Referendum costituzionale, PCdI di Vicenza: Confindustria comanda il governo
Venerdi 27 Maggio 2016 alle 16:45 | 0 commenti
PCdI di Vicenza
Confindustria non solo è dalla parte del governo, lo comanda. Ormai è “quasi†ufficiale. I padroni, molto probabilmente, voteranno “sì†al referendum costituzionale. Bisognerà aspettare il 23 giugno quando il consiglio generale di Confindustria deciderà “la posizione e le conseguenti azioni sul referendum†ma il primo discorso del nuovo presidente di Confindustria Vincenzo Boccia appare, con quelle parole inequivocabile in tal senso. Qualcuno poteva nutrire, forse, qualche dubbio? Non credo.
La Costituzione nata dalla Resistenza è “troppo socialista†per chi è abituato a comandare. Per chi fa del profitto lo scopo della propria vita è meglio, infatti, trattare con un consiglio di amministrazione piuttosto che avere un parlamento democraticamente eletto dal popolo. È nella logica delle cose. Dalle parole confindustriali e dalle richieste di “lorsignori†risulta evidente come quello di Renzi e complici sia il governo dei padroni, che risponde ai padroni, che fa gli interessi dei padroni. Ed altrettanto chiaro come sia il PD il vero partito dei padroni, che risponde ai padroni, che fa gli interessi dei padroni.
Bisogna prendere atto che anche quella che (ormai è un ossimoro) viene denominata "sinistra del pd" null'altro è che la foglia di fico di un potere oligarchico che vuole confondere le idee. E chi si dice ancora di sinistra (e vive nel pd) non solo vive in questa confusione ma sta diventando complice della devastazione democratica e istituzionale che subisce (e subirà se non saremo in grado di fermarla) l'Italia. Uno stato che non sarà più, di fatto, una "repubblica democratica fondata sul lavoro" ma un'azienda dipendente dalle logiche di profitto di "lorpadroni".
E se qualcuno pensa che Vincenzo Boccia sia diventato il portavoce di Matteo Renzi sbaglia. Questo governo non è nient'altro che il burattino di una confindustria e di un potere finanziario che tirano i fili. Lo è sempre stato. È nato per questo.
Guardiamo attentamente quello che sta succedendo. L'occupazione di ogni organo di informazione da parte dei fautori della controriforma costituzionale, gli sttacchi contro l'ANPI e la delegittimazione di chiunque voglia difendere la Costituzione (e, magari, lotta per attuarla) ci devono ricordare quello che è successo oltre trent'anni fa.
Il referendum costituzionale di ottobre, infatti, sta sempre più assumendo caratteristiche simili a quelle del referendum sulla scala mobile. Allora la sconfitta, pur se di misura, del PCI (già orfano di Berlinguer, con una CGIL capitanata da Lama che – ed è un eufemismo – non si diede molto da fare per vincere il referendum e con un Napolitano sempre più contiguo a Craxi) fu come la rottura di un argine. La cancellazione dei diritti di chi vive del proprio lavoro fu impetuosa e brutale.
Oggi dobbiamo tentare con tutte le nostre forze che quella sconfitta non si ripeta.
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