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Obbligazioni subordinate e subordinati alle "obbligazioni": stampa sadicamente recidiva

Di Gianfri Bogart Venerdi 18 Dicembre 2015 alle 01:28 | 0 commenti

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«Rapinare una banca è poca cosa rispetto a fondarne una» diceva non un rivoluzionario marxista del millennio scorso ma Bertold Brecth. Ora invogliare a comprare o a non vendere obbligazioni subordinate di banche a rischio o in "ristrutturazione", come le "nostre" Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, che di bond subordinati ne hanno in giro rispettivamente 895 e 731 milioni, è in effetti poca cosa rispetto ad aver consigliato (ex vertici del Cda, Zonin e Zigliotto, ed ex dg Sorato amplificati, a comando o per "subordinazione ideologica" non si sa, non volendo credere all'ignoranza, dall'altrettanto "nostro" quotidiano locale e ora indagati dalla Procura) di comprare azioni a 62,50 euro solo pochi mesi fa.

Eppure fin dal 2008 per denunce alla Procura di Vicenza, arenatesi e poi sbloccate per ordine della Cassazione con esiti minimi, se non quando il bubbone era già scoppiato, e  dal 2010 per le nostre umili denunce si poteva per lo meno suggerire estrema prudenza.

Come estrema prudenza andrebbe oggi adottata da coloro, gli stessi di prima, che scrivono sullo stesso giornale lo scorso 16 dicembre: «Nel bailamme della polemica, infiammata dal dramma del pensionato suicidatosi per il crac delle obbligazioni subordinate di Banca Etruria... i titoli di BpVi e Veneto Banca, associati in maniera forzata agli istituti "salvati"..., hanno subito un'ondata di vendite che ha spinto i prezzi ai minimi storici, con rendimenti arrivati a scontare il fallimento (13-14% per titoli con scadenza a 2-3 anni)... Ieri (il 15 dicembre, ndr), in un colpo solo, il mercato è diventato più fiducioso: l'obbligazione BpVi 8,5% 28dc18 è stata quella che all'Eurotlx ha messo a segno il maggiore rialzo, passando dagli 84,42 di lunedì ai 94,87, con un rialzo del 12,4%. E sono andate benissimo (+7%) le ultime obbligazioni piazzate agli istituzionali. A questi prezzi, un rapporto di Hsbc invitava gli stessi investitori a incrementare le posizioni...».

Beh, tranquilli allora, cari azionisti che con i consigli dei funzionari della banca e incoraggiati dalla stampa locale prima avete acquistato a 62,50 euro azioni che si preparano a scendere ben sotto i 20 euro, ad essere... ottimisti. Tranquilli e, visto che per un periodo lungo un... giorno, il 15 dicembre, i bond subordinati di BPVi hanno messo a segno un rialzo dopo il baratro da "fallimento", incrementate pure le vostre "posizioni"...

In fondo vanno di pari passo il masochismo di chi si autoflagella perdendo soldi e il sadismo di chi spinge a investire quei soldi con "profili" da speculatori e non da piccoli risparmiatori, che si fidano del direttore che vende titoli da "musina" e di certi articoli che leggono e che sparano certezze a senso unico, come è "unico" il giornale che le ospita (le promuove?).

Eppure farebbero riflettere chiunque bond emessi anche a tassi sopra il 10% (più di dieci volte un normale tasso di un deposito tranquillo, "oggi" fino a 100.000 euro, ricordate il nostro warning solitario il 2 aprile scorso sul "bail in") e, per giunta, con tagli anche di mille euro o di poche migliaia di euro e destinati quindi a una massa di investitori, digiuni, e se lo dice Renzi..., di informazione finanziaria.

Ma, se il vostro impulso al masochismo ancora non vi lascia dopo aver letto che per l'esito positivo di un lungo giorno converrebbe "incrementare le posizioni" (più è il rischio di farsi male, più intenso è il piacere), riflettete almeno sull'invito di Banca d'Italia al Governo e al Parlamento a varare una legge che vieti la vendita di prodotti come le obbligazioni subordinate agli sportelli.

Se sul quotidiano unico locale non si mostra pentimento, e compassione, per le migliaia di suoi lettori che hanno seguito gli inviti a comprare azioni da "musina" (ma si sa, le regole del mercato pubblicitario e l'etica tanto cara al presidente di Confindustria, Giuseppe Zigliotto, titolare pro tempore del controllo di quel giornale...), almeno Bankitalia, corresponsabile prima dei mali delle nostre banche locali e della parte del sistema bancario malato, l'ha capito: errare è umano, perseverare è diabolico.

Allora cosa fare con i bonds subordinati?

La prima cosa utile è leggere tutti, gli altri e  noi, ma soprattutto leggere la stampa nazionale. Il Sole 24 Ore ad esempio è sempre confindustriale, ma ha un pedigree ben diverso e, se si fa condizionare, non subisce di certo il fascino delle nostre care "banchette". Come dimostrò quando spesso riportavamo le sue analisi (insieme a quelle del Corriere dela Sera e di Milano Finanza) e i suoi dati su BPVi e Veneto Banca quando, invece, altri "indigeni", banchieri e megafoni "subordinati", urlavano contro i suoi presunti complotti.

Leggere tutti, dicevamo, ma non farsi convincere da nessuno se non con l'aiuto di un vero esperto, che non può essere nessuno dei giornalisti locali, nè quelli subordinati alle "obbligazioni" che hanno col potere che li finanzia o li possiede, nè noi stessi, i "peggiori", visto che ci piace essere "insubordinati".

Se noi le avessimo, ma non abbiamo nè azioni nè obbligazioni perchè la nostra fortuna è stata la nostra "sfortuna" economica, potremmo solo dirvi cosa faremmo noi.

Se è vero che le obbligazioni subordinate sono in ripresa, decidete di liberarvene col minor danno possibile, se vi servono soldi ora.

Se non è indispensabile per voi monetizzare subito le azioni e le obbligazioni della BPVi e della Veneto Banca tenetele entrambe (magari incrementado le azioni ai nuovi prezzi) perchè la contendibilità in Borsa, decisa dai loro validi AD, Iorio e Carrus, non prevedendo il limite suicida del 5% per i diritti di voto, porterà a una caduta di valore inferiore rispetto a quella prevista per i titoli delle due Popolari venete.

E puntate su una proprietà nuova e di più ampio respiro, nazionale o internazionale, rispetto alle provinciali camarille locali.

Perchè solo rispondendo agli interessi di tutti gli azionisti (e non soprattutto alle voglie privilegiate delle caste e castine che hanno ricacciato Vicenza nel medioevo dell'economia e della finanza) questi due manager o chi verrà, dopo i nuovi assetti decisi dal libero mercato, potranno continuare nell'opera di risanamento perchè la gestione diventi più efficiente e remunerativa. E, quindi, perchè le azioni e i titoli vari dal baratro risalgano un passo alla volta.

 


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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