Quotidiano | Categorie: Vita gay vicentina

Questione di visibilità

Di Redazione VicenzaPiù Domenica 24 Marzo 2013 alle 09:29 | 0 commenti

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Di Anna Barbara Grotto per la nuova rubrica "Vita gay vicentina"

"Cosa mettiamo in homepage del sito del Vicenza Pride?". "Mettiamo un armadio aperto e ci scriviamo: aprite gli armadi!". Nasce così, con un paio di battute davanti ad uno spritz, un messaggio che è tanto semplice ed immediato, quanto pieno di significato: un invito alla visibilità.

Ma cosa s'intende esattamente per "visibilità"? La visibilità è vivere quotidianamente alla luce del sole ciò che si è e la propria affettività, senza finzioni e senza nascondersi dietro omissioni. La non visibilità, al contrario, è ciò che realmente rende diverso il diverso, perché è inevitabile che ciò che si pensa di dover tener nascosto venga ghettizzato e visto come "non normale". Volutamente pongo l'attenzione non sulle malsane ragioni che spingono alla discriminazioni, ma sullo status di invisibile del discriminato. È senza ombra di dubbio uno sforzo quello della visibilità, ma è inevitabile che sia un'azione che solo noi, lesbiche, gay e transessuali, dobbiamo prenderci l'incarico di compiere.
La comunità LGBT (acronimo che sta per "lesbiche, gay, bisessuali, transessuali") vicentina è tanto numerosa quanto nascosta. Nel corso degli ultimi vent'anni, era facilissimo conoscere omosessuali vicentini, ma sempre in locali ed eventi al di fuori di Vicenza: a Verona, a Padova, a Venezia, oppure ovviamente a Bologna, in cui spesso ci si riversava in massa in quanto città da sempre accogliente delle differenze e in grado di offrire iniziative di incontro e di cultura gay. Certo, qualcosa è cambiato nel 2002, quando ci fu il Gay Pride Nazionale a Padova. Ma cambiò più per Padova che per Vicenza, che continuava a rimanere un luogo in cui era difficile creare una comunità lgbt visibile e fattivamente presente nella vita cittadina. Ora il Pride sta dando una grande opportunità a tutta Vicenza di crescere e fare un salto di qualità nella civiltà, e agli omosessuali e transessuali di venire allo scoperto. Perché una cosa dobbiamo tenere bene a mente: nessun diritto sarà mai raggiungibile finché non saremo tutti visibili.
La visibilità è un'arma meravigliosa e potentissima nelle nostre mani, perché è l'unico strumento che può contrastare con forza la discriminazione: chi non è visibile nutre l'omofobia e giustifica l'omofobo.
Guardo di nuovo il sito www.vicenzapride.it e quell'armadio aperto mi fa pensare, con entusiasmo ed orgoglio, che questo Pride darà la forza a molti gay, lesbiche e transessuali vicentini di spalancare il proprio armadio e far vedere a tutti che all'interno non c'è nulla da nascondere.
La visibilità di cui parlo non è (solo) quella ostentata una volta all'anno durante la parata del Gay Pride, che è comunque un giorno speciale, di festa, per una comunità che, soprattutto nel nostro Paese, durante il resto dell'anno non ha certo di che stare allegra. La visibilità di cui parlo è soprattutto quella quotidiana, quella in famiglia, quella nel luogo di lavoro, coi vicini, in palestra, nelle serate con gli amici. Se ciascuno di noi si impegnasse, oggi stesso, a vivere nella trasparenza e nella coerenza la propria affettività, contribuirebbe alla lotta contro l'omofobia.
A Vicenza qualcosa sta cambiando grazie al Vicenza Pride, e si respira su più fronti la voglia di apertura e di accoglienza. Ne sono una conferma le realtà commerciali sempre più numerose che stanno rispondendo ai nostri appelli abbracciando la causa lgbt. Un grande contributo lo stanno dando i bar del nostro centro storico, ospitando varie iniziative sul tema dell'omosessualità e della transessualità. Fra le altre attività, nel calendario del Vicenza Pride ci sono esposizioni (curate da Metamorfosi Gallery e con il patrocinio del Comune di Vicenza) al Caffè Alle Colonne, al Bar Borsa, al Caffè Garibaldi e al Bar Lioy; ma anche il Bar Castello, Little Italy e la Locanda del Gusto hanno creato eventi a tema. A riprova che è la visibilità il primo passo che noi, lesbiche, gay e transessuali, dobbiamo fare con fiducia.
I tempi sono maturi perché seguano accoglienza ed interessamento nei nostri confronti.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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