Raccontare la precarietà: in piazza giovani ma anche 50enni vicentini al megafono
Venerdi 11 Maggio 2012 alle 21:38 | 1 commenti
Cgil Vicenza - "Oggi, la precarietà non è più una questione generazionale. Coinvolge allo stesso modo sia le generazioni più vecchie sia quelle più giovani" - ha sostenuto a gran voce Davide Dal Pra, coordinatore del Gruppo Giovani della CGIL berica, durante il sit-in "Voci in piazza sulla precarietà ", tenutosi nel pomeriggio in piazza delle Poste a Vicenza. Giovani e adulti sono giunti in piazza per raccontare le difficoltà che un lavoro instabile e privo di garanzie comporta.
Due i mezzi a disposizione: un megafono e una lavagna perché ognuno potesse dire e scrivere la propria esperienza e fare eventuali proposte. Accanto a loro, c'erano anche i segretari della CGIL della provincia, il vicesindaco del Comune di Vicenza, Alessandra Moretti (nella foto con Marina Bergamin e alcuni giovani), e dei cittadini.
"La precarietà - ha continuato Dal Pra - oramai non riguarda più solo l'occupazione, ma mette in gioco tutta le dimensioni della nostra vita, dai sentimenti ai punti di riferimento di ciascuno alla casa. Siamo qui per ribadire la necessità di una riforma del lavoro che contrasti davvero la precarietà e garantisca l'occupazione. Chiediamo inoltre la cancellazione dei contratti truffa, ammortizzatori universali, investimenti e innovazione per combattere la disoccupazione".
Molte le testimonianze raccolte. Come quella di Paolo, 36 anni, laureato, che da molti anni ottiene solo contratti a progetto, prima con associazioni di volontariato locali, poi con associazioni non governative all'estero. Costretto a spostarsi spesso in zone a rischio, come in Iran o in Etiopia, Paolo si sente privo di ogni tutela e di diritti. Grazie ai genitori, che nonostante siano in pensione continuano ad aiutarlo, stringe i denti e va avanti, ma la tentazione di emigrare in un Paese che dia più prospettive ai cittadini è tanta.
Non mancano anche le testimonianze di stranieri che vivono in Italia. Ivana, per esempio, è spagnola, ha 38 anni ed è diplomata. Sposata e con tre figli, da dieci anni vive nel nostro Paese. Dal 2001 ad oggi, nonostante molti corsi di riqualificazione professionale, ha firmato solo contratti di collaborazione occasionale e lavorato in nero come docente di lingua spagnola, sia nella scuola pubblica che in quella privata.
A prendere la parola è anche la Rete degli studenti di Vicenza che ha sottolineato come "il lavoro sia il principale modo di affermarsi di un individuo per dimostrare le proprie capacità . Una persona affermata nel mondo del lavoro è una persona affermata socialmente, quindi appagata, inevitabilmente felice. Un disoccupato, invece, si trova in una condizione di disagio non solo perché non riceve un salario, ma anche e soprattutto perché si trova mutilato della propria individualità ". A fare da cornice ai vari interventi c'era la musica del "Duo Panarotto".
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