Redi di Barbarano, dall'Europa fondo sociale per la riqualificazione dei lavoratori licenziati
Sabato 7 Aprile 2012 alle 11:07 | 0 commenti
On. Mara Bizzotto, Lega Nord - La Commissione Europea risponde all'On. Bizzotto sul caso REDI HT di Barbarano Vicentino (Vi). "L'Autorità di gestione della Regione Veneto ha il compito di verificare che i fondi europei non siano andati a sostenere la rilocalizzazione all'Interno dell'UE"
"Il Fondo sociale Europeo, tramite il Programma operativo Veneto 2007-2013, può contribuire al reinserimento nel mercato del lavoro dei dipendenti licenziati fornendo loro un sostegno alla formazione in vista di una loro riqualificazione professionale".
Così l'europarlamentare della Lega Nord Mara Bizzotto annuncia la risposta della Commissione Europea alla sua interrogazione urgente sul caso REDI HT di Barbarano Vicentino (VI), l'azienda di proprietà di una multinazionale belga che ha deciso, pur essendo in attivo, di delocalizzare in Polonia, con il conseguente licenziamento di 43 dipendenti.
All'interrogazione sulla Redi HT dell'on. Bizzotto ha risposto il Commissario Europeo all'Occupazione Laszlo Andor che, tra le altre cose, ha ricordato come "l'Autorità di Gestione della Regione Veneto, responsabile del Fondo europeo di sviluppo regionale, abbia il compito di accertare se i contributi finanziari europei non siano serviti a sostenere la rilocalizzazione all'interno dell'UE".
"Come già avvenuto per la DITEC di Quarto d'Altino (VE), anche nel caso REDI HT la Commissione ha tentato di individuare alcune possibili forme di sostegno ai lavoratori che resteranno senza occupazione - spiega la Bizzotto - Queste risposte però non sono sufficienti: molto di più e molto di meglio resta ancora da fare per porre un freno a tutti quei casi di delocalizzazione selvaggia, come la REDI, che riguardano multinazionali sane e in attivo che traslocano in altri Paesi UE soltanto per trarre vantaggi in termini fiscali e previdenziali".
"Per questo motivo ho avanzato una serie di proposte che spero possano essere accolte dall'UE - aggiunge l'on. Bizzotto, membro della Commissione Occupazione-Affari Sociali dell'Europarlamento - Prima fra tutte la revisione del Regolamento del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG), per il quale proporrò di estendere la sua applicazione anche ai casi di delocalizzazione che avvengono all'interno dei Paesi UE e non solo per i Paesi extra UE".
"Altra priorità sulla quale è necessario concentrarsi sarà l'istituzione di un fondo di emergenza per i lavoratori che si trovano a vivere il trauma di un licenziamento improvviso da parte di aziende sane che scelgono di delocalizzare soltanto per aumentare i propri profitti - continua l'On. Bizzotto - Tale Fondo europeo d'emergenza per i lavoratori dovrà poter essere attivato entro poche settimane dal verificarsi dell'evento, a differenza del FEG e degli altri strumenti attualmente predisposti dall'UE".
"Altro aspetto su cui lavorare è lo stop ad ogni tipo di finanziamento europeo alle aziende che delocalizzano. Per questo sarà necessario modificare il nuovo Regolamento dei Fondi Comunitari per il periodo 2014-2020, affinché le aziende che hanno percepito finanziamenti per investire in un dato territorio, siano tutte vincolate a rimanervi per almeno 7 anni (non più 3 come oggi previsto in Italia) e non possano abbandonarlo dopo aver rapidamente consumato i fondi europei di cui hanno beneficiato" conclude l'On. Bizzotto.
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