Progetto Veneto: dare spazio ai cittadini senza padroni
Venerdi 2 Marzo 2012 alle 10:02 | 0 commenti
Di Davide Lovat, Progetto Veneto
Il nuovo millennio ha segnato la fine delle utopie, la morte delle ideologie che volevano formare con la politica un "Nuovo Ordine Mondiale" e un "Uomo Nuovo". L'uomo occidentale, anche in politica come nella religione, vive oggi nel "Disincanto del mondo" che lo porta verso forme di rifiuto della partecipazione oppure di riformulazione delle aspettative verso i partiti politici, non più riconosciuti come soggetti capaci di fornire soluzioni di tipo esistenziale, poiché è ormai chiaro che la politica non sarà mai capace di realizzare il paradiso in Terra promesso in passato.
Per ovviare alla crisi di rappresentatività , denunciata anche a Vicenza dal sociologo Ilvo Diamanti, coadiuvato e supportato nella denuncia della crisi della democrazia da Massimo Cacciari e Gad Lerner, l'elettore si trova davanti a un bivio con due alternative. La prima alternativa consiste nel votare la propria lobby, parola frutto dell'ipocrisia puritana degli americani per non pronunciare "corporazione"; con questo approccio, gli elettori si dividono in gruppi di interesse sicché i cacciatori voteranno compatti, e così i medici, gli avvocati, i commercialisti, i tassisti, i dipendenti pubblici, tutti per quello tra i partiti, ridotti a semplici cartelli elettorali, che li garantirà nella spartizione della torta della spesa pubblica. In un sistema siffatto l'approdo a un Governo elitario dirigista è ovvio e naturale, come il passato e il presente insegnano: tutti sanno che il corporativismo è l'anticamera del fascismo.
La seconda alternativa consiste nel votare una rappresentanza della propria comunità , intesa in senso territoriale e valoriale, per vederla rappresentata nei luoghi deputati all'esercizio del potere; questa è la logica su cui si basa il Progetto Veneto che abbiamo fondato, e il suo radicale antifascismo lo abbiamo proclamato proprio a Bassano del Grappa, capitale simbolica della Resistenza al vecchio fascismo nonché pulpito dal quale alziamo un grido d'allarme contro tutti i partiti del Parlamento, ridotti oramai a semplici collettori di interessi di parte mascherati da rappresentanti del popolo. Progetto Veneto non ha nulla a che fare con i gruppi indipendentisti che si appropriano del nome della Regione per proporre un localismo escludente, simile al leghismo peggiore, poiché proponiamo un modello di società per la nostra Regione fondato su un programma completo con il quale vogliamo dare spazio ai cittadini senza padroni, ai cittadini con la schiena dritta che condividono i valori della famiglia naturale, dell'economia sociale di mercato, della dignità della persona nel lavoro, della tutela ambientale, della valorizzazione dell'identità e della cultura, della realizzazione dell'autonomia prevista dalla Costituzione all'art.5. Valori difesi da persone che presenteremo pubblicamente ad Arzignano entro poco tempo, altra cittadina simbolica per ben altri motivi, quando ufficializzeremo il simbolo elettorale e il sito internet con il nostro Manifesto del Progetto Veneto.
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