Profughi, Zaia: un'Europa che chiude le frontiere non ha senso di esistere
Sabato 9 Aprile 2011 alle 16:29 | 0 commenti
Luca Zaia, Regione Veneto - "Dopo le dichiarazioni di Francia e Germania, c'è seriamente da chiedersi che senso abbia l'Europa. Con quelle affermazioni Schengen se n'è andato". Lo ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia, intervenuto sulla questione dei profughi in arrivo dal Nord Africa. "L'Europa deve prendere in mano la questione: due Stati membri negano di fatto ogni dettame di solidarietà ".
"Se qualcuno pensa che l'Italia debba diventare un cul de sac e fare da centro di accoglienza dall'Africa si sbaglia di grosso. Prima avevamo i respingimenti d'ufficio dei francesi, adesso le quattro regole - ha aggiunto Zaia - che potrebbero diventare franco - tedesche e magari di altri Paesi europei. C'è un disegno per farci tenere qui gli immigrati. E' deplorevole"
"Il ministro Maroni ha la mia totale vicinanza; bisogna trovarsi di fronte ai fatti che capire quale sia l'entità del problema. Lunedì c'è un summit determinante e spero che si possa chiarire la questione, altrimenti - ha ribadito - l'Europa non ha senso di esistere".
"Da ieri sera lo scenario è davvero da esodo biblico, con l'arrivo di oltre 500 profughi con bambini e donne incinte. Gli oltre 23 mila tunisini arrivati in precedenza sono solo venuti ad occupare spazi che erano dei profughi: abbiamo una pressione di immigrati che se ne potevano stare a casa loro senza problemi; e alcuni hanno anche precedenti penali. Il Veneto è assolutamente solidale sui profughi - ha detto ancora Zaia - noi conosciamo bene l'emigrazione: ci sono più veneti in giro per il mondo che nella terra d'origine. Siamo assolutamente convinti che donne, bambini, vecchi, uomini, perseguitati, che scappano dalla fame e dalla morte, devono essere accolti. Ma gli altri bisogna rispedirli a casa. Condivido anche qui la posizione di Maroni: respingimento di tutti i clandestini. Ma sui permessi temporanei l'Europa deve aprire quelle frontiere che in teoria non dovrebbero più esserci".
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