quando sempre più larga parte del Popolo è anche al freddo perché senza lavoro e tutele, o con pensione al minimo, o con salario insufficiente e che non riesce a pagare le bollette per l'acqua, per la luce e per il riscaldamento.
Hanno un bel dire coloro che, mi si permetta, hanno precarizzato milioni di lavoratori di ogni ceto e professionalità o che parlano della disoccupazione giovanile "a sproposito" senza seriamente promuovere più lavoro.
Hanno un bel dire coloro che sperano, per esempio, che anche Bersani abbandoni il popolo che lavora. Popolo comprensivo di quei "sani" datori di lavoro, i quali, alcuni dei loro, si sono tolti - e si tolgono la vita - perché di fatto abbandonati da un sistema che protegge i furbi e uno Stato che non paga. Uno Stato che non paga per lavori e servizi importanti il quale tramite le sue articolazioni ha potuto realizzare, ma sulle spalle e sulla pelle di milioni di persone. Uno Stato che ha interesse a che i prodotti petroliferi per la trazione, e non solo per questa, aumentino costantemente il prezzo per ricavarne più accise e più iva. Uno Stato che sostazialmente fa il furbo.
Hanno un bel sperare, quei sindacalisti di "ogni stagione" che cercano di stare in campo ignorando che sempre più numerosi sono gli "animali" che hanno fame, anche per colpa di scelte sbagliate e senz'anima, come quelle che via via pregiudicano anche il diritto alla salute, o come quelle che allungano la vita lavorativa oltre i 65 anni per far cassa. È sostenibile che oltre 3,5 miloni di lavoratori siano distribuiti in 46 tipologie di lavoro precario e con pochissime tutele?
Tanti politici o tecnici di governo che dir si voglia, rischiano, insieme a sindacalisti di "ogni stagione", di portare il Paese al limite di rottura in quanto il tempo per il risanamento economico, per la giustizia sociale e per i diritti costituzionali si sta lentamente e pericolosamente accorciando. "È pura follia l'idea di pensare di risanare il Paese tramite l'allargamento della libertà di licenziare, anziché promuove lavoro, crescita e diritti costituzionali". Mi si consenta di dire che io la penso cosi avendo anche per ben due volte subito il licenziamento senza giusta causa; erano anni precedenti a quel bel giorno di primavera per i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori italiani, ossia, il 20 maggio del 1970!
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