Rifondazione Comunista di Vicenza in piazza con CGIL e USB contro il Governo Renzi
Giovedi 23 Ottobre 2014 alle 11:55 | 0 commenti
Per la federazione vicentina del Partito di Rifondazione Comunista il segretario provinciale Roberto Fogagnoli esprime la posizione del PRC vicentino sulla proposta di legge del Governo Renzi: “saremo in piazza il 24 ottobre con il sindacato di base a Vicenza ed il 25 ottobre con la Cgil a Roma ed invitiamo ad estendere e continuare la mobilitazione tutti i lavoratori ed i giovani che non vogliono più delegare il loro futuroâ€. Di seguito il testo dell'appello.
Il Jobs act del governo Renzi è uno dei provvedimenti strutturali voluto con più insistenza dalla “troika†(Banca Centrale Europea, Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale), una vera e propria controriforma del mercato del lavoro, un gravissimo attacco a tutti i lavoratori di oggi e di domani. Esso non solo comporta lo smantellamento di importanti garanzie stabilite dallo “Statuto dei diritti dei lavoratori†(l’articolo 18, il divieto del demansionamento dei lavoratori e della videosorveglianza), ma ha un chiaro obiettivo di fondo: lo smantellamento dello stesso istituto del contratto collettivo nazionale di lavoro.
Difatti il risultato perseguito dal governo è quello di una ulteriore frantumazione della classe lavoratrice, già oggi divisa tra 46 differenti tipologie contrattuali e sempre più esposta al ricatto del licenziamento, vista anche la colpevole mancanza di politiche di lotta alla disoccupazione.
Quello di Renzi e del PD è un modello che realizza i sogni di Confindustria (parola del suo presidente Squinzi), che ci riporta indietro di secoli, all’epoca in cui ogni lavoratore era da solo di fronte al padrone, con in mano un semplice contratto individuale, privo di tutele effettive; il lavoratore era cioè ricattabile e licenziabile in qualsiasi momento.
Così di fronte alla discussione parlamentare sulle proposte sul contratto a tutele crescenti, che altro non sono che il grimaldello con il quale si vuole scardinare definitivamente l’unicità del contratto nazionale di lavoro, noi pensiamo che non sia possibile fare aggiustamenti o mediazioni: queste proposte vanno con forza respinte al mittente e solo la mobilitazione popolare può ottenere questo risultato.
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