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Prof. Fantò: taglio personale, scuola al collasso

Di Redazione VicenzaPiù Domenica 22 Agosto 2010 alle 09:52 | 0 commenti

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Riceviamo sull'argomento Scuola un contrbuto di Luca Fantò, prima ancora che segretario provinciale del Psi Vicenza insegnante di lettere alla Scuola Media dell'Ic2 di Montecchio, quindi persona che nella e per la scuola vive.

di Luca Fantò

Mentre riparte per il secondo anno consecutivo la poco dignitosa "querelle" sui possibili Dirigenti Scolastici provenienti dal sud Italia, battaglia che oltre a creare astio tra cittadini di una stessa nazione, condanna la scuola vicentina a rimanere con decine di Istituti scolastici privi di dirigenza titolare, in tutta Italia si susseguono ormai innumerevoli le grida d'allarme per la catastrofe che sta travolgendo l'istruzione pubblica.

Assistiamo a tagli al personale non docente, tagli alle ore di lezione, tagli al personale docente ed anche tagli al personale degli Uffici Scolastici. Tagli che ovviamente il Ministero nega e imbelletta sotto le mentite spoglie della "razionalizzazione".
Sino al precedente anno scolastico, poiché i Governi non hanno ritenuto opportuno assumere il personale necessario a coprire la totalità delle cattedre vacanti, venivano assunti ben oltre centomila docenti con contratto a tempo determinato. Questi docenti in alcune scuole arrivavano a coprire anche il 50% dell'organico e di fatto costituivano un esercito stabilizzato che permetteva di fornire agli alunni la necessaria continuità didattica. Il Governo Prodi, per quanto litigioso ed instabile, aveva previsto l'assunzione in tre anni di 150.000 docenti e cioè la stabilizzazione definitiva di quei precari e la copertura di gran parte delle attuali cattedre vacanti. Assunzioni che il Governo attuale, negli ultimi due anni, ha ridotto di numero e accompagnato con sostanziosi tagli (razionalizzazioni) delle cattedre.
E' necessario ricordare che tagliare le cattedre vuol dire, oltre a diminuire l'organico, avere classi più numerose. Classi numerose vuol dire didattica inefficace per buona parte degli alunni.
In una classe di 30-33 alunni, a meno che i docenti non decidano di sacrificare le proprie già martoriate corde vocali, comunicare con le file più arretrate, sebbene in aule in cui si sta stipati fino al limite dell'agibilità, è didatticamente inefficace, inutile e spesso controproducente.
Insomma, grazie al taglio di circa 20.000 cattedre, a fine agosto verranno assunti appena 10.000 docenti (il Ministro li chiama "giovani precari" ma giovani, se non nell'animo, quei docenti non sono) e assegnate ben 90.000 cattedre a tempo determinato. Questo comporterà inevitabilmente per circa 30.000 docenti, con anzianità decennali di precariato, la perdita del posto di lavoro. Certo, non verranno licenziati, semplicemente non saranno assunti come ogni anno.
Anche a Vicenza e nel vicentino la politica del Ministero di viale Trastevere si tradurrà, dopo un'irrisoria serie di assunzioni per tutte le materie e per il sostegno, in un cospicuo taglio di posti a tempo determinato, in un aumento degli alunni ed in una diminuzione delle cattedre.
A chi osserva dall'esterno il mondo dell'Istruzione italiano, tutto ciò che accade da una mezza dozzina di anni potrebbe sembrare illogico, caotico, senza significato. In realtà un disegno politico sembra esserci. La logica di quanto succede è stata indicata nel 2003, anno della legge del 28 marzo, n.53 prodotta dal Ministro Moratti. Una legge che prometteva alle famiglie italiane la possibilità di scelta di orari e attività, che si sono rivelati impossibili da realizzare effettivamente; una legge che prometteva flessibilità oraria ma che ha creato confusione nella divisione delle ore di insegnamento delle singole materie; una legge che inneggiava all'interdisciplinarietà e all'inserimento e potenziamento di insegnamenti innovativi ma che ha umiliato le professionalità. E' almeno da allora, dalla famigerata legge 53, che il mondo della politica ha dato il via al piano di smantellamento della scuola statale.
A vantaggio di chi? Sicuramente di alcune scuole private ma soprattutto a svantaggio della qualità dell'insegnamento nella scuola pubblica.
Dal 2003 ad oggi di strada se ne è fatta, la scuola è al collasso, il personale ed i docenti, sottopagati ed umiliati dalle inutili pratiche burocratiche, sembrano non reggere più l'urto dell'azione di una politica scellerata.
La scuola italiana risulta sempre essere, tra quelle europee, quella che raggiunge i risultati tra i meno soddisfacenti. Risultati evidenziati più che dalle prove INVALSI, la cui funzione sembra essere più quella di abbassare le medie in uscita degli alunni o imporre ai docenti pochi argomenti da approfondire nell'intero anno scolastico, da studi internazionali certamente ponderati e calibrati. La soluzione che si propone, lo ha sostenuto pochi giorni or sono anche Corrado Passera (uno studioso universitario, un insegnante? No, un dirigente aziendale che, seppur di altissimo livello, è immaginabile sia poco ferrato sull'argomento), è la valorizzazione del merito.
Posto che a parlare di istruzione sono spesso personaggi che poco hanno a che fare con questo mondo, nessuno è riuscito ancora a illuminarci su cosa sia e come possa essere valutato il merito nella scuola. Forse poiché a parlarne sono persone non competenti, forse perché in Italia le regole valide per gli altri Paesi sono inapplicabili "tout court" ed andrebbero quindi studiate, adattate e poi sperimentate seriamente in un tempo troppo lungo per una politica che conta spesso più sull'immagine o sul proclama ad effetto che su un'azione ben impostata e ponderata. Forse perché una scuola in cui si punti al merito deve essere una scuola che stimola e non premia, che motiva e non punisce. Una scuola statale pubblica efficace, proprio ciò che pochi sembrano volere. Una scuola efficace è quella che introduce nella società giovani donne e uomini in grado di sapere cosa fare e come farlo. Una scuola che punti alla preparazione dei propri giovani nell'arco dell'intero percorso di istruzione e consideri come vero successo l'effettivo completamento di questo ciclo da parte di tutti. Forse è proprio questo, allo stato dell'arte, l'unico vero parametro di merito adottabile.
Una scuola efficace è una scuola in grado non di soddisfare i propri clienti ma di rendere soddisfatti coloro che usufruiscono delle opportunità che essa offre.

Luca Fantò


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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