Riforma assetto istituzionale delle province
Giovedi 15 Dicembre 2011 alle 23:08 | 0 commenti
Associazione Popolari Europei - L'esigenza di una riorganizzazione amministrativa più efficiente per il territorio è diventata improrogabile. Se ne parla da anni ma non si ha avuto il coraggio di metterci mano.
Ci piacerebbe sentire i politici, in particolare i Presidenti di Provincia, ragionare in questi termini, andando oltre la difesa incondizionata del loro potere, appellandosi alla anticostituzionalità o ai presunti risparmi irrisori dati dalle loro indennità .
1. Troppi livelli decisionali
L'approccio demagogico da loro tenuto, non affronta il vero problema dei troppi livelli di governo.
Le funzioni sono distribuite in modo non opportuno e ci sono troppe duplicazioni o sovrapposizioni.
Per ogni funzione ciascun livello di governo ha qualcosa da dire, ha una competenza, un intervento, un parere.
Un groviglio che rallenta l'azione amministrativa e confonde le responsabilità , perché il cittadino non sa con chi se la deve prendere se determinate attività di pubblico interesse non vengono svolte o se determinati servizi non funzionano.
Per semplificare l'apparato amministrativo bisogna distribuire con chiarezza le competenze fra i livelli di governo, razionalizzazione degli strumenti di collaborazione, e snellire gli apparati siano esse organi politici, amministrazioni, uffici, in rapporto ad una diversa distribuzione delle funzioni ed anche in rapporto ad un diverso modo di esercitare le funzioni.
Bisogna ragionare in termini semplici e definire "chi fa e che cosa", canalizzando decisioni e responsabilità .
2. Costi indotti
Questo determina una ottimizzazione degli investimenti, delle risorse e dei tempi, ciò significa minori costi e un incentivo allo sviluppo.
Questo non è al momento quantificabile o peggio non ammesso con totale miopia dai politici difensori delle Province così come sono.
3. Funzioni provinciali
Se si analizzano le funzioni provinciali si nota come le stesse possono essere svolte da Regione o Comune.
Da un punto di vista "decisionale-politico" le Regioni sono l'Ente ideale per farsi carico di questo profilo, supportato dall'indirizzo fornito dall'assemblea dei Sindaci Provinciale, per quanto riguarda invece l'aspetto "amministrativo-esecutivo" sono i Comuni a poter giocare un ruolo di primo piano.
Facciamo alcuni esempi:
La viabilità può essere svolta da Veneto Strade (nel caso vicentino la gestione delle strade provinciali sono in mano ad una società la Spa ViAbilità questa potrebbe essere soppressa confluendo in Veneto Strade, come esempio di riordino delle tante piccole società provinciali).
L'edilizia scolastica può essere data ai Comuni di competenza per la gestione e per la scelta-indirizzo politico svolto dall'assemblea dei Sindaci Provinciali.
L'agricoltura può essere svolta dall'Avepa.
Trasporti può essere svolta dalla Regione e nel caso vicentino forse si riesce a far dialogare le AIM e FTV per una gestione integrata del servizio.
4. Proposta organica
Se si pensa già oggi molti amministratori provinciali sono Sindaci, Assessori o Consiglieri Comunali. La Provincia può limitarsi a svolgere funzione di indirizzo per una vasta area composta da una assemblea di Sindaci che rappresenti tutto il territorio provinciale.
La questione Province è entrata a far parte del "Pacchetto Monti", perché il loro costo non è più giustificabile di fronte ai sacrifici chiesti agli italiani.
La strada è tracciata, sta ora a Monti non cedere ai ricatti politici.
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