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Profughi e lavoratrici straniere, il Prc c'è

Di Redazione VicenzaPiù Domenica 6 Marzo 2016 alle 17:02 | 0 commenti

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Riceviamo da Roberto Fogagnoli, Segretario federazione Rifondazione Comunista Vicenza, e pubblichiamo
Alla manifestazione di venerdì 4 marzo indetta dall'Usb in difesa delle lavoratrici Ipab licenziate il corteo, partito dalla sede della Casa di riposo San Camillo, si è diretto poi verso il tribunale. Si è, infatti, in attesa della sentenza rispetto al licenziamento delle 13 lavoratrici, tutte "straniere" e tra le più attive sindacalmente.

E' uno dei casi a Vicenza che dimostra la disumanità della logica dei tagli.

Lottare per i diritti dei lavoratori significa lottare per la qualità del servizio pubblico e per una vita dignitosa per la maggioranza della popolazione.

Rifondazione era presente con una propria delegazione, con il "mitico" compagno Arnaldo e con il segretario regionale Paolo Benvegnù.

Da qualche mese il PRC a Schio sta seguendo le vicende dei profughi richiedenti asilo politico e per ragioni umanitarie.

All’inizio ci siamo confrontati con questa realtà con qualche difficoltà dovuta alla mancanza di esperienza.

Dopo un paio di mesi abbiamo capito come muoverci e grazie all’aiuto dello sportello migranti dell’USB siamo entrati in contatto con le realtà, a volte surreali, dell’accoglienza, gestita da cooperative più orientate alla rendita dei loro progetti che ad offrire un’accoglienza dignitosa.

Un ”business” di grandi proporzioni; gruppi di persone ammassate in case fatiscenti su per le montagne, lontane dai centri abitati, non riscaldate, con soffitti instabili, cessi malfunzionanti, acqua fredda anche d’inverno, scarsità di cibo, di vestiario, niente lezioni di italiano, niente documenti, niente vita privata.

A tutto questo alcun* si sono ribellat*, hanno provato ad imbastire una lotta per contrastare gli atteggiamenti di operatori kapò, per chiedere il rispetto dei minimi diritti umani: uscire dalle strutture, avere del danaro per sopravvivere alle mancanze delle cooperative, avere rapporti con la popolazione e col territorio, come i protocolli peraltro prevedono.

Queste semplici richieste ai gestori delle “cooperative” e a qualche loro dipendente sono sembrate sovversive e quindi hanno fatto in modo espellere dai programmi i portavoce dei gruppi, coloro che si battevano per avere un minimo di dignità.

Uno di questi, che chiamerò K, dopo essere stato malmenato da un “guardiano” che gli ha stritolato le mani dentro una porta è stato da questo portato al posto dei CC più vicino, lo ha denunciato per aggressione e lo ha fatto espellere dalla protezione.

Noi ci siamo attivati, abbiamo trovato i referti ospedalieri per le cure ricevute alle mani, abbiamo trovato testimoni e abbiamo fatto ricorso al TAR (prezioso il lavoro del compagno Luigi Ficarra) che in poco tempo ha dato parere favorevole a K. Il lavoro portato avanti in accordo tra PRC ed USB ha permesso di raggiungere questo risultato.

Abbiamo vinto una battaglia per una persona. Abbiamo sbugiardato l’operato della cooperativa e del Prefetto di Vicenza. Nella sentenza il giudice svela l’incapacità della Prefettura di gestire il caso e di comprendere che si trattava di una montatura. La Prefettura è stata costretta a reintegrare il nostro amico K nel programma di protezione. Da martedì egli sarà affidato ad una compagna, iscritta nella lista di coloro che sono disponibili all’accoglienza e questa compagna riceverà l’aiuto economico previsto e K riceverà il suo pocket money che gli è stato negato per tanti mesi. La prefettura è anche costretta a pagare le spese processuali, un precedente importante, utile per il futuro.

Da questa vittoria abbiamo tratto questa conclusione: non sempre le cose vanno come i potenti e gli affaristi vorrebbero che andassero, l’impegno comune tra USB e PRC ha prodotto un risultato concreto, una sentenza che non può essere ignorata. Abbiamo vinto una battaglia, altre ci aspettano. Stiamo seguendo proprio in questi giorni un gruppo di donne a cui viene riservato un trattamento indicibile, privo di rispetto e di umanità.

Da qualche giorno abbiamo costituito l’associazione “Senza Confini” (PRC-PCdI-USB ed altri compagni) per avere maggiori agibilità nei confronti della Prefettura e di coloro che agiscono nel campo dell’accoglienza, per dare continuità e maggior efficacia a questo impegno ogni giorno più necessario nell’Europa dei muri e dei respingimenti.

Contro l’Europa delle Guerre e dei Respingimenti / Solidarietà per Tutti/e!


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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