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Professori di strada

Di Matteo Crestani Domenica 3 Giugno 2012 alle 19:30 | 0 commenti

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Tratto da VicenzaPiù n. 235 (abbonati alla moderna versione online sfogliabile e dal prossimo numero con articoli leggibili anche in formato testo: VicenzaPiù Edicola è ora disponibile in abbonamento con due modalità. Abbonamento standard: 18 Euro all'anno Iva di legge inclusa. Abbonamento sostenitore: 30 Euro all'anno Iva di legge inclusa).

I politici continuano a ripetere che occorre lanciare messaggi positivi, essere ottimisti, i media rincorrono la crisi economica per individuare argomenti nuovi per sostenere con fervore le difficoltà dei cittadini a sbarcare il lunario. Messaggi contrastanti, quindi, si susseguono e non fanno altro che alimentare la confusione.

Nessuno, però, fa parlare chi ogni giorno è a contatto con la gente comune, con i cittadini, coloro i quali percepiscono uno stipendio o una pensione nella media e sono costretti a fare i conti, che non sempre tornano, con l'aumento delle spese fisse e dei beni di prima necessità. Sono i "professori di strada", così abbiamo definito alcuni commercianti interpellati per tastare il polso della situazione e sapere come i vicentini percepiscono la crisi in atto e come pensano sia possibile sconfiggerla. Alimentari, utenze domestiche, abbigliamento, benzina sono soltanto alcuni dei beni e servizi che sono stati aspramente colpiti dagli aumenti. Le famiglie sono realmente in ginocchio, i modi di consumare sono mutati e nell'acquisto dei prodotti la discriminante è sempre più rappresentata dal prezzo, a tutto scapito per la qualità, che rappresenta una caratteristica alla quale si ritiene di poter rinunciare, persino nell'acquisto degli alimentari. Un'ora al fianco del benzinaio vicentino Gastone Vicari è sufficiente per avere una conferma di ciò che sta accadendo. "Sono davvero poche le persone che non avvertono la crisi - spiega Gastone Vicari - e molte persone hanno perso il posto di lavoro, hanno difficoltà a far fronte alle spese quotidiane. Per quanto concerne i carburanti, in particolare, la situazione è drammatica e non si vedono sbocchi, anche per le modalità di composizione del prezzo della benzina, per lo più dipendente dalle accise. La gente è davvero arrabbiata e se non arriveremo ad una rapida soluzione a molti problemi la rivolta sarà inevitabile. È indispensabile che questo governo tecnico inizi a fare un lavoro di tagli serio, a partire dalle classi più agiate e dai costi pubblici e della politica, capaci da soli di portare ad una riduzione della spesa pubblica sensibile". A testimoniare la gravità della situazione il fatto che la gente ha ripreso a maneggiare i centesimi di euro, che fino a poco tempo fa venivano imboscati negli svuota tasche o inseriti in qualche polveroso salvadanaio. Anche quelle monetine, oggi, hanno una propria dignità, un valore che non gli si voleva prima attribuire, probabilmente per il loro brutto aspetto o per le ridotte dimensioni. "I sacrifici dobbiamo farli davvero tutti - sottolinea convintamente il benzinaio Gastone Vicari - perché solo in questo modo è possibile vedere l'uscita dal tunnel. Di certo, però, appare fondamentale sostenere le imprese, perché la loro chiusura si traduce nel venir meno di uno dei primi ammortizzatori sociali: il lavoro e con esso la sopravvivenza di numerose famiglie". La gente spende sempre meno, le strade sono deserte e gli umori a terra. Questo il quadro che descrive il panettiere vicentino Antonio Cristofani, che evidenzia che: "la gente è terribilmente spaventata per il pagamento dell'Imu, il cui ammontare non è ancora certo e va ad appesantire la già grave situazione nel far fronte alle spese correnti". Ed a tutto ciò si aggiunga il preoccupante modo in cui sono aumentate le abitudini di consumo, che non risparmiano neppure la spesa alimentare, sempre meno considerata sotto il profilo della qualità e sempre più effettuata con un occhio di attenzione al prezzo. "Dobbiamo temere i prodotti che la grande distribuzione acquista dai paesi dell'Est Europa - prosegue Antonio Cristofani - perché si tratta di alimenti sottoposti a controlli limitati, quindi decisamente pericolosi per l'essere umano. Le Ulss dovrebbero fare maggiori controlli su queste tipologie di cibo e dovrebbero garantire ai cittadini acquisti sicuri di prodotti sani". Con la crisi cambia anche il modo di socializzare, di condividere con gli amici momenti di svago. A confermarcelo è Ivana Boscolo, della gastronomia Il Ceppo di Vicenza: "sono sempre di più coloro che rinunciano alla serata al ristorante e scelgono la cena preparata dalla gastronomia, più economica e di qualità, ma altrettanto capace di creare i presupposti per una serata in allegria". Ed a far pensare è ancor di più il fatto che molte famiglie hanno deciso di festeggiare comunioni e cresime dei figli non più al ristorante, ma nella propria casa, con partenti ed amici stretti, contando sul servizio della gastronomia. La crisi fa cambiare i connotati ai consumatori vicentini, costretti più o meno di buon grado a rivedere il proprio stile di vita, per riuscire ad arrivare alla fine del mese. Le strade deserte, la gente che si riversa al mercato pensando di risparmiare la dicono lunga. "Stiamo tornando indietro di parecchi decenni - interviene il fruttivendolo Lino Nogara - e le condizioni di vita indubbiamente sono peggiorate rispetto a cinque anni fa. Acquistando i prodotti che si mettono in tavola badando soltanto al prezzo il consumatore, involontariamente e per effetto di una cultura che porta a preferire il risparmio alla qualità, fa del male a se stesso ed alla propria salute. Prodotti più economici e meno controllati dal punto di vista igienicosanitario, infatti, rappresentano un terribile pericolo per il nostro corpo". Ben vengano, dunque, gli acquisti diretti dai produttori, ma purché si tratti davvero di prodotti coltivati nella propria terra e non di tarocchi. "Nel nostro mercato ortofrutticolo ci sono alcuni produttori che vendono di tutto - conclude Lino Nogara - persino i pomodori d'inverno e gli ananas. Questi venditori, oltre a fare concorrenza sleale ai colleghi che cercano di farsi spazio onestamente, ingannano il consumatore, convinto di acquistare prodotti genuini e locali. Altra cosa, invece, sono i veri negozi dei produttori agricoli, ai quali va tutto l'apprezzamento dei dettaglianti ortofrutticoli, rappresentando un esempio sincero e pulito di vendita dei tesori della nostra terra".


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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