Riapre il T-Gallery e la Vicenza ufficiale non vede, non sente, non parla
Venerdi 10 Febbraio 2012 alle 19:55 | 0 commenti
Riceviamo da Paolo Crestanello Comitato contro gli abusi edilizi ed ambientali e pubblichiamo
In occasione della riapertura della discoteca T-Gallery, annunciata per stasera venerdì 10 febbraio 2012 nei locali abusivi di via vecchia Ferriera, mi sia consentito di ritornare su questa incredibile vicenda che sta assumendo i contorni di una barzelletta.
La vicenda, come è noto, è legata all'utilizzo di un edificio sito in via Vecchia Ferriera su cui pende da anni una ordinanza di demolizione da parte del Comune di Vicenza. Alcuni locali dell'edificio, un ex zuccherificio, hanno ospitato per anni un'attività di discoteca ed altri, invece, un'attività di scambio di coppie gestita da una Associazione no profit e rivelatasi, a seguito di indagini dei carabinieri, nascondere un vero e proprio business legato alla prostituzione. Sui problemi legati al rilascio di licenze per l'attività di discoteca, la Procura della Repubblica di Vicenza ha aperto una indagine penale e iscritto nel registro degli indagati due ex dirigenti comunali.
Più recentemente, il Comune di Vicenza ha rilasciato ai nuovi gestori della discoteca una autorizzazione temporanea su modello di quelle che si danno per le sagre di paese. Per manifestazioni che si svolgono sulla pubblica piazza non è ovviamente richiesta la conformità urbanistica, che è invece necessaria per esercitare una attività in locali privati. Un escamotage piuttosto rozzo per evitare di affrontare l'annoso problema di un abuso edilizio mai sanzionato.
A seguito delle denunce apparse anche sulla stampa, la riapertura del locale , chiuso temporaneamente per ragioni legate alla sicurezza, era legata alla soluzione dei problemi urbanistici, uno dei quali era la destinazione industriale del locale, destinazione incompatibile con l'attività commerciale di discoteca. Ed ecco la trovata geniale. A gestire la serata danzante non più una società di capitale, bensì una associazione senza scopo di lucro e con finalità sociale. Queste associazioni, per legge, possono infatti insediarsi ovunque, indipendentemente dalla destinazione d'uso urbanistica dei locali in cui viene esercitata l'attività sociale. A questo scopo, dalle pagine di Facebook il gestore invita tutti i fruitori della discoteca a presentare all'ingresso un modulo compilato di iscrizione alla Fenlac (Federazione nazionale liberi circoli). Una specie di conversione sulla strada di Damasco dal profitto alla beneficenza, che potrebbe trovare, se funzionante, molti imitatori tra i gestori di discoteche vicentine e non solo.
Peccato che, destinazione d'uso a parte, il locale resti ancora abusivo per lavori di ristrutturazione interna mai autorizzati e sia privo del necessario certificato di agibilità urbanistica. Insomma, i problemi restano e in più si aggiunge il rischio di incorrere in impicci fiscali, ove si accertasse la mancanza di requisiti come il no profit e la finalità sociale. Sarebbe come a dire in questo caso: dalla padella alla brace.
Ciò che è preoccupante in questa tragicomica vicenda è il silenzio assordante delle istituzioni vicentine che permettono, pur sapendolo, che tutto questo accada. Insomma, l'italico gioco delle tre scimmiette: non sento, non vedo, non parlo.
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