Promesse della Lega, Stradiotto: partito tra palco e realtà
Venerdi 30 Settembre 2011 alle 20:43 | 0 commenti
Sen. Marco Stradiotto, Partito democratico - Il senatore del PD analizza a tre mesi dal raduno di Pontida, i risultati delle promesse leghiste
A distanza di tre mesi dalle promesse di fatti concreti in tempi certi gridate dalla Lega Nord a Pontida, Marco Stradiotto, senatore del Partito Democratico, traccia un quadro dei gol segnati dalla Lega rispetto agli impegni improrogabili spiegati sul "pratone di Alberto da Giussano" (Qui il documento elaborato dal senatore Stradiotto "le promesse di Pontida, fatti concreti in tempi certi").
«Tra il dire e il fare - spiega Stradiotto - c'è di mezzo una maggioranza che scricchiola. La Lega si è lasciata inebriare dagli effluvi del suolo sacro e ha fatto il passo più lungo della gamba: impegni con scadenze perentorie, a 2 settimane, 1 mese, 3 mesi, autunno, per arrivare all'inverno con un ordinamento statale completamente ridisegnato. Due settimane per trasformare il Senato della Repubblica in organo di rappresentanza federale - scherza Stradiotto - era sicuramente ambizioso come traguardo, per non dire irrealistico. L'estate è ormai finita e l'idea di una riforma fiscale continua ad essere spostata in la nel tempo, ma gli esempi migliori sono offerti dalle dichiarazioni cui sono seguiti fatti opposti: due questioni su tutte - continua Stradiotto - la revisione del patto di stabilità , che è sì avvenuta, ma nel senso contrario a quanto ci si sarebbe aspettati, con un estensione ai comuni sotto i 5000 abitanti. E ancora la promessa di mettere la parola fine sulla "storia infinita" delle quote latte, che sta vedendo come brillante risultato il volgare tentativo di un ennesimo condono per coloro che non hanno mai voluto accettare le regole. Questa Lega -conclude Stradiotto - vive a metà tra "palco e realtà ", come recita una nota canzone, e quando scende dal palco rivela tutto il suo attaccamento alla poltrona puntellando un governo che tradisce le promesse "solenni" fatte al popolo padano».
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