Renzo Mazzaro prova a sbrogliare sul gruppo Espresso matassa Project financing. CoVePA: "utile anche per Spv"
Domenica 23 Ottobre 2016 alle 22:37 | 0 commenti
La nota di Matilde Cortese, Massimo Follesa, Elvio Gatto, portavoce CoVePA
Oggi i quotidiani veneti del gruppo Espresso (cfr.all. Tribuna TV 23/10/16 pp 12-13)pubblicano un articolo di Renzo Mazzaro che tira il filo giusto per provare a sbrogliare una matassa ingarbugliata e così ben annodata, da Galan, da Chisso e dai loro sodali, che strapparla, per il Veneto, può voler dire pagare miliardi di €uro. La questione è utile per comprendere anche la situazione della Pedemontana Veneta: se si taglia il nodo gordiano dei 3.100 milioni di € del “più grande cantiere italiano in corso di esecuzione†ci sarebbero penali miliardarie basate su ricavi da traffico che per Cassa Depositi & Prestiti e Banca Europea degli Investimenti sarebbe almeno inverosimile, se non peggio, ma tale da rendere impossibile l'attivazione dei loro interventi.
Al contrario se invece si facesse correre la concessione di SPV, l'esercizio finanziario porterebbe a perdite sempre miliardarie. Queste per l'effetto del contratto sarebbero a carico della Regione Veneto guidata da Zaia, le cui responsabilità sono aggravate dalla revisione del contratto nel 2013. Questo è stato confermato nell'incontro del 6 ottobre 2016 in Corte dei Conti a Roma, anche se ogni giornale veneto si è occupato solo di riportare le parole di certi sindaci, bene ammaestrati nella riunione di martedì 27.09.16 a VenetoStrade con l'ing. Vernizzi.
La tutela erariale è ormai alle porte e incombe sul Veneto e soprattutto sulla Pedemontana Veneta. Non serve ascoltare il commissario che si consola dicendo che nessuno gli ha imputato niente: sembra uno degli intrappolati sopra agli incendi delle TwinTowers, non gli resta che lo schianto sul marciapiede, con i giudici a registrare il tipo di danno che può aver provocato. É un tonfo che riguarda tutti noi e in parte ha già coinvolto la Spresiano-Montecchio.
In ogni caso questa SPV è una perdita miliardaria su cui ad ogni modo incombe il danno erariale: unica via d'uscita è stracciare il contratto e la revisione del progetto finanziario -infrastrutturale, insomma portare tutti a più miti consigli anche chi potrebbe pretendere risarcimenti miliardari. Ma che può pretendere chi a 6 anni dall'approvazione del progetto definitivo non ha ancora coperto i 1700 mln€ di quote a carico del concessionario e invece gode di sconti perché costruirà un tracciato più corto e ha utilizzato cospicui aiuti di stato? Manca insomma quello che il consigliere Mezzera ha chiamato, il 6 ottobre 2016 a Roma all'adunanza pubblica della Corte dei Conti sulla SPV, «un principio quello della buona fede contrattuale per cui tra due contraenti se uno si impegna a...ottenere i finanziamenti entro un lasso di tempo, e la legge lo codifica in due anni dalla approvazione del progetto definitivo, e se…non si ha…, se non c'è il finanziamento privato, per legge, le cose si troncano e si chiudono».
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