Protezione civile, ok dell'Enac all'utilizzo del drone. Rotondi: Vicenza primo Comune in Italia ad ottenerlo
Venerdi 29 Aprile 2016 alle 11:54 | 0 commenti
 
				
		Il Comune di Vicenza, il primo in Italia, annuncia che ha ottenuto nei giorni scorsi dall'Enac, l'Ente nazionale per l'aviazione civile, il riconoscimento di operatore Sapr (Sistema aeromobile a pilotaggio remoto) per finalità di protezione civile. Il personale in possesso dell'abilitazione al pilotaggio può dunque utilizzare il drone in dotazione alla Protezione civile di Vicenza. E ad oggi, sono due i dipendenti del Comune di Vicenza che hanno ottenuto l'attestato di pilota Apr (Aeromobile a pilotaggio remoto), in seguito al corso frequentato alla scuola di volo dell'aeroporto di Thiene. “Solo altri due Comuni in Italia hanno ottenuto questo riconoscimento dall'Enac, ma per attività di polizia locale e non in ambito di protezione civile – precisa l'assessore alla sicurezza Dario Rotondi -.
 È dunque un traguardo molto importante per  noi, sempre in prima linea sul fronte della prevenzione e della  preparazione in caso di emergenza. La normativa, al momento, pone  stringenti limiti riguardo le modalità di utilizzo dei droni, e Vicenza  potrà rappresentare un punto di riferimento per le innovative  applicazioni di tali strumenti nell'ambito delle emergenze e per  ricognizioni del territorio con finalità di prevenzioneâ€. 
Costruito  nell’ambito del progetto europeo Achelous - grazie alla collaborazione  tra il dipartimento di Tecnica e gestione dei sistemi industriali  dell’Università di Padova e il costruttore milanese ProjectEMS, con  Alpha Lima Aviation, che ha curato la documentazione finalizzata al  riconoscimento -, con il riconoscimento dell'Enac il drone della  Protezione civile di Vicenza potrà essere utilizzato in “operazioni  specializzate non criticheâ€, disciplinate dal Regolamento mezzi aerei a  pilotaggio remoto, vale a dire operazioni condotte con volo a vista,  ossia con controllo visuale costante del drone da parte del pilota, e  che non prevedano il sorvolo, anche in caso di avarie e  malfunzionamenti, di aree congestionate, assembramenti di persone,  agglomerati urbani e infrastrutture sensibili. 
Il drone, denominato  “Achelousâ€, ha quattro bracci nei quali sono montati rispettivamente due  motori contrapposti, uno sopra e uno sotto. È alimentato da due  batterie ai polimeri di litio ognuna in grado di sopperire al  malfunzionamento dell’altra, per un’autonomia di volo di circa 15  minuti. È inoltre dotato di una telecamera GoPro in grado di trasmettere  a terra, in diretta, le immagini riprese durante il volo.
Per poter  essere riconosciuto dall'Enac, il drone è stato infine dotato di un  sistema di terminazione del volo che lavora su una frequenza diversa dal  radiocomando: in caso di anomalia grave dell’aeromobile, il pilota può  azionare questo dispositivo che toglie l’alimentazione ai motori  facendolo precipitare, al fine di evitare che, volando fuori controllo,  cada in un centro abitato o comunque dove ci sono persone. Il drone  comunque ha una serie di misure di sicurezza automatiche e ridondanti  per evitare incidenti. Ad esempio, in caso di batterie quasi scariche,  torna autonomamente al punto di atterraggio, anche in caso di perdita  del collegamento radio con il pilota. 
Le operazioni consentite, di  giorno, vanno fino ad un’altezza massima di 150 metri e fino ad una  distanza massima sul piano orizzontale di 500 metri dal pilota. Devono  essere condotte ad una distanza orizzontale di sicurezza di almeno 150  metri dalle aree congestionate e ad almeno 50 metri dalle persone che  non siano sotto il diretto controllo dell’operatore.
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