Richiedenti asilo: 140 disposti a fare volontariato. E le coop spiegano come funziona l'accoglienza
Lunedi 21 Settembre 2015 alle 21:02 | 0 commenti
Per comodità vengono chiamati profughi e per varie ragioni, a volte incomprensibili, le stesse strutture incaricate a gestire i richiedenti asilo che arrivano in Italia si sono dimostrate spesso restie a dare informazioni. La riunione della V commissione del Comune di Vicenza ha però sollevato un po' il velo: associazione e cooperative hanno finalmente spiegato le modalità sull'accoglienza dei rifugiati.
La quinta commissione consiliare - Servizi alla popolazione, presieduta dal consigliere Raffaele Colombara e che si è svolta oggi a Palazzo Trissino, ha sentito associazioni, cooperative e altri enti che collaborano per la gestione dell'emergenza migranti. Erano ben 14 i soggetti gestori, appartenenti al gruppo Prisma, che hanno relazionato sia sull'inizio del "protocollo Variati" - che prevede un progetto di volontariato per gli stranieri - sia sulla gestione delle loro strutture di accoglienza. Sono 140 i richiedenti asilo, su 400 presenti in città , che si sono resi disponibili a fare il servizio con il coordinamento di Prisma. La maggior parte di loro sono stati destinati a Valore Ambiente, mentre in un numero minore a AMCPS, con i compiti di pulizia urbana.
Ma come vivono queste persone - attualmente sono 1200 in tutta la provincia - e come vengono accolte una volta che arrivano a Vicenza dai vari centri per l'immigrazione? Il primo passo è quello della ricerca di una sistemazione, quindi la cooperativa, l'ente o l'associazione che li prende in carico si occupa di cercare un appartamento con massimo 5 o 6 posti (in questo caso i dati arrivano dalla cooperativa Cosmo ma, come dimostra il caso di Viale Milano, non è evidentemente una regola fissa per tutti). In un primo momento c'è un aiuto economico diretto per i beni di prima necessità - come la spesa o qualche soldo in contante - aiuto che dopo qualche settimana viene convertito in una carta Postepay che viene data al migrante e sulla quale vengono versati circa 30 euro a settimana. Con questi soldi deve provvedere alle sue necessità , compreso il vitto.
Sul fronte integrazione, invece, sono previste delle lezioni di sei ore a settimana di italiano nonché una serie di attività sportive e culturali. A queste vanno aggiunti degli incontri propedeutici alla conoscenza del territorio e delle abitudini degli italiani, oltre che la preparazione alla Commissione che deciderà se accettare o meno la loro richiesta di asilo (che servirà successivamente al rilascio del permesso di soggiorno. Infine, nel programma di accoglienza, rientra anche l'assistenza sanitaria che va dai "malanni" normali - come il mal di denti piuttosto che l'influenza - a quelli causati dalla permanenza in zone ad alto rischio che provocano danni fisici e psicologici, come le ripetute violenze subite da molti soggetti.
La grande maggioranza dei migranti è adulta e di sesso maschile, ma non mancano le eccezioni. Quello dei minori non accompagnati è un fenomeno in aumento e per loro la procedura di accoglienza è diversa, come spiega Villaggio Sos Vicenza, struttura che dallo scorso giugno ha raccolto una ventina di minori. Mandati nel territorio perché non hanno dichiarato subito, all'arrivo in Italia, la loro età . Quando la annunciano, arrivati a destinazione, la competenza è del territorio. A quel punto una radiografia all'osso stabilisce se sono effettivamente minorenni. Il loro identikit è più o meno simile: maschi e quasi tutti diciassettenni, mentre la procedura di integrazione prevede un piano di insegnamento della lingua più frequente di quello riservato ai maggiorenni. In particolare per queste persone è al vaglio una proposta lanciata ai Comuni da Villaggio Sos Vicenza, vale a dire l'istituzione di bandi appositi per l'accoglienza diretta nelle famiglie italiane.
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