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Raniero: truffe di balordi e delle banche... nessuna differenza

Di Redazione VicenzaPiù Domenica 13 Dicembre 2015 alle 20:42 | 0 commenti

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Riceviamo da Germano Raniero, Usb, e pubblichiamo
Nella nostra quotidianità succede che  alla porta di qualche anziana, pensionato suoni un finto rappresentante di Inps, AIM, Enel che con la scusa di una presunta bolletta non pagata o altro truffa il malcapitato. Questo finto rappresentante è un truffatore, balordo, fai da te ma truffatore...

Commozione, denuncia, identikit del truffatore, qualche volta si arriva all'arresto. In fondo il gioco è così facile che qualsiasi balordo diventa un truffatore seriale, quindi prima o poi viene pizzicato. E paga.

In questi giorni  succede senza  che nessuno suoni alla porta ma al contrario  uscendo di case ed entrando in un luogo di solito ben curato, rinomato e riconosciuto  e riverito depositi i tuoi soldi a persone  di  fiducia e torni a casa tranquillo, contento di aver  messo  al riparo dai "truffatori e dai ladri" i tuoi risparmi.

La  banca  ti ha “convinto” a sottoscrivere obbligazioni ordinarie  emesse dalla stessa banca.

Poi attraverso lettera che  ti arriva a casa    (con quei poderosi incartamenti scritti piccolissimo che nessuno legge, anche per la sovrabbondanza di termini che neanche un lettore accanito de IlSole24Ore riesce spesso a comprendere.)  ha trasformato l'adesione alle obbligazioni ordinarie in sottoscrizione di obbligazioni “subordinate” (senza alcuna garanzia, insomma).

Quindi  ti hanno comunicato che tuoi  risparmi si erano volatilizzati. Punto.

Questa è truffa. In giacca e cravatta, organizzata ma sempre truffa...

A noi, comuni mortali, non sembra che ci sia alcuna differenza tra i balordi e la banca. Entrambi truffano le vecchiette o comunque quelli che “si fidano” per ignoranza. E anche voi sarete d'accordo che è più facile “fidarsi” di una banca “di prossimità”, nel vostro stesso paese, con impiegati che incontrate al bar o al ristorante ogni settimana, che magari vi sono anche parenti alla lontana, piuttosto che del primo che suona alla porta.

La questione che proprio non capiamo è questa: come mai il balordo truffatore viene arrestato e finisce in galera mentre il banchiere no? Addirittura il banchiere bancarottiere non subisce neppure un danno professionale, al punto che il giorno dopo il commissariamento dell'istituto che dirige potrebbe benissimo accasarsi in altra banca (per l'incrocio inestricabile tra le poltrone spesso ciò è già avvenuto, prima ancora del dissesto), essere riverito come un grande manager e continuare a fare lo stesso identico lavoro. 

Truffare i clienti, insomma.

Se il balordo viene arrestato in tempo, e ancora non si è speso tutto, i soldi alla vecchietta vengono restituiti. E i poveri clienti raggirati dalle banche non sono proprio uguali agli investitori per scelta. Nessuno, infatti, ti obbliga a portare i tuoi soldi a una Sgr (ma qualche volta ti costringono a farlo in una società equivalente, ossia un fondo pensione integrativo). Ma se la “tua” banca ti cogliona con proposte allettanti o ricattatorie il gioco è un po' diverso. 

Sei vittima di una truffa, non di un'investimento sbagliato. Al pari della vecchietta raggirata dal balordo.

Una delle domande di queste ore è infatti: si devono risarcire o no questi clienti truffati? E se sì, come appare in certi casi ovvio (stiamo parlando di una truffa, non di un'investimento sbagliato),chi deve pagare?

Il governo, come sempre, pensa di prendere i soldi dalle tasche dei contribuenti. Le varie forze dell'opposizione parlamentare strillano sul risarcimento ma non indicano chi dovrebbe tirar fuori i soldi. I truffati non si fanno neanche la domanda, limitandosi a dire che rivogliono il maltolto.

Questi ultimi, nel parossimo della perdita, se la sono presa soprattutto con i “politici”. Che hanno una grande parte di responsabilità, avendo stilato il “decreto salvabanche”. Ma che, almeno in questo caso, sono colpevoli di “complicità con le banche”, ma non si sono messi materialmente i tasca i soldi dei truffati (un ministro forse sì, per via familiare, ma ci stiamo arrivando).

Nessuno – e questo appare davvero sorprendente, o indicativo della follia del dibattiro pubblico attuale – ha invece indicato gli amministratore delle  banche.

 La nostra modesta proposta risarcitoria è insomma questa: questi signori vanno espropriati di ogni loro avere, immobiliare, societario o mobiliare (liquidi).

Pensiamo al "nostro Zonin"  senza più cantine e vigneti. 

 In fondo, soltanto in Banca Etruria, si sono concessi da soli 185 milioni di "fidi" fatti precipitare tra quelli "incagliati" (insomma: mai restituiti). La somma così reperita potrà essere utilizzata per risarcire i truffati ed eventualmente ridurre l'esposizione della banche “salvate”. Che andrebbero semmai "nazionalizzate" e restituite alla loro funzione originaria (raccogliere risparmi, erogare prestiti "assennati").

Il loro “disegno criminoso” appare infatti davvero esplicito, quanto quello del balordo che si introduce in casa della vecchietta.Le altre misure che qui e là vengono auspicate – come la “perdita dell'onorabilità” degli amministratori decaduti – sono solo particolari di contorno, così come il divieto di continuare a fare lo stesso mestiere. L'espropriazione totale, invece, ci sembra davvero il minimo della pena. Anche un po' di galera, almeno quanta ne fanno i balordi che entrano in casa, potrebbe tornare utile a diradare le nebbie della disinvoltura finanziaria. Almeno di quella italica.

I movimenti dei truffati questo devono chiedere.

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