Prostituzione, Fallica riunisca associazioni sindacali di categoria e rappresentanti locali
Giovedi 15 Settembre 2011 alle 13:36 | 2 commenti
Riceviamo su [email protected] da Irene Rui e pubblichiamo
E' ora di cominciare a ragionare e di smetterla con le crociate nei confronti delle lavoratrici del sesso. Il Prefetto Fallica invece di consigliare ordinanze anticostituzionali poiché ledono la libera circolazione delle lavoratrici e la possibilità di svolgere una professione in modo dignitoso e sicuro, e non rispettare le leggi, poiché la prostituzione non è di per sé vietata, dovrebbe riunire attorno al tavolo non solo i sindaci vicentini, bensì le associazioni sindacali di categoria e le rappresentanti locali, al fine di giungere ad una soluzione condivisa.
Il problema del disturbo della pubblica morale o del "Bon Ton ", lo si risolva con il divieto a svolgere una professione o con lo spostare il mestiere in aree marginali ai centri abitati. Aree tra l'altro, causa la spalmatura urbanistica a marmellata senza criterio, comunque miste residenziali e industriali o artigianali. Aree che sono isolate e sottopongono a pericolo le lavoratrici: pericolo di una intensificazione dello sfruttamento - per alcune - da parte dei "magnaccia" senza scrupoli, di minacce di questi alla concorrenza fino alle aggressioni vere e proprie (ciò che è accaduto con l'ordinanza Variati in zona industriale questa estate), violenze e soprusi sia da parte degli illegali sfruttatori, sia dalle altre professioniste, sia dai clienti o da qualche maniaco per non parlare dei proibizionisti; al pericolo di igiene e della loro salute dovuta alla scarsità di tempo per valutare il cliente o la cliente, e dei servizi igienici nei dintorni.
Il Prefetto Fallica e alcuni sindaci che hanno aperto questa guerra dovrebbero invece farsi propulsori di una proposta di legge che riformi la Legge Merlin (75/1958) e che permetta non solo la possibilità di aprire le "Case del Piacere" aperte e libere, ma anche di istituire dei quartieri (centri del commercio sessuale) in cui si possa esercitare in modo sicuro e con i servizi igienici adeguati il mestiere.
E' davvero ridicolo inoltre che nelle ordinanze (fattispecie quella Variati) si faccia la pulce all'abbigliamento "femminile" il quale non deve ledere il buon costume. Si legge infatti nell'ordinanza "In tutto il territorio del Comune di Vicenza è fatto divieto in abiti che offendano il comune senso del pudore". Forse noi donne per far contenti i sindaci dovremmo indossare i burqa?
Si spera sinceramente che il Sindaco Marchioro di Torri di Quartesolo, non si abbassi a tale mediocrità che non ha nulla a che vedere con la sicurezza dei cittadini, bensì con la falsa moralità e l'insicurezza sul lavoro per le prostitute e i prostituti.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.