Spending review, proposta Lega per salvare il Nord: tagli in base alle spese di funzionamento
Sabato 21 Luglio 2012 alle 12:00 | 0 commenti
Federico Caner, Capogruppo Lega Nord in Regione Veneto - Il Gruppo leghista presenta la sua alternativa al decreto del Governo, modificabile entro il 30 settembre.Caner: "nostro diritto di garanzia su difetto di fabbrica montiano"
"Chi nasce tondo non muore quadrato: era inutile attendersi da questo Governo, che più volte nei mesi ha dimostrato un centralismo mai visto e oggi anacronistico, un decreto sui tagli alla spesa che eliminasse gli sprechi dove essi risiedono, e non un po' ovunque in maniera lineare. Calibrare la spending review come un provvedimento che vada a eliminare le sacche di malagestione, non è affatto impossibile, ma può essere fatto semplicemente con criteri oggettivi cui nessuno a ragione può opporsi".
Il capogruppo leghista Federico Caner presenta una proposta di revisione dell'attuale decreto governativo (che fino al 30 settembre potrà ancora essere modificato, a saldi invariati) sulla base del parametro "universale" delle spese di funzionamento, che comprendono oltre ai consumi intermedi anche il costo per il personale. "Il sacrificio - spiega Caner - sarà richiesto in misura proporzionale solo agli Enti che sforano il dato medio nazionale: una sorta di ‘livello minimo' di efficienza, o più semplicemente di costo standard per far funzionare la cosa pubblica".
Sulla base di questa ipotesi, le Amministrazioni venete non dovrebbero tirare fuori un euro in più a titolo di spending review (vedi tabelle allegate per Regioni, Province, Comuni, di Veneto, Nord, Centro e Sud). In generale, sarebbe tutto il Nord a beneficiarne: il contributo richiesto alle Regioni settentrionali passerebbe dall'attuale 41,2% (288 milioni, previsto dal governo Monti) al 7,6% (53 milioni) sulla base della proposta della Lega Nord. La quota dei tagli imposti alle Province del Nord passerebbe dal 39,2% (196 milioni) al 27,1% (135 milioni); analogamente, il sacrificio richiesto ai Comuni nel Nord fletterebbe dal 42,7% (214 milioni) al 23,5% (118 milioni).
"È questo il vero modo di applicare il criterio della spending review, basato sulla virtuosità degli enti territoriali, che per il Nord significherebbe evitare un nuovo ricorso alle leve fiscali - dichiara ancora il capogruppo leghista -. E questo non certo per ‘graziare' a priori le regioni settentrionali, ma per prendere atto che chi è già più virtuoso dei parametri minimi non può e non deve essere ancora penalizzato, anche perché quando si ferma la locomotiva, subito ed assieme si blocca anche tutto il treno e non riparte più".
"L'attuale decreto sulla revisione della spesa presenta purtroppo un difetto di fabbrica: previsto inizialmente come taglio selettivo dei costi dei Ministeri, si è trasformato in una nuova mannaia governativa sulle Autonomie territoriali, sulle quali grava oltre il 72% delle misure restrittive disposte dalla spending review (700 milioni per le Regioni ordinarie, 500 milioni per le Province e 500 milioni per i Comuni). Basti pensare che la sola Lombardia si ritroverà tagli maggiori che tutti i Ministeri messi assieme. Un paradosso che solo il centralismo di questo Governo può partorire, sulla carta per evitare l'aumento dell'IVA fino a giugno 2013. In realtà per le famiglie non cambierà nulla: a seguito dei nuovi tagli, infatti, Regioni ed enti locali saranno verosimilmente costretti ad aumentare le imposte di loro competenza, anche per evitare di ridurre ulteriormente i servizi pubblici. Quindi a pagare sarà solo il cittadino, di nuovo: questa spending review si configura, così com'è concepita, come una Finanziaria mascherata".
Se al prossimo 30 settembre Regioni ed Enti locali non avranno trovato un accordo sulla riduzione di risorse per il 2012, il taglio ai trasferimenti verrà effettuato sulla base dei consumi intermedi, ovvero le spese per l'acquisto dei beni e servizi necessari per il funzionamento della macchina amministrativa. Se passasse questa ipotesi contenuta nel decreto del Governo, per la Regione Veneto il taglio sarebbe di 8 euro per abitante, mentre per le nostre Province e Comuni il sacrificio sarebbe pari a 7 euro procapite. Alla Regione e agli Enti locali del Veneto verrebbe richiesto, dunque, un ulteriore sacrificio, destinato ad aumentare ulteriormente nel 2013.
"Eppure - conclude Caner - le Amministrazioni locali venete presentano spese di funzionamento inferiori alla media nazionale: perché devono pagare ancora? Non sarebbe più coerente con l'equità tanto sbandierata da questo Governo fin dal suo insediamento, che i tagli venissero fatti laddove esistono gli sprechi (comprovati dai dati ufficiali) e non linearmente a tutti, anche a chi è già ampiamente in regola?".
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