Renzi riempie il teatro, della politica: il "minuto per minuto"
Giovedi 11 Ottobre 2012 alle 21:43 | 0 commenti
In attesa dell'arrivo di Matteo Renzi al Teatro Comunale di Vicenza previsto per le 21.30 e mentre vengono proiettate immagini di repertorio, non c'è più una poltrona libera delle 800 della sala principale pee cui si sta provvedendo a fare aprire la sala del ridotto in quanto, nonostante in molti abbiano a questo punto desistito dallo spettacolo politico della serata, le persone rimaste in attesa cominciano a rumoreggiare anche perchè fuori ha iniziato a piovere.
E' possibile anche un intervento del coordinatore provinciale di VicenzaxRienzi, Diego Marchioro, e del sindaco di Vicenza, Achille Variati, che poco fa ha potuto lasciare il consiglio comunale sul Pum aggiornato ai voti proprio in funzione dell'arrivo del sindaco rottamatore tra le proteste dell'opposizione, che lo ha accusato di privilegiare se stesso agli interessi della città , e il malumore dello stesso presidente del Consiglio Luigi Poletto che a Filippo Zanetti di Vicenza Capoluogo ha "rimproverato" amaramente il voto a favore della sospsensione dei lavori consiliari apostrofandolo con un: «Se questo è il nuovo modo di fare politica ...».
Nessuno, comunque, aveva previsto un afflusso cosi ampio per cui viene da pensare subito che nella "moderata" Vicenza il massimo della protesta sarà raccolto proprio dal Matteo gigliato che piace, magari tatticamente, anche ai berlusconiani, che anche in consiglio annunciavano una presenza massiccia di loro supporter con Valerio Sorrentino che criticava Variati per il rinvio pro Renzi del Consiglio e aggiungeva un «E lo dico io che amo Renzi!».
Tra gli ospiti notati il sindaco di Schio Dalla Via, gli assessori comunali Lago, Nicolai e Dalla Pozza, molti consiglieri comunali, tra cui il capogruppo del Pd, Federico Formisano, il presidente di acque vicentine Guzzo, il primario Riboni, Federico Ginato, Matteo Quero, Otello Dalla Rosa...
Signori, silenzio. Lo spettacolo va a iniziare. Lo raccontiamo a "spot".
Con il filmato dello scrittore Alessandro Baricco che, partecipando a Big Bang, la convention tenuta da Matteo Renzi alla stazione Leopolda di Firenze, ha pronunciato un breve discorso, apertosi con la dichiarazione «io sono di quelli che devono ascoltare, non parlare», visto (e ascoltato) migliaia di volte  su YouTube e in cui Baricco ha accusato la sinistra di aver preso pochi rischi e di aver speso tempo a «convincere gli altri sulla necessità di cambiare le cose» al posto di cambiarle.
21.45. Dopo aver abbracciato il suo primo sostenitore locale, il sindaco Achille variati, Matteo Renzi ha iniziato a parlare ad una platea apparsa sensibile e attenta: «Il centrosinistra ha perso consensi laddove non ha dato speranze al paese ma ha esaltato le differenze. E ha fatto una politica solo contro. Dire rottamazione è diverso dall'usare espressioni del tipo garantire il necessario ricambio, perchè questo è politichese. Siamo quelli che ritengono che la politica si faccia a viso aperto e non alle spalle...»
21.55. Renzi fa, quindi, vedere un filmato di Crozza in cui il comico ligure lo prende in giro per poi aggiungere: «Nel paese c'è voglia di riformare la politica. E noin c'è non solo l'antipolitica alla Grillo. Ma come possiamo pensare di cambiare le pensioni se chi deve votare questi provvedimenti non si toglie per prima il proprio doppio trattamento pensionistico?».
22.05. Il rottamatore, dopo aver spiegato il meccanismo del finanziamento della sua campagna, va a tocacr certi fili scoperti: «Il futuro rappresenta una speranza non un incertezza come la classe politica ha voluto inculcare nella mentalità collettiva. Ogni cittadino ha 32.000 euro di debito, come quota di debito pubblico. Paghiamo ogni nno 80 miliardi di interessi sul debito, la stessa cifra che spendiamo per welfare e istruzione. Eppure il cittadino ha creato risparmio, a differenza di altre nazioni (gli Usa) dove oltre al debito pubblico c'è il debito privato».
22.15. E poi ancora: «C'è la necessità di uscire dal provincialismo italiano, attraverso un processo di riavvicinamento all'idea dell'ingresso in Europa effettivo, con una cultura dei popoli e non con una politica ragionieristica e bancaria».
22.30. Renzi disquisisce, quindi, sul ruolo dell'imprenditore: «non deve essere visto come un potenziale evasore ma come una persona che vive in un paese in cui si spende di piu in tasse, in costi dell'energia, in costo del lavoro. La politica contro l'evasione va fatta attraverso l'incrocio delle banche dati, attraverso il collegamento con gli archivi e non con la politica dello scontrino. Il nostro sistema di ricerca dell'evasione è antiquato. Noi proponiamo il sistema americano che permette di recuperare il 50% delle tasse evase». Ma non finisce qui: «Oggi stiamo sicuramente peggio di dieci anni fa: i salari non sono cresciuti come le spese per la benzina, eccetera. Noi proponiamo di aumentare le paghe di quelli che prendono meno di 2000 euro al mese con un aumento di 100 euro. Con questi soldi si può permettere un aumento della spesa» e così via come ogni giorno ci raccontano i media.
In conclusione, cii dice uno dei suoi sostenitori berici, «Renzi parla un linguaggio estremamente semplice e di grande comunicatività . Non usa il politichese e l'uditorio dimostra di apprezzare».
Gli applausi, in effetti, sono stati moltissimi e, soprattutto, apparivano spontanei anche per alcune frasi, molte note, che hanno colpito di più l'uditorio: «non vedo perché non si debba andare alla ricerca del voto degli scontenti: hanno creduto in Berlusconi ed in Bossi e si sono ritrovati traditi nei loro ideali. Oggi sono pronti a votare per chi offre loro un immagine nuova e credibile: perché dovremmo rifiutare questo elettorato? O forse abbiamo la vocazione a perdere tipica di una certa sinistra radical chic?»
Poi il suo mantra della lealtà alle primarie: «se perderò la primarie non chiederò un contentino per me come fecero altri che hanno perso le primarie di Prodi. Io tornerò semplicemente a fare quello che facevo prima e senza polemiche e infingimenti continuerò ad appoggiare chi avrà vinto. Ma succederà lo stesso se dovessi vincere io?» (è a questo punto che Renzi fa ascoltare un'intervista a D'Alema in cui il Presidente del PD si dimostra scandalizzato rispetto ad un'ipotesi di vittoria di Matteo, il fiorentino per l'Italia).
Alla fine il politico, che come molti fa a modo suo lo showman, è stato accolto da un grande applauso: le persone sembravano non volerlo più farlo uscire dal teatro, chi gli chiedeva uno scatto fotografico, chi semplicemente una stretta di mano.
Nel frattempo i comitati vicentini per Renzi hanno "approfittato" della serata per raccogliere centinaia di adesioni. Al momento ci sono comitati a Bassano, Schio, Vicenza, Arzignano, nel basso Vicentino, a Thiene, nella vallata dell'Agno e i coordinatori sono giovani entusiasti del loro lavoro.
Oggettivamente, lo diciamo convinti, un richiamo alla vita politica non può che far bene a chi finora l'ha vista solo come uno strumento che altri usavano per il loro puro beneficio, non sapendo neanche che "politica" viene da polis, città ...
Se poi le scelte dei renziani siano scelte o giuste lo decideranno, appunto, prima gli elettori, poi la storia.
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