Pronta la bozza dello statuto di Confindustria Veneto: è prevalsa la linea del presidente Roberto Zuccato, ex numero uno di Confindustria Vicenza
Venerdi 13 Maggio 2016 alle 08:19 | 0 commenti
 
				
		Lo statuto di fatto è pronto, pur se alcuni passaggi restano da scrivere in bella copia. Ma non sono mancate ancora le scintille, l’altra sera a Mestre, nel comitato esecutivo di Confindustria Veneto, nel corso della riunione decisiva per definire il nuovo statuto regionale, a valle della riforma Pesenti. Passi in avanti decisivi, ma temperatura della discussione ancora alta. Soprattutto intorno ad alcuni punti rivelatisi delicati, come quello della città metropolitana. Il presidente di Confindustria Venezia, Matteo Zoppas, ha rivendicato la vera novità istituzionale in Veneto tra le competenze della sua territoriale.
Fatto chiaro, se l’istituzione coincide con i confini  provinciali di Venezia - ma a quel punto pare esserci  poco da scrivere  nello statuto -, meno se dovesse travalicarli, allargandosi a territori  vicini. La discussione riprenderà a questo punto intorno a una proposta  scritta avanzata da Venezia. 
Il tema è tra quelli che ruotano  intorno alla divisione dei compiti di confine tra territoriali e  struttura regionale. E il difficile rapporto di Zoppas con il leader  regionale Roberto Zuccato, con il primo a incalzare il secondo, non  aiuta. In compenso il presidente regionale ha visto prevalere la sua  linea su alcuni punti di rilievo. La discussione sulla bozza regionale  di statuto si sovrapponeva infatti alle tentazioni di ridurre i poteri  regionali. Esito, questo, che avrebbe a che fare con lo scontro sulla  presidenza nazionale e la volontà in qualche modo, nello schieramento  vincente Verona-Vicenza-Venezia, di dare un segnale a Zuccato, «reo» di  non esser stato davvero imparziale tra i due campi che hanno sostenuto  le candidature di Vincenzo Boccia  e Alberto Vacchi. 
Alla fine  però le tentazioni bellicose non hanno prevalso.  Così, ad esempio,  nella bozza finale dello statuto resta il doppio voto al presidente  sulle materie  di maggior rilievo su cui il consiglio esecutivo vota a  voto palese. L’indicazione di ridurlo a uno non è passata. Anche in  forza della fondata obiezione avanzata da Zuccato:  il nuovo statuto  varrà non per lui, ma per il successore.  
In sostanza accolta  anche l’altra idea avanzata dal leader regionale, di costituire  strutture flessibili per coordinare attività e questioni di livello  regionale. Il rischio paventato, dopo la Pesenti, che  sfronda molti   organi intermedi - come le sezioni merceologiche regionali - è che il  governo limitato all’attuale comitato esecutivo, riduca la Confindustria  regionale a coordinamento delle strutture provinciali, privandola di  organi in cui lavorare sui temi sovraprovinciali. 
Oltre lo  statuto, la riunione dell’altra sera ha determinato altre novità di  rilievo, stavolta sul fronte dei rapporti tra le territoriali. Lo  scontro  Boccia-Vacchi per la presidenza nazionale aveva lasciato un  Veneto diviso verticalmente in due campi, Verona-Vicenza-Venezia (in  quello vincente) e  Treviso-Belluno-Padova. L’altezza della barricata  però inizia a calare. Due i segnali importanti l’altra sera. Da un lato  le parole di Giulio Pedrollo, fresco di nomina a vice di Boccia, che ha  dato decisi segnali di apertura, dicendo di voler essere il referente  nazionale di tutti. Dall’altro lato l’esordio, al posto di Giuseppe  Zigliotto, del neopresidente di Vicenza, Luciano Vescovi, che ha  lanciato messaggi distensivi. Un cambiamento di clima il cui primo test  decisivo sarà proprio, a fine anno, la successione a Zuccato. Intanto,  sempre sul fronte regionale, l’altro ieri si è tenuta a Venezia anche  la prima riunione del nuovo cda della Fondazione Nordest. Su indicazione  dei soci fondatori, alla presidenza è stato confermato l’industriale  padovano Francesco Peghin; insieme a lui confermato anche Stefano  Micelli nel ruolo di direttore scientifico. Confermati in cda Roberto  Zuccato e Giuseppe Riello, presidente della Camera di commercio di  Verona. Tra i nuovi ingressi quello del vicepresidente  Giovanni Pavan,  indicato da Unioncamere Friuli Venezia Giulia e dei consiglieri Giuseppe  Razeto ed Enrico Zobele, vicepresidenti delle Confindustrie del Friuli   Venezia Giulia e di Trento. 
Di Federico Nicoletti, dal Corriere del Veneto
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