Renzi batte Bersani in provincia più che a Vicenza: 43 a 35
Lunedi 26 Novembre 2012 alle 00:43 | 0 commenti
Matteo Renzi, dopo la vittoria in città (il sindaco di Firenze 38.8 %, Bersani 36.7, Vendola 15.0, Puppato 8.8, Tabacci 0.7 (votanti in città : 6536), fa quasi banco anche in provincia. Quando mancano alla conta finale solo 4 comuni le percentuali su ben 34.000 votanti complessivi lo danno, infatti, vincente col 43% contro il 35% del segretario nazionale del Pd, Pier Luigi Bersani. E con la prima frecciatina a Variati dal suo stesso entourage: «Se Renzi ha vinto di pochissimo a Vicenza col sostegno di Variati e ha stravinto in provincia, non è che l'appoggio del sindaco sia stato così efficace ...».
Le percentuali finali le hanno "appurate e certificate" i membri del Comitato per le primarie che stanno per lasciare il quartier generale di Via dell'Oreficeria dopo una giornata intensa di lavoro ma anche di ritrovate emozioni per la politica partecipata.
E' quello che si leggeva, ce l'ha raccontato chi c'era, negli sguardi stanchi di Federico Ginato, Luca Fantò, Mattia Pillan e di tutti i rappresentanti locali dei 5 candidati alle primarie.
Ora una notte di riposo, ma da domani riparte la fase più dura, quella finale.
Con due obiettivi, lo hanno già dichiarato in tv tutti i candidati, i due che vanno al ballottaggio e i tre fuori, in primis Nichi Vendola, il più "pesante" portatore di consensi e, ora, il più corteggiato, c'è da scommettere, da chi vuole i "suoi" voti al ballottaggio.
Il primo è quello di vincere la corsa per rappresentare il centro sinistra alle prossime elezioni politiche, il secondo è quello di arrivarci con un Pd e una coalizione che nel frattempo non vadano in frantumi.
Tanto più che i commentatori nazionali leggono certe sconfitte di Bersani nelle cattedrali storiche del Pci come l'espressione di un'insoddisfazione della base storica del suo partito contro i vecchi dirigenti che l'ha portata a votare Renzi. Solo per dare un messaggio a Bersani?
Sarà una delle domande a cui i candidati rimasti in campo e quelli che giocheranno la partita dei sostegni dovranno provare a dare delle risposte immediate per una campagna finale di pochi ma intensissimi giorni.
A cui Mario Monti guarderà con interessata attenzione.
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