Professione Steward, l'Assist di Creazzo
Domenica 8 Agosto 2010 alle 09:21 | 5 commenti
Conosciamo la funzione dei "puntini gialli" comparsi da qualche anno negli stadi italiani (da VicenzaPiù n. 196)
Quelli vicentini lavorano per la cooperativa Assist di Creazzo, divenuta leader nel Triveneto
Chiunque recentemente abbia visto una partita di calcio, dal vivo o in televisione, non ha potuto fare a meno di notare un esercito di pettorine gialle: gli steward.
Si tratta per lo più di ragazzi (e ragazze) che per pagarsi gli studi svolgono funzioni di controllo negli impianti sportivi.
Tutto ha origine con il decreto del Ministero dell'Interno datato 8 agosto 2007; prima di questa data questa attività veniva gestita attraverso le "maschere", soggetti stipendiati o volontari senza però una formazione specifica. Con la nuova normativa nasce anche la vicentina Assist, società cooperativa con sede a Creazzo. Fondata con il compito di garantire la sicurezza all'interno del Romeo Menti, negli anni è diventata un punto di riferimento non solo nel Triveneto, ma anche a livello nazionale. Sì, perché la cooperativa vicentina (che conta circa 600 soci) oltre al Vicenza Calcio offre i propri servizi a Padova, Udine, Parma, Mantova e Bassano. Collaborazioni ci sono state anche con club importanti (Milan), in altri sport quali rugby, volley e basket e in occasione di spettacoli pubblici.. L'ultimo servizio ha riguardato il concerto di Ligabue svoltosi martedì 20 luglio scorso all'Euganeo di Padova. La società cooperativa vicentina è presieduta da Andrea Fiorio, che la gestisce assieme ad Andrea Poncato (delegato alla sicurezza del Vicenza Calcio) e agli amministratori Gianluca Miozzi e Giuseppe Gangi. VicenzaPiù è entrata nella sede di Assist per raccontare chi è e che funzioni ha lo steward all'interno di uno stadio durante una manifestazione sportiva.
I "puntini gialli"
In tv sono immediatamente identificabili, sugli spalti e a bordo campo. A vestire le casacche fosforescenti non sono però solo giovanissimi: spesso si trovano anche persone adulte che scelgono quest'attività per passione. E di passione, oltre che di pazienza, ce ne vuole tanta a sentire Fiorio. "I nostri steward seguono uno specifico corso di formazione che li prepara a ogni evenienza e a ogni situazione critica che può verificarsi all'interno di uno stadio. A loro insegniamo soprattutto il dialogo e il rispetto per la gente. Spesso, però, questo rispetto non è reciproco, ma si verificano episodi di maleducazione gratuita, probabilmente dovuti alla mancanza di informazione sul ruolo che gli steward stessi ricoprono".
Pubblici ufficiali? Ni
Cerchiamo allora di fare chiarezza. Lo steward è un incaricato di pubblico servizio cui spetta il compito di far rispettare il regolamento d'uso dello stadio in cui lavora e questo comporta controlli specifici: un'attività di pre-filtraggio, dove viene controllata la corrispondenza tra biglietto d'ingresso (nominativo) e documento d'identità della persona; un'attività di filtraggio, che consiste in un controllo diretto sulla persona (con oppure senza metal detector) per evitare che oggetti non consentiti entrino allo stadio. Ci sono, poi, le attività interne di instradamento del tifoso nei vari settori (ogni persona ha il proprio posto numerato, come al cinema, ma chissà perché negli stadi italiani si tende ad ignorare questo aspetto...), di assistenza e di supporto in caso di necessità . Ai bordi del campo, invece, si vigila sui cancelli d'entrata al terreno di gioco e si tengono d'occhio eventuali situazioni di pericolo.
Per svolgere tutte queste attività è fondamentale avere delle garanzie e dei poteri che permettano lo svolgimento di tali mansioni: gli steward, infatti, non sono pubblici ufficiali, ma hanno le stesse tutele. Tradotto: hanno l'autorità necessaria a svolgere le attività sopra citate senza poter, però, entrare in contatto fisico col tifoso oppure effettuare arresti, ma contemporaneamente sono equiparati ad un pubblico ufficiale in caso di aggressione.
Gioie e dolori
"Questo tipo di tutela ci dà una certa sicurezza - continua Fiorio - anche se ci si augura sempre di non arrivare a tanto. È capitato, però, che ci siamo trovati in situazioni a dir poco critiche. Ricordo lo scorso 7 febbraio, gli scontri a Udine nel pre-partita tra Udinese e Napoli. Noi eravamo lì per prestare servizio ed abbiamo potuto renderci fisicamente conto fino a dove può arrivare la violenza in certi casi. Vedere persone ferite o terrorizzate non è stato un bello spettacolo. Per non parlare della tensione respirata durante tutta la partita".
Fortunatamente si tratta di casi isolati e il più delle volte tutto va per il verso giusto, come nel tanto temuto (dal punto di vista della sicurezza) derby tra Vicenza e Padova. Grazie a più di 200 steward impegnati in controlli serrati e a un'efficace collaborazione con le forze dell'ordine, il bilancio è stato più che positivo sia a Padova all'andata, che nel girone di ritorno a Vicenza, dato che come detto Assist effettua servizio in entrambi gli impianti.
Pagano i club
Il mondo dello stewarding si sta trasformando rapidamente e le società sportive si sono trovate a gestire costi decisamente superiori a quelli affrontati in precedenza con le "maschere". Questo crea delle difficoltà da entrambe le parti: chi presta servizio è spesso costretto a tollerare ritardi nei pagamenti. Un'altra insidia che si collega ai costi è la concorrenza spietata da parte di altre realtà operanti nel settore della sicurezza che, non rispettando sempre le regole, tendono a sottopagare i propri dipendenti, offrendo così le proprie prestazioni a cifre più contenute.
Purtroppo il rischio che club in difficoltà economiche si affidino a società di questo tipo è alto.
Tifosi: serve collaborazione
Come accennato prima, i problemi maggiori li creano le persone che ancora ignorano o fingono di ignorare il ruolo dello steward. I controlli servono a garantire la totale sicurezza degli spettatori durante l'evento sportivo e non devono essere visti solamente come una seccatura in più a cui sottostare. Perché gli stadi italiani siano un ambiente più sano e tranquillo, quindi, non bastano decreti, steward e forze dell'ordine, ma c'è bisogno del buon senso e della collaborazione da parte di tutti.
ma soprattutto non paga MAI!!!
Auguri
di integrarlo con quello di ex buttafuori
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