Raniero, Usb: nè Equitalia, nè EquiVicenza ma internalizzare le riscossioni
Venerdi 18 Maggio 2012 alle 19:37 | 0 commenti
Germano Raniero, Usb - Un Fisco più equo ... e senza Equitalia! E senza EquiVicenza ...! In questi giorni Equitalia è al centro di importanti contestazioni. Come mai questo "odio" nei confronti di Equitalia? Verrebbe da dire che l'obbiettivo è sbagliato perchè Equitalia va a risquotere le tasse , a far pagare le bollette che non vengono pagate anche se dovute. E' importante dare una mano a chiarire alcune questioni e distinguere le giuste proteste di chi non ce la fa a pagare bollette, mutui, multe, perchè non ha i soldi, per arrivare a fine mese, da chi protesta strumentalmente perchè non vuole pagarle le tasse.
Le manifestazioni di fronte alle sedi di Equitalia, che non sono rivolte a chi vi lavora, sono il segnale di una profonda sofferenza nei confronti di una gestione privatistica e usuraia della riscossione dei tributi che non fa differenze tra evasori e chi non ha i soldi per pagare una multa o il mutuo di casa.
Noi stessi lo scorso 9 maggio abbiamo manifestato davanti alla sede di Vicenza. Cominciamo con il dire che la riscossione in mano a una società per azioni porta inevitabilmente alla lievitazione dei costi che è tipica di ogni servizio affidato a un gestore privato orientato al profitto (vedi l'agio al 9%, i 6 € per la notifica, la possibilità autonoma di ipotecare).
USB propone di riportare le attività oggi svolte da Equitalia sotto il controllo della mano pubblica, attraverso la piena reinternalizzazione dell'attività di riscossione nell'Agenzia delle entrate e dandole un volto più umano.
Nel frattempo si possono dare due segnali immediati per dare una prima risposta alle istanze di vera equità fiscale nella prospettiva del definitivo superamento di Equitalia:
1. sottolineare la diversità fra Agenzia delle entrate ed Equitalia anche assumendo decisioni chiare e
immediate, come ad es. la rinuncia ai doppi incarichi che i rispettivi presidenti di Agenzia delle Entrate e Inps hanno e la netta separazione fra il management dell'Agenzia
e quello di Equitalia.
2. sterilizzare gli aggi, gli interessi di mora e di rateazione, le spese postali e tutti gli automatismi
di calcolo che - come abbiamo visto - causano la lievitazione degli importi a carico dei contribuenti.
La partita che si sta giocando su Equitalia e sul Fisco in generale, non è affatto slegata da quella più ampia che vede il governo impegnato a smantellare pezzo per pezzo la Pubblica Amministrazione in un'ottica di dismissione del Welfare.
Ovviamente, mettendo in discussione la fiscalità , riscossione inclusa, la strada è tutta in discesa. Insieme a queste iniziative, va però aperto un serio ripensamento sul ruolo del Fisco e della fiscalità .
Le tasse vanno pagate da tutti e il tema reale e urgente della pressione fiscale (troppo alta) e della propensione all'evasione (troppo diffusa) non deve essere cavalcato strumentalmente.
Va rispolverato e applicato il principio di progressività dell'imposta sancito dalla Costituzione, cosa che Monti e il governo si rifiutano di fare come dimostra la reintroduzione dell'IMU sulla prima casa, l'aumento dell'IVA e la trasformazione di fatto dell'Irpef in imposta proporzionale e non progressiva con le addizionali locali.
Tanto per fare un esempio, è profondamente ingiusto che questo governo non si ponga il problema di tassare con una vera patrimoniale le grosse rendite finanziarie e immobiliari o di ratificare con la Svizzera accordi per tassare i capitali esportati all'estero (come fanno Francia e Germania). Oggi la pressione fiscale è ben lontana dall'essere "equamente" distribuita perché risulta decisamente insostenibile per i ceti sociali meno abbienti, e assolutamente leggera per quel 10% della popolazione che detiene il 50% della ricchezza nazionale.
Per USB, è indispensabile rivedere radicalmente un sistema fiscale che è debolissimo con i forti e fortissimo con i deboli.
Gli ultimi dati mettono infatti in evidenza che l'85% del gettito Irpef, ben 125 miliardi di Euro, è a carico di lavoratori dipendenti e pensionati, e che i risultati della lotta all'evasione mostrano una scarsa incisività rispetto ad un fenomeno che raggiunge quasi il 20% del PIL.
Inoltre, iproventi della lotta all'evasione fiscale devono essere destinati a rinforzare le tutele sociali
anziché per ripianare il buco nero del debito pubblico. Certamente, se ci dovesse essere un dopo-Equitalia e noi auspichiamo che ci sia, questo non potrà essere rappresentato dalla frammentazione dell'attività di riscossione su base comunale. Per intenderci, il futuro di Equitalia non può essere EquiVicenza come vorrebbero tutti quei borgomastri che oggi stanno sciogliendo il rapporto contrattuale con Equitalia per costruirsi un sistema di riscossione in proprio attraverso società partecipate a capitale privato.
Nel "modello Equitalia" e cioè in un modello di riscossione affidato a un soggetto privato c'è il germe della degenerazione della pretesa tributaria; l'affidamento della riscossione ai cento o mille comuni che si dicono pronti a riscuotere in proprio non avrebbe altro che un effetto epidemico e moltiplicatore.
Il futuro è la reinternalizzazione della riscossione e un fisco più equo.
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