Quotidiano | Categorie: Politica

Referendum, l'esultanza del fronte del No di Vicenza con M5s, FdI, Pci, Lega, Fi

Di Redazione VicenzaPiù Lunedi 5 Dicembre 2016 alle 15:35 | 0 commenti

ArticleImage

Di seguito le note di soddisfazione di partiti e politici che hanno sostenuto il No, all'indomani del risultato del referendum costituzionale del 4 dicembre

Comitato No Vicenza: È terminata - spiega il Coordinatore Giorgio Conte - come molti non immaginavano nemmeno, una campagna referendaria opaca, sleale, a tratti persino disgustosa. Anche in Italia, dopo l'esperienza inglese e americana, i grandi mezzi di comunicazione non hanno compreso ciò che stava avvenendo, non hanno interpretato il comune sentire degli italiani che avrebbero respinto una riforma pasticciata imposta da una maggioranza politica anomala.

Le ingerenze internazionali si sono dimostrate più dannose che inutili ed oltre alle dimissioni di Renzi sarebbero opportune anche quelle dei vertici di alcune associazioni (da Confindustria a Coldiretti) asservite in modo indecoroso all'oramai ex Premier. Gli italiani hanno dimostrato, ancora una volta, di essere liberi e forti. Il centrodestra, che in questa fase ha ritrovato la sua unità, deve invece lavorare ad una seria proposta di governo fatta di poche ma chiare priorità. Accanto ad esse, la previsione di una nuova Assemblea Costituente che potrà finalmente lavorare ad una riforma costituzionale largamente condivisa. Il Comitato per il No di Vicenza, che ho voluto con Elena Donazzan, può ritenersi soddisfatto. La grande affluenza vicentina e la vittoria del NO sono motivi di grande orgoglio perché il risultato di un forte impegno, lungo oltre tre mesi, rappresentato da oltre 50 incontri e confronti pubblici.

Movimento 5 Stelle Vicenza: L'esito del Referendum Costituzionale - fa sapere Daniele Ferrarin - è l'affermazione della democrazia di un popolo sovrano, è la vittoria dei cittadini che hanno saputo difendere le istituzioni democratiche da avventurieri legati alle potenze finanziarie internazionali e alle lobby affaristiche delle grandi opere. Loro, i cittadini, sono stati e sono tuttora gli attori principali di questa lunghissima campagna elettorale che ha sancito la sconfitta del Governo Renzi-Boschi-Verdini. La Costituzione ha certamente bisogno di essere rimodulata alle mutate condizioni economico sociali dell'Italia, ma va riformata con il contributo e la partecipazione dei cittadini, della società civile, della rappresentanza dei lavoratori e dei rappresentanti delle categorie economiche. Ma, innanzitutto, vanno attuati i principi basilari costituzionali del diritto al lavoro e il disimpegno di interventi militari all'estero che pesano gravemente nel Bilancio dello Stato. Rimangono poi da risolvere questioni che un Referendum Costituzionale non può risolvere: una società giusta dove in primo piano vi sia la centralità dell' essere umano e con esso i suoi bisogni; la possibilità per tutti di avere una casa, un lavoro, un reddito e poter avere accesso agli studi, affermando i valori della cultura e del sapere; un sistema che non veda la supremazia dello sfruttamento dell'uomo sull' uomo e che contrasti senza condizioni il disegno del nuovo "schiavismo" che il capitalismo globalizzato ha imposto; diffondere la cultura della pace, della tolleranza, del rispetto dell'ambiente, di un impegno intransigente contro le opere inutili, dare voce a chi non c'è l'ha e smantellare privilegi anacronistici. Tutto questo non sarà regalato dall'attuale sistema, ma dovrà essere conquistato dai cittadini che dovranno, con il loro voto, demolire un sistema “partitocratico” proteso a difendere i propri interessi. 

FdI-An-Mcr: “Quando il Popolo Sovrano può esprimersi contro l'arroganza di governi abusivi e l'arroganza dei poteri forti il verdetto è scontato e la voglia di partecipazione, dimostrata in questo caso dall’affluenza record, è al di là di ogni più rosea aspettativa” queste le parole di Sergio Berlato, Consigliere regionale del Veneto e Coordinatore regionale di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale, sull’esito del referendum costituzionale. “La valanga di NO ha travolto Renzi ed il suo Governo, troppo attenti agli interessi delle lobbies finanziarie e bancarie, ma poco attenti alle esigenze delle imprese, delle famiglie e dei cittadini” prosegue Berlato.  Sugli eventuali scenari futuri il Coordinatore regionale di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale è deciso “non vogliamo altri Governi tecnici. Adesso bisogna restituire al più presto agli italiani il diritto di eleggersi i propri rappresentanti in Parlamento. Renzi tenterà di prendere più tempo possibile, tentando di far dimenticare agli italiani la sonora bocciatura ricevuta, magare usando i suoi ben noti mezzucci da illusionista ai quali ci ha abituato in questi anni". “Ci auguriamo che il Presidente della Repubblica prenda atto della volontà degli italiani e, se non dovesse sciogliere le Camere, tentare la via del solo Governo di scopo atto a varare una nuova legge elettorale che ci porti al voto anticipato quanto prima. Ogni altra alchimia di palazzo rappresenterebbe un vero e proprio schiaffo alla volontà popolare così chiaramente espressa con il voto di ieri” afferma Berlato.

PCI e FGCI (federazioni regionali del Veneto): Sconfitta la revisione costituzionale voluta dal governo Renzi. Il voto di ieri ha dimostrato la volontà popolare di resistere al tentativo di stravolgimento della Costituzione. La grande affluenza alle urne e la netta vittoria del NO in tutto il territorio nazionale (la risicata affermazioni del SI in tre regioni sono l'eccezione che conferma la regola) ci insegnano che la scelta dell'elettorato non è stata “di pancia” e anti-tutto. È stata una chiara scelta Politica in difesa dei diritti costituzionali e di quella “sovranità che appartiene al popolo” che venivano messe in discussione dalla revisione costituzionale votata a stretta maggioranza da un parlamento di fatto delegittimato dalla sentenza della Corte Costituzionale sulla legge elettorale denominata “porcellum”.

La valanga di voti in difesa della Costituzione dimostra come non si possa pensare di governare in maniera democratica un paese attraverso architetture istituzionali che danno la maggioranza a chi è minoranza. È una condanna del sistema maggioritario che è stato una delle cause principali della “cattiva politica” di questi ultimi decenni e dello scollamento tra istituzioni e cittadini. Ma c'è un'altro aspetto che, certamente, deve essere analizzato con attenzione ma che si può già da ora evidenziare. Chi ha vinto il referendum sono state soprattutto quelle forze politiche, sociali e quelle associazioni oggi emarginate, spesso vilipese e considerate “vecchie”. Ha vinto quella che Renzi definiva con volgare disprezzo “accozzaglia”. Ha vinto l'A.N.P.I. con la sua determinazione in difesa della Costituzione nata dalla Resistenza. Hanno vinto i Sindacati di Base che da subito si sono schierati per il NO. Ha vinto la CGIL che, finalmente e dopo qualche mese ha invitato a votare NO. Ha vinto la cosiddetta “sinistra radicale”. Hanno vinto i comunisti, quei “mille con la bandiera rossa e i simboli del lavoro” che, senza risorse economiche e con la sola forza della passione politica hanno portato avanti una battaglia di vero cambiamento nelle piazze, nei quartieri, davanti alle fabbriche. Un cambiamento che non può che derivare dalla piena attuazione di quella Costituzione che il governo Renzi voleva stravolgere. Ha perso, invece, l'arroganza di un governo che ha creduto di imporre la sua volontà a un popolo che credeva rassegnato. Ha perso chi ha voluto scrivere una “riforma” costituzionale in maniera sbagliata, confusa, illeggibile. Sono stati sconfitti Confindustria e la CISL, le grandi banche d'affari, i vari personaggi simbolo del capitalismo più sfrenato da Marchionne a Briatore a Renzo Rosso che si sono schierati per il Sì. Hanno perso Schauble e gli Stati Uniti, la BCE e il Fondo Monetario Internazionale che prefiguravano scenari apocalittici qualora vincesse il NO. Ha perso chi chiedeva democristianamente di “turarsi il naso” o di “succhiare l'osso”. Ha perso chi chiedeva un Sì perché “bisognava pur cambiare qualcosa” senza chiedersi se in meglio o in peggio. Ha perso la “grande” informazione nazionale e internazionale. E, soprattutto, nonostante i milioni spesi in campagna elettorale, nonostante l'arroganza dimostrata e la presenza continua di Renzi e dei suoi seguaci in tutti i giornali e le televisioni a ogni ora e tutti i giorni, ha perso l'apparenza e ha vinto la sostanza. Quello di ieri non è stato un “voto di pancia”, è stato un voto di cittadini pensanti che vogliono ritornare ad essere parte di un popolo sovrano e non sudditi che si possono convincere con alcune promesse e qualche elemosina. Il compito che ci aspetta adesso è di continuare la lotta per la piena occupazione, perché il lavoro sia garantito, sicuro e giustamente retribuito. Lottare per una società più giusta. Perché la democrazia, la dignità del lavoro, la ridistribuzione della ricchezza, la salute e l'istruzione tornino ad essere diritti universali garantiti da uno Stato protagonista e non solo finanziatore delle imprese private. Perché sia garantito a tutti il diritto alla casa e a vivere in un ambiente che non sia devastato dalla speculazione. Perché i diritti siano proprietà di chi vive del proprio lavoro e non vengano piegati al profitto di qualche padrone.

Continueremo a lottare per la piena attuazione della Costituzione nata dalla Resistenza.

Prc Veneto: In questi anni - afferma Paolo Benvegnù - nel succedersi di governi di centrodestra, tecnici e a guida PD, il tratto comune è stato il progressivo smantellamento del sistema del Welfare e dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Le conseguenze di queste politiche sono sotto gli occhi di tutti: disoccupazione di massa, precarizzazione del lavoro, crescita della povertà fino alla indigenza di quote crescenti della popolazione del nostro paese, concentrazione della ricchezza in una parte minoritaria. Il dato che traspare dai risultati del referendum, quelli disponibili letti sul piano nazionale e locale, indicano con chiarezza che non solo una larga maggioranza ha votato per il no, ma che i risultati più netti, la forza trainante del no viene soprattutto dalle aree di maggior sofferenza sociale, dal Sud e dalle periferie urbane. Una chiara indicazione del fatto che la natura popolare di questa vittoria del NO travalica gli schieramenti politici e assume un chiaro connotato di ribellione alle politiche di massacro sociale di questi anni. Dopo il referendum costituzionale del 2006, ora per la seconda volta, il tentativo di concentrazione di poteri nell’esecutivo, la sostanza delle riforme costituzionali promosse prima dalla destra e poi dal PD - lo spostamento del potere dal basso verso l’alto - ha ricevuto di nuovo un rifiuto netto ed inequivocabile. Questa vittoria va consolidata e resa fonte di una politica attiva per l’attuazione dei contenuti vivi e fondanti della Costituzione italiana, i contenuti di libertà ed eguaglianza, contro il crescere delle diseguaglianze, della tutela del lavoro e dei suoi diritti contro il loro progressivo smantellamento. E’ da qui che noi partiamo, dalla necessità resa evidente dai risultati di questo referendum, di una chiara svolta nel governo del paese, di rottura con le politiche economiche e sociali dominanti in questi anni, fuori e in alternativa alla destra populista e liberista e al partito democratico, il partito del jobs act, delle privatizzazioni, della controriforma confindustriale della scuola e della controriforma costituzionale. Le forze che sono state protagoniste della campagna per la difesa della Costituzione e per l’attuazione dei suoi contenuti, le reti che in tutto il paese e nel Veneto hanno dato vita ai Comitati per il NO, hanno forti ragioni per dare continuità e corpo a un’iniziativa di massa che abbia il suo cuore nella difesa dei diritti sanciti dalla Costituzione e la loro applicazione. Per il lavoro, la sanità pubblica e la scuola pubblica, per la difesa del nostro territorio e dell’ambiente, per l’uguaglianza tra le cittadine e i cittadini. Per dare uno sbocco anche politico ed elettorale alla domanda popolare di radicale cambiamento che si è espressa nel voto di domenica 4 dicembre 2016. Costruire un sinistra di popolo e antiliberista per una vita degna per tutte e per tutti!

Lega Nord – Liga Veneta di Vicenza: La provincia di Vicenza, secondo i dati ufficiali del Ministero dell’Interno, è stata la provincia veneta dove il No ha ottenuto il migliore risultato: il 63,13 % dei voti. Anche i risultati dell’affluenza sono stati da record: in provincia di Vicenza il 78,50 % degli elettori è andato a votare. Una partecipazione democratica che da tempo non vedevamo sul nostro territorio. Questo è il risultato di un lavoro capillare ed efficace che tutti, dai nostri rappresentanti politici ai Segretari di Sezione, militanti, sostenitori e simpatizzanti, hanno fatto in questi tre mesi di campagna elettorale. Un sentito grazie deve andare a tutti i nostri rappresentanti istituzionali, che hanno partecipato ai quasi 60 incontri che abbiamo organizzato sul territorio, coprendo capillarmente tutta la provincia di Vicenza, prima nel Veneto anche per il numero di eventi organizzati. Grazie ai Segretari di Sezione e Circoscrizione che hanno coordinato l’organizzazione e partecipato attivamente agli incontri sul territorio; senza la loro disponibilità ed il loro aiuto, non avremmo potuto raggiungere un risultato così importante. Grazie ai militanti, sostenitori e simpatizzanti che hanno attaccato i manifesti sulle plance elettorali, che hanno organizzato i gazebo nelle piazze, che hanno volantinato alla sera o nelle pause di lavoro casa per casa, ma soprattutto grazie a tutti quelli che stanotte come rappresentanti di lista hanno presenziato ai seggi e vissuto in prima persona lo spoglio delle schede, tenendosi in contatto e scambiandosi i dati in tempo reale. Il Commissario Franco Manzato dichiara: “Un’esperienza davvero emozionante, che dimostra che la Lega Nord – Liga Veneta di Vicenza è unita ed organizzata, con tanta voglia di fare e di continuare a portare avanti un progetto politico ben preciso che ha, fra i nostri principali obiettivi, una sempre più spinta autonomia per il Veneto”

“Il risultato di questo referendum, anche a Vicenza, boccia le maldestre politiche del Governo Renzi. Ad una riforma Costituzionale scritta male, va aggiunto un totale immobilismo sul tema del risparmio e una riforma del mercato del lavoro che precarizza sempre più”. Lo afferma Matteo Celebron, segretario cittadino della Lega Nord, che commenta così il risultato sul referendum costituzionale. “Con questo voto – afferma Celebron – il popolo non solo ha bocciato la riforma costituzionale, ma di fatto ha mandato un segnale alle politiche attuate in questi anni dal Governo Renzi. I reali problemi dei cittadini sono stati dimenticati, mentre il Premier continuava a raccontare un’Italia che non esisteva”. “Oltre a tematiche importanti quali sicurezza ed immigrazione – continua il segretario del carroccio – qui da noi a pesare è stata l’inerzia dell’esecutivo Renzi in materia di risparmio e lavoro, con gli azionisti delle due popolari venete truffati ed inascoltati. Un’inevitabile bocciatura anche per il Partito Democratico vicentino e per Achille Variati, plenipotenziario sindaco e presidente di Provincia”. “Ora inizia un nuovo cammino – conclude Celebron – che ci vedrà in prima linea soprattutto per il referendum sull'autonomia del Veneto che si terrà la primavera prossima. E’ arrivato il momento, dopo aver mandato a casa Renzi, di inviare un segnale forte a Roma per quello che sarà un momento storico per il popolo veneto”.

“Game over, Renzi a casa, si torni a votare il più velocemente possibile: questo è il messaggio della straordinaria valanga di NO con cui i cittadini italiani hanno seppellito per sempre la fallimentare esperienza del Governo dei Renzi, degli Alfano, dei Verdini, e del regista di tutti i governicchi degli ultimi anni: Giorgio Napolitano. Il voto del popolo è stato chiarissimo e rappresenta una picconata all’establishment e a quei poteri forti che, a Roma e a Bruxelles, hanno creato il “mostro” Renzi e che tanti danni hanno fatto al nostro Paese in questi anni”. Lo dichiara l’europarlamentare della Lega Nord, Mara Bizzotto, dopo la netta vittoria del NO al referendum costituzionale. “Dopo questo nettissimo pronunciamento popolare contro Renzi, si vada a votare il prima possibile - conclude l’eurodeputata leghista Mara Bizzotto – Dopo ben 3 governi (Monti, Letta e Renzi) imposti dalla UE e non eletti dal popolo, i cittadini italiani hanno il sacrosanto diritto di votare subito un nuovo Governo e un nuovo Presidente del Consiglio”.

Forza Italia: “Il risultato della consultazione è storico. Straordinario è il risultato che in Veneto ha fatto registrare il 61,87% per il NO e il 38,13% per il SI con l’affluenza più alta tra tutte le Regioni, pari al 76,66%”. Sull’esito del Referendum costituzionale intervengono, con una nota, i Consiglieri del Gruppo consiliare di Forza Italia Massimiliano Barison, Massimo Giorgetti ed Elena Donazzan. “Che il dato sia storico - proseguono gli esponenti azzurri - lo dimostra il confronto con l’affluenza alle altre consultazioni referendarie: ad esempio con i precedenti due referendum costituzionali del 2001 (34,1%) e del 2006 (52,5%). I Veneti non si sono fatti condizionare dalla potenza mediatica messa in campo dal governo, o dai recenti viaggi con annessi firme di ‘Patti’, o dalle regalie dell’ultimo momento, come lo sblocco di contratti fermi da molti anni. È la fine del centralismo e soprattutto dell’Eldorado raccontato dal premier, e la richiesta forte di affrontare invece i problemi veri e reali della gente: immigrazione, lavoro, sicurezza, futuro per i giovani”. “In Veneto - puntualizzano - i cittadini reclamano più autonomia e la risposta al neo centralismo di Renzi è stato plebiscitario. Non solo non devono essere spogliate le Regioni delle loro funzioni, ma la richiesta è che il Veneto ne abbia di maggiori. Questo è il voto di un Veneto che vuole contare di più. Continuare ad ignorare questa attesa è sbagliato e pericoloso, perché l’onda di protesta si leverà sempre più forte. Il dato della Sicilia la dice lunga sul fatto che questo sia stato un forte voto di protesta: in una Regione a statuto speciale, quindi dove nulla cambiava, ha stravinto il NO con oltre il 71% contro una media nazionale del 59%”. “Ora confidiamo che sia il presidente della Repubblica a capire questa forte protesta - concludono Barison, Giorgetti e Donazzan - dando compito al Parlamento di aggiustare l’Italicum, sciogliendo poi le Camere per il voto. Ogni ulteriore dilazione dei tempi è un accanimento terapeutico inutile e dannoso per il Paese” .

"Nei mesi di intensa e capillare campagna elettorale, iniziata la scorso 28 giugno con la nascita del nostro Comitato per il No, insieme all'amico Giorgio Conte abbiamo organizzato oltre cinquanta incontri sul territorio in cui abbiamo spiegato ai cittadini che il Veneto avrebbe perso autonomia con le nuove norme costituzionali e siamo stati in grado di far capire loro che quelle norme avrebbero inciso in modo significativo sulla nostra vita. Non solo: quello che i veneti hanno espresso, e gli italiani più in generale, è anche un voto politico contro le misure del governo Renzi, incapace di dare risposte concrete alle esigenze del popolo italiano. Un altro fatto è emerso inoltre da questa consultazione referendaria: che spocchia e arroganza, mostrate da Renzi, dalla Boschi, e dai loro accoliti in molteplici situazioni, non pagano mai. Ora è necessario promulgare subito una nuova legge elettorale per tornare al più presto al voto. Gli italiani, che ieri hanno dato grande dimostrazione di quanto desiderino essere popolo sovrano, hanno il diritto di eleggere il proprio governo, dopo troppo anni di 'governicchi' che hanno fatto più danni che altro. In questo quadro il centrodestra deve riorganizzarsi e compattarsi, per esprimere una credibile proposta di governo, magari copiando il virtuoso ed efficiente modello veneto". Lo afferma in una nota l'assessore regionale del Veneto di Forza Italia, Elena Donazzan, commentando l'esito del referendum costituzionale che ha evidenziato una vittoria schiacciante del 'No'.


Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network