Profughi, Vicenza Capoluogo: un problema che prima deve essere capito
Sabato 19 Settembre 2015 alle 23:14 | 3 commenti
Nota di Giovanni Giuliari, presidente Associazione Vicenza Capoluogo
In questi ultimi mesi non si fa altro che parlare di "loro", contrapposti a "noi", "prima noi, poi loro", "loro vengono per delinquere", "loro devono adattarsi alle "nostre" regole".... Peccato che abbiamo dimenticato così in fretta che, fin dalla seconda metà dell'ottocento, "loro" eravamo "noi", migranti economici che non hanno atteso che qualcuno venisse ad "aiutarli a casa loro" ma hanno preferito avventurarsi verso l'ignoto (paese, lingua, costumi sconosciuti) pur di offrire un futuro migliore ai propri figli.
Un processo migratorio, il nostro, ben conosciuto anche dai padri costituenti tant'è che vi è un articolo (il 10) della nostra Costituzione che recita al terzo comma: "Lo straniero, al quale sia impedito nel
suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana,
ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge". Il
fenomeno a cui assistiamo oggi ha dei connotati diversi per numero di persone che si muovono, per
numero di paesi da cui scappano queste persone, per totale assenza di politiche internazionali, sia
di accoglienza che di relazioni con i paesi di origine. E' un fenomeno che deve essere
innanzitutto capito e poi gestito: occorre capire che per quanto riguarda i profughi siamo di fronte
alla più grande emergenza che abbia coinvolto l'Europa dopo la fine della seconda guerra mondiale
e che il problema dei migranti d'ora in poi sarà un processo fisiologico. Per questo è importante che tutti noi contribuiamo a pensare questo fenomeno in maniera sincera e leale creando nei nostri territori, nella politica, nella vita della comunità una mentalità nuova e lungimirante. E' tempo che le amministrazioni locali agiscano con determinazione su due fronti, in primis su quello dell'accoglienza: le buone prassi non mancano, neanche nel nostro paese; buone prassi che hanno evidenziato che anche da un fenomeno apparentemente devastante si possono scoprire ricchezze e valorizzare competenze anche a beneficio del paese ospitante. Secondariamente il livello locale deve avere un ruolo di stimolo e pressione, nei confronti del Governo, affinché questo si faccia parte attiva nel consesso europeo per trovare una soluzione a monte e soprattutto aiuti l'Europa a dare priorità a questi temi e non solo a componenti o fattori economici, così come del resto auspicato dalla recente dichiarazione "Più integrazione europea: la strada da percorrere" sottoscritta lo scorso 14 settembre a Roma dai Presidenti delle Assemblee parlamentari di Italia, Germania, Francia e Lussemburgo. La nostra città ha fatto molto in questa direzione, basti pensare anche alla recente approvazione del Consiglio degli Stranieri, vera bandiera di democrazia ed integrazione che si concretizzerà il prossimo 14 febbraio. Vicenza infatti può e deve fare molto altro: progetti di accoglienza che diano dignità a queste persone e che contemporaneamente sappiano costruire relazioni e offrano visione di futuro. Tutti noi, anche chi
non ci crede, ne avremo dei benefici e soprattutto nessuno potrà accusarci un domani di aver commesso il reato collettivo di omissione di soccorso.
Qui a nessuno interessa la Storia del mio Paese, basta girare per le strade e vedere con quale disprezzo
ti guardano. Eppure con i miei soldi ci pagano la corrente dei campi. Infine per gli extra comunitari è stato creato un Consiglio Comunale per loro: Bene. Saranno interpellati per le loro ragioni, ma non sarebbe più democratico sentire le ragioni di TUTTI? Chi ascolta gli anziani di Vicenza che sono la maggioranza dei Cittadini? Poiché Renzi ci vuole rottamare tutti, chiedo c'è un posto all' Ipab? Amen
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.