Riapre il mercato Iraniano, le Pmi vicentine sperano nella crescita
Venerdi 17 Luglio 2015 alle 17:02 | 0 commenti
La posizione di Apindustria Confimi Vicenza sull'Iran
All'indomani dello storico accordo raggiunto sul nucleare, le imprese guardano con grande interesse alle nuove prospettive offerte dalla possibile riapertura del mercato iraniano. Si parla di un paese dalle grandi potenzialità , con 80 milioni di abitanti, di il 60% sotto i 30 anni, e con un ceto medio significativo che guarda con grande interesse ai prodotti che arrivano dall'Occidente.
Per questo un plauso ai nuovi accordi raggiunti al termine di trattative lunghe e difficili arriva anche dal Presidente di Apindustria Confimi Vicenza, Flavio Lorenzin: «Abbiamo accolto con grande piacere la notizia di una tregua con il paese mediorientale - spiega - che offre anche alle imprese del Vicentino l'opportunità di una ripresa dei rapporti commerciali, o di affacciarsi per la prima volta ad un mercato in grande espansione».
A giovare sulle imprese potrebbe essere in particolare l'annullamento di sanzioni e restrinzioni bancarie, che farebbero balzare il Pil iraniano e rilascerebbero nuova liquidità nelle mani degli iraniani, con una conseguente crescita dei consumi interni, insieme allo sviluppo di nuove infrastrutture grazie ad una grande disponibilità di risorse energetiche.
Guarderemo con grande attenzione a tutti questi sviluppi - assicura Lorenzin - cercando di stabilire nuovi contatti se ci sarà l'occasione. Di sicuro la concorrenza sarà forte su questo fronte, dato che l'Iran sta attirando gli interessi di aziende da tutto il mondo, tra cui tedesche, francesi, americane, russe e cinesi. Ma sappiamo anche che l'Italia ha rapporti privilegiati con l'Iran, con una quota di mercato importante negli scorsi anni che si è ridotta soltanto per le sanzioni».
L'ultima speranza è rivolta alle politiche interne del paese: «Ci auguriamo che l'Iran colga al volo questa occasione rispettando gli impegni assunti con i nuovi accordi - conclude il Presidente - e che superi, magari con apposite riforme, alcuni problemi che ben conosciamo anche in Italia, come la corruzione, la pesante burocrazia e l'ingerenza statale nelle attività private».
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