Province: altro che primarie, la soluzione è la loro abolizione!
Giovedi 15 Settembre 2011 alle 13:59 | 0 commenti
Enzo Giordino, Coordinatore Circolo di Vicenza di Futuro e Libertà - Con le ultime esternazioni dell'onorevole Sergio Berlato sell'eventualità di indire le primarie per la scelta del candidato a Presidente della Provincia, smentite immediatamente dal suo Segretario provinciale Zanettin e controbilanciate dal Segretario provinciale leghista Busetti, ha avuto inizio l'inevitabile e prevedibile solito gioco al massacro fra i partiti che compongono la maggioranza pro tempore in Consiglio Provinciale.
Tutto questo, ovviamente, dimenticandosi di parlare di programmi e di contenuti per il futuro e di un eventuale bilancio negativo dell'operato dell'attuale Presidente leghista, ma con l'unico ed evidente scopo dell'occupazione di uno scranno non per meglio gestire l'apparato provinciale, ma esclusivamente per sancire la propria supremazia politica all'interno del PDL provinciale e del cosiddetto centro-destra. Futuro e Libertà per l'Italia ha un'idea precisa e coerente nel merito: le Province vanno semplicemente abolite, essendo ormai da tutti gli operatore politici, economici e sociali considerate fonti di sprechi e di complicazione burocratica, così come la presenza di piccolissimi comuni, alcuni dei quali con poche decine di abitanti. Ricordo a Berlato e ai suoi che Berlusconi ne propose solennemente la soppressione davanti ad alcuni milioni di telespettatori nella campagna elettorale che lo portò al Governo nel 2008. Pare averci ripensato, confermato anche dal suo pseudo ministro Calderoli, che si diverte a prendere in giro gli Italiani e soprattutto la base leghista, dicendo tutto ed il contrario di tutto. Futuro e Libertà conferma invece che l'ente provinciale rappresenta più un costo che un beneficio per i cittadini. 200 milioni di euro all'anno è il risparmio diretto che avrebbe lo stato dagli stipendi dei politici. Questi non comprendono però i costi che derivano dalla rappresentanza del personale "politico" a chiamata impiegato, degli uffici stampa, delle auto blu, dei segretari generali, delle sedi, etc. Tutto ciò assieme è quantificabile in circa 6 milioni ad ente per 700 milioni all'anno complessivi. Importante è poi il risparmio garantito dall'accorpamento delle funzioni e dei servizi, a cominciare per esempio dalla manutenzione delle scuole; oggi le elementari sono di competenza comunale, mentre le medie e le superiori sono provinciali. Accorpando il servizio tecnico si potrebbero gestire gli appalti risparmiando altri 500 milioni di euro. Davanti all'ipotesi di soppressione delle Province e la fusione obbligatoria per legge dei comuni con meno di 5000 abitanti, accorpando funzioni fondamentali come la raccolta dei rifiuti e la polizia locale, si arriverebbe inoltre ad un risparmio della spesa corrente, senza licenziare i dipendenti che andrebbero a svolgere le loro funzioni in altre strutture dello Stato carenti di personale, come la scuola e la giustizia. La verità è che non c'è alcuna volontà politica di eliminare le Province, enti che fanno troppa gola a partiti che hanno come scopo principale l'occupazione delle istituzioni e delle società a loro collegate. Se si deve parlare di elezioni provinciali si abbia almeno il buon gusto di parlare di programmi e contenuti che interessano i cittadini prima del nome del candidato Presidente, che notoriamente viene deciso in altri luoghi e da altre persone, e precisamente a Palazzo Grazioli fra Bossi e Berlusconi, gerontocrati della politica che continuano ad imbarazzare.
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