Sms con richiesta di aiuto dei profughi confinati a Cesuna: "è una prigione, aiutateci!" E un altro sms denuncia il business
Martedi 20 Ottobre 2015 alle 20:08 | 0 commenti
Gli immigrati da tutta la giornata fino a sera, mentre stiamo scrivendo, si rifiutano di stare dentro l'hotel e minacciano di dormire fuori per protesta contro il modo in cui vengono trattati dalla cooperativa, la Ecofficina di Battaglia Terme nel Padovano, a cui è data in affidamento la struttura di accoglienza: "È una prigione, aiutateci", il loro grido non solo simbolico ma urlatoci al telefono.
Per evitare al massimo possibili fraintendimenti, non potendo raggiungere in tempo utile la località e non essendoci nessuno della Ecofficina che a quest'ora risponda al telefono, abbiamo chiesto agli interlocutori che si sono alteranti al telefono con noi, che siamo stati cercati probabilmente anche perchè stiamo cercando di seguire queste tristi vicende senza preconcetti, di scriverci in inglese quello che sta succedendo.
Qui riportiamo testualmente il contenuto degli sms che ci sono arrivati (nella foto ci sono gli originali, ndr), errori inclusi a parte qualche sicura correzione di alcune parole e con la traduzione delle frasi meno comprensibili, proprio per non andare oltre la cronaca visto che non abbiamo modo al momento di verificare le affermazioni contro la situazione da "prigionieri" che percepiscono drammaticamente i profughi in massima parte africani lì confinati:
"We are in Cesuna via Magnaboschi. We are outside, now we dont like the way they are treating us this organisation, is a prison, we need a transfer. Please you have to help us because we don't want to stay with them, the coperative. Because we are here like prisoner . No human right (noi siamo qui come prigionieri senza diritti umani, ndr). And we are not used to the weather (non siamo abituati a questa temperatura, ndr)...and day always drive immigrates for no reason with they, are own composed police and carabinieri... we came here to seek asylum...not to be treated has a slave (noi siamo venuti qui per cercare asilo non per essere trattati come schiavi, ndr) ..the cooperative name is Ecofficina..please help us (il nome della cooperatiav è Ecoficina, per favore aiutateci, ndr), we diying of human right... Some of us have wifes here in Italy but we are not allow to visit them or transfer (alcuni di noi hanno le proprie mogli qui in Italia ma non abbiamo il permesso di andarle visitare o a trasferirci da loro, ndr)...it has lead to break of home... even some borrow money to bill themself from kinapping net in Libya, but it like we pay them with bad and they never know the reasons...thanks for reading...".
In questo momento di coinvolgimento emotivo di fronte a sms disperati di chi si sente privato anche dei suoi "human right", diritti umani, facciamo fatica a capire quest'ultima frase che sembra parli di soldi chiesti in prestito per fuggire a una rete di sequestri in Libia.
Non capiamo compiutamente quest'ultima frase ma capiamo il dramma che sis ta consumando a Cesuna e chiediamo con tutte e nostre forze, da umani, che qualcuno si muova, subito, per dare una risposta, umana, a questi messaggi di richiesta di aiuto.
A cui se ne è aggiunto, dopo la nostra pubblicazione, questo:
"Her daughet of the boss, her name is Michela, said we not going to have our stall on till two years...my god this people said they are live fine with us... so we need spend the years for more income...please we need the goverment assistance".
Speriamo, pretendiamo?, che qualcuno si muoverà ancora più rapidamente se fosse vero quello che proviamo a tradurre, sia pure con con qualche dubbio, così: "la figlia del Boss Michela ci ha detto che non avremo il nostro posto prima di due anni.. mio Dio, queste perosne hanno detto che loro vivono bene grazie a noi... questo vuol dire che dovremo passare qui i nostri anni per un loro maggiore incasso... per favore, abbiamo bisogno dell'assistenza del governo".
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