Rifiutato operaio con Giovinezza per suoneria, Cub: è antifascismo di facciata della Cgil
Lunedi 20 Agosto 2012 alle 00:50 | 1 commenti
Patrizia Cammarata, CUB Vicenza - L'antifascismo è la base sulla quale si è costruita la CUB e bisogna essere chiari nel dire che il fascismo non è un'opinione come un'altra ma un nemico feroce dei lavoratori e delle loro organizzazioni sindacali, come ha dimostrato la storia. Il fascismo in Italia ha gettato il Paese nella barbarie politica e ha portato al massacro della seconda guerra mondiale. Ma il fascismo è la conseguenza del capitalismo, è uno strumento del capitale finanziario.
Se i lavoratori, per vent'anni, furono vittime della violenza dello Stato fascista, i padroni ne furono i principali responsabili, con la complicità della monarchia e del Vaticano. Il fascismo garantiva al capitalismo italiano quei profitti che erano stati "minacciati" dalle lotte operaie e contadine d'inizio secolo ("Biennio rosso"). Il fascismo non fu quindi un "corpo estraneo" al capitalismo italiano, ma una delle sue espressioni. La Resistenza fu, per la gran parte dei suoi protagonisti, la lotta contro gli sfruttatori che dello Stato fascista si erano serviti per immiserire ancora di più le classi popolari. Per questo, io penso, essere antifascisti significa ricordare, anzitutto, la lotta del proletario contro il padrone, dello sfruttato contro lo sfruttatore.
Detto questo è semplicemente ridicola la posizione di una Cgil che rivendica un antifascismo di facciata, nei confronti di un lavoratore la cui coscienza è sicuramente arretrata, come lo è, purtroppo, attualmente, la coscienza della maggior parte della classe lavoratrice. Di questa situazione ne sono responsabili in primis le burocrazie sindacali di quei sindacati che in questi anni hanno ucciso la militanza sindacale e la coscienza di classe, in nome di un "bene comune" che dovrebbe vedere uniti padroni e operai, sfruttatori e sfruttati.
Proprio la Cgil ha cancellato dal suo vocabolario la parola "conflitto", ha cancellato dal suo agire la difesa reale della classe lavoratrice in nome di una concertazione che ha portato solo maggiori profitti e pace sociale a banchieri e industriali. Proprio l'odierna e '"antifascista " Cgil ha accettato e firmato contratti che hanno portato i lavoratori alle condizioni del secolo scorso, è la Cgil che sta spalancando le porte al fascismo in fabbrica accettando le condizioni di sfruttamento a firma Marchionne. La Cgil non accetta il fascismo accettando di risolvere una questione di lavoro ad un operaio il cui cellulare suona "Giovinezza", ma accetta il fascismo quando accetta l'abolizione dell'articolo 18, l'aumento dell'età pensionabile, i quaranta contratti di precariato, la legge Treu, Biagi, i fondi pensione, i sabati lavorativi alla Fiat o in Comune di Vicenza. La Cgil fa avanzare il fascismo quando accetta, come ha accettato ,tutto questo senza bloccare il Paese con scioperi e lotte ad oltranza e quando divide i lavoratori indicendo inutili sciopericchi in giorni e diversi e per categorie diverse, o quando minaccia di espulsione i sindacalisti disponibili alla lotta, o quando ha accettato le guerre (ad esempio quella del 1999 contro la Serbia, senza indire nemmeno un'ora di sciopero, perchè era la guerra del suo governo amico, il governo D'Alema, guerra che ha portato al bombardamento della fabbrica Zastava e che, fra altri orrori, ha lasciato sul lastrico miglia di famiglie di operai serbi)
Da parte nostra credo dobbiamo essere molto chiari: noi siamo nelle lotte, non chiediamo ai lavoratori in lotta a quale partito sono iscritti. Al contempo non accettiamo nella nostra sede e nel nostro sindacato i contenuti del fascismo che noi combattiamo giornalmente ricercando l'unità dei lavoratori, l'antirazzismo, la giustizia sociale e cercando di rafforzare le organizzazioni sindacali combattive dei lavoratori, quelle organizzazioni che il fascismo faceva chiudere, come assassinava i sindalcalisti e i lavoratori che lottavano per i propri diritti.
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