Referendum Costituzionale, Donazzan e Hullweck dicono No ad una riforma inutile e dannosa per il Veneto
Martedi 27 Settembre 2016 alle 19:25 | 0 commenti
Questa mattina, 27 settembre, durante la conferenza congiunta dei comitati per il No alla riforma costituzionale, è stato ribadito con forza la contrarietà alla riforma Boschi - Renzi su cui gli Italiani saranno chiamati a votare il 4 dicembre prossimo. In aggiunta alle critiche di Paolo Franco, Ettore Bonalberti, sono state durissime quelle espresse da Elena Donazzan "questa riforma vanificherà tutta la buona amministrazione della regione del Veneto".
Riferendosi in particolar modo al modello produttivo regionale "il Veneto oggi ha il minore tasso di disoccupazione. Non abbiamo dispersione scolastica, facciamo meglio di Friuli Venezia Giulia e per certi indicatori anche di Trento, province autonome o regioni a statuto speciale. Tutto questo se passa il Si non ci sarà più. Perché la riforma costituzionale prevede che le politiche del lavoro, della formazione, non siano più delle regioni".
Ma la critica della Donazzan non si ferma alla sola riforma costituzionale "questo referendum ci cancellerà anche la probabilità remota di andare a contrattare, perché questo è un Governo centralista, forse il peggiore della storia".
Citando poi i temi dell'istruzione e il caos prodotto con gli algoritmi sbagliati e i docenti inviati in ogni parte della Nazione senza una chiara risposta a quelle che sono le esigenze territoriali che invece rimanendo gestite dalle regioni permetterebbero di rendere i migliori servizi alla collettività ."Se si crede nel buon governo dei nostri territori si deve votare No con convinzione". Dello stesso avviso è stato Giorgio Conte nel dirsi convinto sostenitore del No, aggiungendo di essere favorevole ad un processo di revisione costituzionale ma diverso di quello proposto dalla riforma Boschi-Renzi.
Enrico Hullweck, ex-sindaco di Vicenza, paragona la presentazione del referendum a firma Renzi ad un risotto ai funghi, dove dietro all'ottimo profumo di un succulento piatto si nasconde il veleno contenuto da uno dei funghi stessi. Sostenendo che il veleno sta nella proposta imbroglio del quesito referendario, che si presenta in modo invitante ma nascondendo all'interno della riforma proposte banali e presentate con parole sbagliate. Dall'abolizione del CNEL "che si poteva eliminare tranquillamente senza fare un referendum", al finto risparmio di denaro con la riforma del senato "chi è stato parlamentare si rende perfettamente conto che è una barzelletta dire che si riducono i costi della spesa politica riducendo il numero dei senatori. Se si voleva fare una cosa seria bisognava abolire il senato. Tenere in piedi un senato che deve fare delle funzioni non più ben chiare con una struttura che è veramente strana è pericoloso per la politica e non serve alla riduzione delle spese" aggiungendo che le spese del Senato non sono solo gli stipendi dei senatori ma dell'intero apparato, a cui si andranno ad aggiungere i costi di quei senatori che al seguito di addetti stampa e funzionari dovranno raggiungere periodicamente la Capitale per espletare le funzioni istituzionali. Spese complessive che alla fine - secondo Hullweck - saranno maggiori del costo degli stipendi che oggi percepiscono i senatori.
In conclusione, dopo le ulteriori critiche su "una riforma malscritta" così definita da Erik Pretto, è stato reso noto che tra un paio di giorni verrà reso pubblico il programma delle iniziative elettorali che i tre comitati svolgeranno sul territorio; a cui vanno ad aggiungersi alle azioni degli altri comitati ma facenti capo ad altre forze politiche e non.
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