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Profughi a Vicenza e collaborazione Confartigianato, la ricostruzione dettagliata

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 25 Marzo 2014 alle 18:32 | 0 commenti

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Confartigianato Vicenza - “La propaganda politica – afferma il presidente di Confartigianato Vicenza, Agostino Bonomo - non è il nostro mestiere. Per cui, alle esternazioni dell’on. Mara Bizzotto preferiamo rispondere ricapitolando dettagliatamente i fatti della sistemazione di emergenza di alcuni profughi nel bassanese così come sono accaduti.

Questa è la cronaca, che affidiamo alla oggettiva valutazione dell’opinione pubblica e dei soci di Confartigianato Vicenza, a beneficio dei quali, come essi sanno, lavoriamo ogni giorno. Auspicando che il Parlamento Europeo – e quindi anche i nostri rappresentanti – si faccia carico di un problema che non riguarda più soltanto l’Italia, concludo sottolineando che nessuna risorsa economica di Confartigianato Vicenza è stata impiegata nell’opera di accoglienza”. 

Premessa: dall’entrata in vigore della legge Bossi Fini, che ha previsto un ruolo delle imprese nelle politiche migratorie (definizione dei flussi di ingresso, Consigli Territoriali per l’Immigrazione, garanzia di alloggi per i lavoratori stranieri) è attiva, anche con protocolli d’intesa e molteplici formule di cooperazione, una collaborazione fattiva di Confartigianato Vicenza con Prefettura, Questura e forze dell’ordine per supportare la gestione del problema migratorio.

 

Venerdì 21 marzo

 

Ore 11.31

Primo contatto telefonico dalla Prefettura con la richiesta di attivare, in una situazione di assoluta emergenza, una collaborazione sul territorio provinciale per un aiuto nella gestione del prossimo arrivo di 40 profughi di presunta origine siriana. Si prendono le prime sommarie informazioni.

Ore 13.16

Secondo contatto telefonico con la Prefettura, che segnala come la collaborazione dovrebbe anzitutto essere di tipo logistico per l’iniziale pernottamento di almeno un gruppo di queste persone. Non ci sono ancora notizie certe sull’identità dei profughi (ad esempio se siano uomini o donne). Si presume siano siriani in fuga dalla guerra civile. Sulle tempistiche di arrivo c’è ancora incertezza.

Ore 16.21

La direzione Confartigianato valuta come l’impegno sia doveroso, ma possa essere ragionevolmente circoscritto nel tempo e nei numeri.

Ore 16.33

Viene avvisata la Prefettura che potrebbero esserci le condizioni per attivare la collaborazione e viene chiesto che vi sia un contatto diretto tra il Prefetto e la direzione, come di seguito avviene.

Ore 18.02 e ore 19.01

La Prefettura comunica che l’arrivo in Veneto di questo gruppo di persone è già previsto nella sera/notte del giorno successivo. Si definisce un impegno circoscritto per un piccolo gruppo e per alcuni giorni, al fine di permettere una prima sistemazione dignitosa in attesa di avere più elementi.

Ore successive

Comincia un’incessante e affannosa ricerca di strutture logistiche nel territorio provinciale disponibili a dare ospitalità per qualche giorno.

Ore 20 circa

Si rende disponibile l’Hotel Fior di Loto di Pove, ma con una disponibilità molto limitata nel tempo. Si prosegue nella ricerca. Viene individuato l’Hotel Nazionale di Tezze sul Brenta e si decide per un incontro in tarda serata. Intanto si prosegue nella ricerca nel territorio provinciale.

 

Sabato 22 marzo

 

Ore 00.10

Ottenuta la disponibilità dei gestori, viene comunicato alla Prefettura che un’ipotesi possibile e temporanea per non più di 8 persone potrebbe essere l’Hotel Nazionale di Tezze sul Brenta.

Ore 9.50

La Prefettura comunica che l’arrivo delle persone è previsto all’Aeroporto di Villafranca già nel pomeriggio. L’ipotesi di Tezze viene giudicata logisticamente plausibile, ma verrà valutata alla luce delle persone che avranno bisogno di ospitalità e alla conferma dei numeri di arrivo.

Ore 14.22

La Prefettura avvisa che è confermato l’arrivo a Villafranca nel primo pomeriggio.

Ore 15.30

La Prefettura avvisa che sono stati individuati otto giovani eritrei che potrebbero essere ospitati momentaneamente all’Hotel di Tezze sul Brenta. È previsto l’arrivo in pullman in serata. Ci si sposta di conseguenza all’Hotel di Tezze sul Brenta per confermare l’arrivo e definire i dettagli dell’accoglienza.

Ore 16.05

Viene avvisata la signora Sonia Cerantola, responsabile sindacale della sede Confartigianato di Tezze sul Brenta, e ci si dà appuntamento all’Hotel.

Ore 16.13

La Prefettura comunica che è stato avvisato il sindaco di Tezze sul Brenta, spiegando che il soggiorno sarà di non più di una settimana in attesa di definire altre soluzioni più congeniali. Il sindaco avrebbe posto come condizione il fatto che non si superi il weekend.

Dalle ore 16.40

La direzione di Confartigianato e il presidente e il responsabile sindacale del mandamento di Bassano del Grappa vengono avvisati sullo sviluppo della situazione, ovvero dell’arrivo dei profughi e della scelta logistica provvisoria di Tezze sul Brenta. I profughi eritrei sono otto: quattro in ciabatte/sandali, due in pantaloni corti, magrissimi e visibilmente spaesati. Due di loro conoscono qualche parola di inglese. Quando arrivano piove a dirotto, li si fa entrare e li si porta nella camere. Ci si scambiano le informazioni con i carabinieri. La signora Cerantola procura i primi abiti dismessi per poter vestire queste persone. Si telefona al sindaco per un confronto sulla situazione. Il sindaco contesta la presenza dei profughi nel suo territorio. Lo si rassicura che la presenza sarà di poco tempo, sarà controllata da noi nello spirito di collaborazione e intesa con le autorità dello Stato. Con il sindaco si concorda un appuntamento lunedì mattina per fare il punto. In seguito la titolare dell’Hotel, visibilmente scossa, riferisce di una telefonata del sindaco e della necessità indifferibile di allontanare gli ospiti. Non se ne viene a capo. Sale la tensione. Si valuta con la Prefettura la possibilità di individuare un’altra sistemazione. Si avvisano i carabinieri di Rosà che si sta cercando un’altra soluzione.

Ore 17.40

Si contatta l’Hotel di Pove, che conferma la possibilità di ospitare 8 persone per un breve periodo. Si concorda una rapida cena all’Hotel di Tezze con lo spostamento immediato. I giornalisti hanno già telefonato all’hotel di Tezze per avere particolari e l’hotel risponde che i profughi non si fermeranno la notte.

Dalle ore 19.30

Si raggiunge Pove del Grappa, dove si chiede di poter definire l’ospitalità. Nel corso dell’accoglienza si capisce che c’è stata una telefonata all’Hotel Fior di Loto che ha particolarmente allarmato i gestori, i quali chiedono assicurazioni a che il soggiorno non vada oltre quella notte. La tensione sale. La gestione dell’Hotel chiede più volte che si rinunci all’ospitalità, ma l’assenza effettiva di alternative ci costringe ad escludere altre ipotesi. Piove a dirotto, la temperatura scende. In attesa di definire la cosa, viene spiegato ai ragazzi eritrei che è opportuno si mettano i calzini. Vi sono problemi nella registrazione degli ospiti, che si risolvono con l’intervento della Prefettura e del Commissariato di Bassano con una serie di scambi di telefonate, mail e fax. Con notevole agitazione ci viene nuovamente chiesto di rinunciare a soggiornare. Si concorda che, per motivi umanitari, non si può evitare questo soggiorno notturno confermando che l’indomani mattino ci sarà il trasferimento. Viene finalmente confermato ai Carabinieri che, per quella notte, i ragazzi affidati hanno trovato un letto. Alle 22.00 circa gli ospiti possono salire in camera.

 

Domenica 23 marzo

 

La Prefettura conferma che sta cercando altre soluzioni logistiche considerata la situazione che si è creata, e chiede di esplorare la possibilità di una ulteriore notte di ospitalità. L’Hotel Fior di Loto esclude una proroga del soggiorno. Ne viene data comunicazione alla Prefettura. Si cercano altre strutture di ospitalità. La Prefettura comunica di aver individuato delle alternative e si definiscono le modalità di riaffidamento dei profughi.

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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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